Infezioni urinarie continue dopo posizionamento stent jj in paziente oncologico

Gentili Dottori, mia mamma 68 anni e carcinoma alla cervice uterina terzo stadio figo attualmente necrotico trattato con radioterapia e un solo ciclo di chemio ha comunque infezioni alle vie urinarie dopo l’inserimento di un catetere JJ all’uretere sinistro.
La prima l’ha contratta in ospedale, un brutto batterio (escherichia coli OX48 mutato) che le ha provocato uno shock settico.
Una volta uscita urinocoltura ha rilevato ancora un escherichia coli (sensibile a quasi tutti gli antibiotici) che la dottoressa di base sentito l’infettivologo ha deciso di non trattare in quanto asintomatico ma che poi ha dato nausea, vomito e purtroppo una brutta anoressia.
Alla fine è stata trattata con levofloxacina per 5 gg.
In seguito a urine maleodoranti e febbre con urinocoltura negativa la dottoressa l’ha curata con terapia empirica Ciproxin per 10 gg e flagyl per 15 pensando fosse una sovrainfezione della necrosi.
Al termine della terapia invece l’urincoltura ha rilevato escherichia coli sensibile solo ad antibiotico ospedaliero (a parte sensibilità 32 a fosfomicina).
La dottoressa dice di provare il Monouril anche se blando ma io temo stia sviluppando batteri resistenti con tutti questi antibiotici dati con poca precisione.
Vorrei che le togliessero questo stent perché le crea infezioni che la stanno uccidendo prima del tumore (che per ora è sotto controllo) ma siccome vi è Idronefrosi di I grado sia a sin che dx nessuno ci aiuta.
Tra l’altro noto che appena si fa riferimento al tumore semplicemente ci liquidano dicendo che tanto la fine che farà sarà quella.
Mia mamma è ancora giovane e nonostante tutto questo dolore è combattiva.
Voglio aiutarla non sopprimerla come un animale visto che peraltro il tumore è sotto controllo.
Come posso fare?
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Purtroppo si è instaurato un circolo vizioso tra gli antibiotici e lo squilibrio della flora batterica intestinale (microbiòta) con selezione di micro-organismi sempre più resistenti ed aggressivi. Lo stent può creare altri tipi di fastidi, ma non può essere la causa unica delle infezioni. La situazione è senz’altro ardua e per noi a distanza impossibile da definire completamente, ad esempio sulla reale necessità di mantenere lo stent. Possiamo unicamente consigliare di devolvere al solo infettivologo la decisione di prescrivere gli antibiotici in assenza di febbre e dedicare molta attenzione all’intestino ed al suo microbiòta con qualsiasi mezzo idoneo (fermenti lattici, probiotici, yoghurt, kefir e quant’altro).

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Grazie Dottore,
ho letto le sue altre risposte a quesiti di questo genere e speravo proprio fosse lei a rispondere.
C’è una Idronefrosi di primo grado al rene senza stent e di II in quello con lo stent. Dicono che la massa necrotica spinge anche se non aumenta e va mantenuto per questo. Il fatto è che mia mamma ha avuto febbre una notte a 38,5 e quella successiva a 37,5, poi basta. Non ho dato nulla in attesa del riscontro di un infettivologo che ho contattato (ma non so se avverrà velocemente). Non vorrei però che ci fosse in atto un’infezione con pochi sintomi come la precedente visto che è debilitata da tutte queste cure e non so in cosa potrebbe evolvere di pericoloso se non si agisce in fretta. Nelle urine ha leucociti a 6600 e nitriti assenti e l’escherechia coli individuato con urinocoltura risulta sensibile solo a fosfomicina (32) come antibiotico non ospedaliero. Mi rendo conto che non può guarirla a distanza ma mi farebbe un consiglio sul da farsi nell’attesa di risposta dall’infettivologo?
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Il sedimento urinario in presenza dello stent è certamente alterato. Purtroppo a distanza non possiamo dire molto di più, cerchi di accelerare la valutazione dell'infettivologo.

Paolo Piana
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Utente
Utente
Grazie della risposta, ma scusi dottore con sicuramente alterato intende che è in atto un’infezione? Non mi è chiaro. Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
L’infezione ci può essere oppure no, ma è la presenza stessa del corpo estraneo che induce la presenza di globuli rossi e bianchi, anche in gran quantità.

Paolo Piana
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Utente
Utente
Dottore ma quindi come si fa a sapere se c’è infezione? Valutando la presenza dei nitriti e i sintomi (per lei praticamente assenti o comunque aspecifici tipo stanchezza)? L’ infezione potrebbe eventualmente causare Idronefrosi dato che al controllo di un mese fa era del tutto assente e invece dopo un mese è già II grado dove c’è lo stent e I dove non c’è pur non essendo aumentata la massa tumorale? Grazie molte per la sua disponibilità preziosissima
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
La febbre costante superiore ai 38 C è un segno quasi inequivocabile di infezione. La dilatazione delle alte vie urinari (spesso scorrettamente definita idronefrosi) è causata dall'ostruzione causata dalla massa, quindi non dall'infezione. Il giudizio ecografico dipende molto da chi esegue l'esame, non vi sono parameti di riferimento precisi. In ogni caso lo stent dovrebbe essere sostituito ogni 4-6 mesi. Esistono degli stent particolari da utilzzare nelle situazioni tumorali che hanno una durata più lunga. Il problema è che in questi casi si ha quasi sempre a che fare con soggetti defedàti, che si alimentano poco e bevono ancora meno. Si fa quel che si può.

Paolo Piana
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Utente
Utente
Dottore grazie per le sue risposte.
La dottoressa dopo aver parlato con l'infettivologo ha deciso di non trattarla dato che non ha febbre e non ha nitriti nelle urine. Io però non sono molto tranquilla perchè lei ha fastidio/dolore sotto alle costole a sinistra (potrebbe essere lo stent oppure il rene) e soprattutto perché le urine sono parecchio torbide...sembrano yogurt greco annacquato (non so se pus o cosa). La dottoressa insiste che in assenza di nitriti con questo escherechia coli. multiresistente OXA 48 non vi è infezione ma solo colonizzazione..non so cosa pensare. Oggi inoltre ha avuto nausea e vomito. Nell'infezione precedente da escherechia coli sensibile a tutto aveva nausea, una volta fatto l'antibiotico la nausea è passata ma poi è tornato questo escherechia coli multiresistente. La nausea può essere l'unico sintomo d infezione urinaria da escherechia coli multiresistente insieme alle urine torbide in assenza di nitriti? Lei esclude di seguirci a distanza? grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
Il segno principale di una grave infezione delle vie urinarie è la febbre, spesso molto elevata. La nausea ed il vomito non sono direttamente correlabili all'infezione, ma correlati ad una situazione generale molto degradata.Lo stent dovrebbe infine esser soltituito almeno una volta ogni 4-6 mesi.
Noi a distanza possiamo dar informazioni e spiegazioni, ma non possiamo farci carico deòla gestione del caso in tutti i sui aspetti diagnostici e terapeutici.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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Utente
Utente
Dottore deve perdonarmi se insistito ma questa nausea era già presente a fine marzo da circa due mesi. A metà aprile mia mamma è stata 10 giorni in ospedale con un ricovero organizzato per fare un po’ di nutrizione parenterale giacché non mangiava poco e niente da mesi ed era in uno stato di profonda malnutrizione. In quei 10 gg - oltre alla nutrizione parenterale - ha fatto una trasfusione (emoglobina era a 6,6 ed è salita a 7,8) e l’antibiotico (levofloxacina) per l’ escherichia coli. Tornata a casa la nausea era sparita e fino a ieri mangiava (solo frullati) ma con gran gusto e con dentro veramente di tutto. Non certo adatti a una con la nausea per intenderci. Da due giorni la forte nausea (che non passa nemmeno nè si attenua con antiemetici) è tornata. Ne desumo sto che era passata che sia legata o all’infezione o allo stent stesso o infine all’anemia (mi sembra meno probabile). Se fosse legata alla malattia oncologica non sarebbe certo andata via in una settimana dopo trasfusione e antibiotico ritengo.mi fa sapere cosa ne pensa?
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Dr. Paolo Piana Urologo 42.9k 1.9k
In una situazione del genere non è il caso di sottilizzare per una terapia antibiotica in più o in meno. Un ciclo di terapia antibiotica empirica non si nega quasi a nessuno, anche se si è poco convinti della sua reale efficacia. Possiamo immaginare che anche il vostro medico curante sia della stessa opinione.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
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