Disuria e muscolo detrusore (+ info prostatectomia parziale e radicale)

Salve spettabili dottori, vorrei delle delucidazioni in merito ai due argomenti riportati nel titolo del consulto, e spero che mi possiate dare già ora una risposta esaustiva e rassicurante, in attesa di fare una prima visita con i relativi esami per la comprova diagnostica di tale problematica urologica che presento da circa due anni. Da circa due anni presento una grave infiammazione della prostata, che nei giorni e periodi peggiori mi causa oliguria e disuria, nei giorni e periodi ovvero in cui semplicemente non vivo come un invalido, ma vivo alla pari di tutti gli altri esseri umani, dunque muovendomi e 'affaticandomi' per tutto ciò che è necessario alla sopravvivenza, così come dilettevole all'esistenza, in altri termini nel semplicemente condurre una vita normale, attiva, 'sportiva'. In questi giorni, oltre a una importante oliguria, presento anche una grave disuria, che a livello soprattutto psicologico è massimamente frustrante e snervante, ragion per cui, istintivamente, ho sempre cercato di limitare quanto più possibile tutto ciò che potesse causarmi anche solo la minima fatica fisica, pur non avendo mai avuto finora altri problemi organici se non quelli di una drastica riduzione (anche fino all'80 90 per cento) dello stimolo urinario, di una poca potenza del flusso, e di una appunto assai scarsa quantità delle urine, unitamente ad una emissione difficoltosa delle stesse. Dunque vi chiedo: se da oggi improvvisamente cominciassi a far finta di nulla, e vivessi normalmente, ben consapevole di patire quotidianamente una tale oliguria e una tale disuria, quali problemi funzionali potrei avere nel breve, medio o lungo termine? Rischierei problemi al muscolo detrusore della vescica, nel senso di una vescica ipoattiva? Data la pur persistente e insopportabile presenza, in questi periodi di disuria, di tenesmo vescicale?
In correlazione a ciò, visto che ho provato, per tale prostatite, e senza esito positivo, tutte le terapie possibili, farmacologiche e non, se dovessi rischiare per l’appunto di causare, data la disuria, danni irreversibili alla muscolatura vescicale, e non mi rimanesse altra scelta terapeutica che un intervento chirurgico di asportazione totale o parziale della prostata, per quali, chiedo, di tali interventi chirurgici è possibile la convenzione con il servizio sanitario nazionale?
Soprattutto per ciò che concerne la prostatectomia radicale: essa sarebbe mutuabile, se avesse come causa 'soltanto’ una congestione della prostata, ma pur abbastanza grave da causare i due gravi sintomi urologici summenzionati?
Poiché, per ciò che riguarda invece l'asportazione parziale, come avviene nei casi di IPB, so per certo di alcune tecniche essere mutuabili, ma dubito fortemente che potrei allora senz’altro risolvere il mio problema, nell’asportazione di soltanto una parte del parenchima prostatico, rimanendo il restante tutto pur comunque e sempre infiammato, ad indefinitum.
Grazie, in attesa di un vostro riscontro.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Si definsce oliguria la bassa quantità di urine prodotta dal rene. Oltre che dalla funzionalià del rene stesso, questa dipende dal bilancio fra liquindi introdotti e liquindi persi, principalmente in sudore. Quindi l'oliguria non ha nulla a che vedere con la prostata e la funzionalità delle basse vie urinarie. Se con questo caldo lei non si idrata a sufficienza, è inevitabile che urini pochissimo.
Altra cosa è la disuria, ovvero la difficoltà ad urinare, che può avere molte cause diverse, di cui i problemi prostatici (congestione, infiammazione, ingrossamento) sono solo un aspetto. La situazione deve pertanto essere interpretata con attenzione, ricorrendo se necessario alle indagini più precise, sia dal punto di vista funzionale (indagine urodinamica) sia anatomico (uretro-cistoscopia). Solo così è possibile esprimere un giudizio fondato e non solo delle parole vuote di cui lei fa largo uso. L'asportazione radicale della prostata si esegue esclusivamente per la diagnosi di tumore maligno con tendenza aggressiva, l'ntervento non si esegue MAI per altri tipi di diagnosi. Gli interventi endoscopico si eseguono a scopo disostruttivo, sia per ingrossamento benigno dell'età matura, sia per malformazioni congenite ostruenti il collo della vescica. Alla sua età di 38 anni solo la seconda possibilità è verosimile e comunque da chiarire opportunamente. Tutti questi interventi, quando necessari, sono ovviamente coperti dal Servizio Sanitario Nazionale.
In conclusione, le consigliamo di affidarsi ad un nostro Collega specialista in urologia che la possa seguire direttamente e continuativamente, piuttosto che accanisrsi su argomenti e concetti di cui non è in grado di valutare il significato ed il reale valore. Lasci la medicina ai suoi professionisti.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Mi scusi Dottor Piana se posso aver peccato di superbia o saccenza, in effetti ha pienamente ragione, ho provato da me stesso a cercare in rete una possibile soluzione, leggendo qua e là pagine mediche e articoli scientifici, ma mi rendo conto che concetti e termini sono assai ardui da comprendere, o perlomeno da padroneggiare come li padroneggia un esperto della materia.

È però indubbio che questo problema alla prostata mi sta causando problemi non meglio specificati all'apparato genitourinario, con sensazione di pesantezza e fastidio soprattutto a livello urinario; ma, come da lei consigliato, prenoterò al più presto una prima visita e gli esami necessari (in primis ecografia prostatica e uroflussometria) per cominciare ad avere un quadro più chiaro della situazione, e ad avere in mano qualcosa di solido e di concreto.

Un’ultima cosa volevo chiederle, in attesa di fare questa visita da questo specialista, e questi esami, il mese scorso ho avuto per la prima volta nella mia vita un episodio di calcolosi, dato il dolore violento e mai sperimentato prima della colica renale, che mi ha fatto svegliare di soprassalto, e data la mia totale inesperienza che potesse appunto trattarsi di una colica renale, ho subito pensato potesse invece essere un problema legato alla difficoltà nell’urinare come avvenuta negli ultimi tempi, perciò ho subito chiamato un mio amico infermiere, il quale dando piena fiducia alle mie parole ha subito provato infilarmi un catetere (di quelli normali e diritti’), soltanto che si è subito fermato a metà dicendo che sentiva il muro della prostata, e che non poteva continuare oltre. Mi ha proprio parlato di un muro’. Poi comunque sono andato all’ospedale, mi hanno fatto la TAC, hanno individuato il calcolo, mi hanno rimandato a casa con una terapia per il dolore, e dopo due giorni ho espulso il calcolo di 3 mm con le urine. Ora, tornando a quel muro’ prostatico, ma non sarà allora che ho un problema di ipertrofia prostatica benigna? Oppure è possibile un ingrossamento della prostata, causato da un’infiammazione? O un ingrossamento è dato appunto, e sempre, soltanto da un’ipertrofia? Perché a questo punto potrei avere anche un problema di IPB, inusuale e raro per la mia giovane età, ma non certo perciò del tutto impossibile. Grazie se vorrà rispondermi.
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Non si chiede come possa aver fatto un calcolo di 3 mm a passare se avesse incontrato codesto - muro -, ovviamente dalla parte opposta? Suvvia, dobbiamo fidarci delle impressioni di un infermiere e costruirci sopra un intricato castello di vane considerazioni? Si metta l'anima in pace e cerchi di seguire un sentiero logico e costruttivo, che passa inevitabilmente per la visita specialistica diretta.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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