Prostatite Batterica

Salve,
circa 9 mesi fa sopraggiunti sintomi urinari e positività al covid con febbre ho scoperto di avere una prostatite batterica da enterococco feacalis.

Inizialmente il medico di base mi ha prescritto agumentin 5 giorni e monuril convito fosse una banale infezione delle vie urinarie.
Non migliorando i sintomi urinari, consulto uno specialista che mi individua una prostata congesta dal flusso urinario regolare con spermiocultura positiva a enterococco fecalis.

Prima terapia 7 giorni di Ciproxin secondo ABG.
Al controllo spermiocultura pulita nonostante i sintomi persistono.
L'urologo mi dice di aspettare che i sintomi regrediscono con antinfiammatori.
Dopo un mese però il peggioramento è continuo ed evidente da costringermi ad andare in PS, li mi riscontrano un ascesso prostatico da curare immeditamente con iniezioni di bentelan e Zetamicin (7 giorni), al controllo si riscontra miglioramento e mi viene somministrato Bactrim (2cps/di) per altri 7 giorni.
Finita la cura nessun miglioramento dei miei sintomi che erano sempre piu severi con dolore uretrale e forte bisogno di urinare ogni 15 min massimo 150ml di urina.
Dopo un mese ripeto la spermio e l'enterococco è ancora presente.
Proseguo con Tazopenil 2.25 intramuscolo per altri 7 giorni (2 siringhe/di) e ciproxin forte per 10 giorni (2cps/di).
Risultato, peggioro drasticamente costrigendomi a cambiare urologo in quando dalle analisi l'enterococco è ancora presente più candida e più antibiotico resistenza allo stesso Ciproxin.
Il nuovo urologo decide di curarmi con un ciclo di Agumentin (1cps/5 giorni) e antimicotici.
La candida sparisce ed inizio a migliorare ma da analisi secreto prostatico esce ancora l'enterococco, per tale motivo proviamo 7 giorni di Bactrim e dopo un mese ancora con analisi positive ad enterococco neo furadantin per 7 giorni.
In tutto cio, l'enterococco è sempre presente ed i miei sintomi mai migliorati piu di tanto ad eccezione dell'ultima terapia di bactrim per 7 giorni, ma a distanza di circa 10 giorni da ogni sospensione degli antibiotici i sintomi ritornano al punto da costrigermi a letto in quanto la posizione sdraiata è l'unica che mi riduce il tenesmo urinario a livello dell'uretra e dolore rettale più sperma giallo e maleodorante dalla consistenza molto acquosa.
Ho cambiato già 5 urologi e nessuno è riuscito a guarirmi.
Ho chiesto se è il caso di fare una cura antibiotica più lunga e, mentre il mio gastro è d'accordo (sono in cura con lui per problemi intestinali ricorrenti da quando sono nato), il mio urologo molto contrario.
Personalmente non so più che fare, dalle analisi l'ascesso è calcificato del tutto, non ci sono altre anomalie dalla RM delle pelvi e l'unica cosa che permane sono i sintomi (sperma giallo, tenesmo vesciale a livello della base dell'uretra) e la presenza di enterococco feacalis nel secreto prostatico.
Cosa consigliereste di fare in questi casi?
Provare una cura antibiotica più lunga basata su ABG o altre indagini strumentali o simili?
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Dr. Paolo Piana Urologo 41.4k 1.8k 19
Probabilmente se si fosse fermato al primo urologo, lasciandogli il tempo di valutare e non pretendendo una guarigione immediata, la storia non si sarebbe trascinata così a lungo. Nessuno di noi ha in tasca la cura rapida ed infallibile ed i pellegrinaggi da uno specialista all'altro, oltre ad essere costosi, raramente portano a qualcosa di buono. Noi a distanza ovviamente ancor di più non possiamo pretendere di saperle dare dei consigli risolutivi, pertanto ci limitiamo ad esprimere qualche considerazione.
In questo momento ci troviamo in una condizione per cui le ripetute ed enrgiche terapie antibiotiche hanno certamente devastato la preziosissima flora batterica intestinale (microbiòta), è quindi molto facile avere il predominio di un ceppo batterico aggressivo che può facilmente raggiungere l'apparato uro-genitale. E' pertanto essenziale cercare di compensare in ogn modo questo dismicobismo nei modo più consueti (fermenti lattici, prbiotici, yoghurt, kefir e quant'altro) ma anche modificando l'alimentazione stessa sotto la guida di un bravo dietologo-nutrizionista.
Considerando la probabilmente eccessiva sovrapposizione di antibiotici, lasceremmo ad un infettivologo la decisione di se e come muoversi con la terapia. Molto probabilmente si consiglierà di non insistere più di tanto e seguire l'evoluzione, ma è opportuno che sia l'infettivologo a esprimersi.
Per i disturbi locali, più che integratori dall'efficacia variabile ed imprevedibile, sono talora più efficaci brevi cicli di veri anti-infiammatori.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
Salve, lei ha ragione ma il primo urologo mi ha scaricato con un ascesso prostatico in corso mal guarito che solo il primario del Cardarelli di Napoli è riuscito ad individuare ed arginare. Ho preso contatti con un gastrointerolgo di prestigio che mi segue da anni che mi ha prescritto un ciclo di normix per 6 giorni ed un mese di probiotici e potsbiotici che ho quasi ultimato. Per quanto riguarda l'infettivologo ho preso già appuntamento in quanto mi è stato consigliato dal vostro collega visto il ripetersi delle infezioni a distanza di 10 giorni dal termine del ciclo antibiotico. Per quanto riguarda gli antinfiammatori vero ho fatto cicli di 10 giorni ripetuti tra cortisonici e FANS senza grossi benefici. Secondo voi quale potrebbe essere una strategia vincente da concordare con l infettivologo che vada oltre l utilizzo prolungato di antibiotici? Inoltre, ho letto che di una possibile correlazione tra COVID ed infezioni urogenitali ricorrenti. Sapete qualcosa in merito? Saluti
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 41.4k 1.8k 19
Sì certo, si è notata una correlazione tra il Covid e l’insorgenza di prostatiti, ma a ragion del vero è sempre accaduto anche con la comune influenza.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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