Prostatite cronica

Gentili dottori,
Ormai sono quasi 20 anni che convivo con una prostatite cronica nell'ultimo anno aggravata da infezione da escherichia coli antibiotico resistente post cistoscopia.

Dopo aver consultato vari urologica infettivologi e andrologi che si sono limitati a dire di prendere dei fermenti chiedo se sia possibile a questo punto data la totale assenza di volontà di cura da parte dei colleghi (medicina difensiva?) propormi per congelare il seme e asportare la prostata perché studi ormai decennali anche del Cnr hanno evidenziato il legame cerro tra prostatite cronica di lunga durata e insorgenza di carcinoma prostatico pertanto invece di aspettare di ammalarmi preferirei prevenire tanto la mia vita sensuale ormai è sottozero da vari lustri.

Chiedo cortesemente vostro parere grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
L'asportazione radicale della prostata si effettua unicamente quando vi è la comprovata diagnosi di un tumore aggressivo. In caso di tumori non aggressivi o di piccole dimensioni, oggigiorno la situazione viene tenuta sotto controllo (sorveglianza attiva), ma si evita l'intervento, che comunque è gravato da innegabili possibili effetti collaterali sia per la funzione urinaria che per quella sessuale. Comunque, anche in passato l'asportazione radicale della prostata non è mai stata considerata una possibile soluzione della prostatite cronica ed i pochi casi trattati così hanno portato a risultati insoddisfacenti, per la sovrapposizione dei vecchi disturbi con quelli nuovi causati dall'intervento. Con questo, certamente comprendiamo il suo scoramento, le ricordiamo però l'importanza di non pellegrinare da uno specialista all'altro alla ricerca di una risposta che nessuno realisticamente sa darle, ma invece mantenere i contatti con uno specialista, sempre lo stesso, con il qualche riesca ad intrattenere un buon rapporto di comunicazione e fiducia.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Gentile Dottore,
La ringrazio per la sua celere risposta Avendo avuto altri casi in famiglia di carcinoma prostatico pertanto non sarebbe possibile data la familiarità e il rischio attuale personale che sto correndo di poter valutare la prostatectomia radicale con tutti i rischi di disfunzione erettile e incontinenza che ne deriverebbero ma pur minori rispetto alla patologia neoplastica?
Una ultima curiosità: perché tutti i colleghi si sono opposti strenuamente a una terapia con carbapenemi cui la e.coli sarebbe sensibile tanto che addirittura uno di loro mi ha testualmente detto : meglio la setticemia alla terapia antibiotica ? Giusto a titolo informativo
La ringrazio sin d'ora
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
L’evoluzione da infiammazione a tumore è possibile, come qualsiasi altra cosa in medicina, ma è di fatto estremamente rara. La prostatite cronica è un tale assillo per gli urologi che i casi più tenaci non si dimenticano. Ebbene pensiamo che ben pochi Colleghi ricordino che uno di questi casi sia evoluto in tumore. Per noi è lo stesso.
I batteri E. Coli costituiscono la gran parte della flora microbica intestinale (microbiota). Se si attuano delle terapie antibiotiche molto aggressive si possono risolvere delle situazioni acute e talora pericolose, ma si vanno a selezionare ceppi batterici sempre più resistenti. Si tratta quindi di un compromesso che deve essere negoziato volta per volta con grande attenzione.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Egreggio dottore,
La ringrazio per la sua sollecita Ed esauriente risposta.
Nel mio caso come accennato all'inizio l'infezione dà e.coli antibiotico resistente se non ai carbapenemi è stata una conseguenza di una cistoscopia mal effettuata.
Quindi nel mio caso l'unico modo di eradicare quest'infezione che ormai ho da più di un anno e che mi sta dando sintomi peggiorativi della prostatite cronica sarebbe appunto con la somministrazione ospedaliera dei suddetti antibiotici cui è sensibile .
Non comprendo perché i colleghi si rifiutinino di fare tale terapia.
Conti che da quando ho contratto tale infezione vi è stato anche un peggioramento del quadro di fertilità che mi è stato detto collegabile alla stessa ma le ripeto non capisco il perché non si voglia curare ..... mi potrebbe illuminare in tal senso?
Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
A distanza ci mancano ovviamnete tutti gli elementi per poter esprimere un giudizio sulla sua situazione. Noi siamo qui per informare e spiegare, ma non possiamo farci carico dei dettagli diagnostici e terapeutici del singolo caso.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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