Prostatite? come trattarla?

Buongiorno, sono un ragazzo di 29 anni.
Ad inizio aprile ho iniziato a lamentare un fastidio al testicolo sinistro.
Mi sono dunque interfacciato con un urologo con il quale lavoro, il quale mi ha riscontrato una lieve infiammazione dell'epididimo e un lieve varicocele.
Mi ha detto di verificare l'andamento della situazione e di usare degli integratori alimentari.

Qualche giorno dopo dalla visita ho iniziato a lamentare un lieve fastidio all'uretra e in zona perianale.
Il mio medico di base mi ha perciò prescritto la ciprofloxacina 500mgx2 per due settimane e antinfiammatori al bisogno.
Ho ridotto l'assunzione di alcolici e caffè e ho iniziato ad assumere più liquidi per idratarmi.
Finito l'antibiotico, ho interrotto per altri motivi l'attività sessuale per altre due settimane e il fastidio sembrava essere scomparso.
Al termine di questo mese di riposo, ho ripreso la mia normale vita in termini alimentari e sessuali.
Qualche giorno dopo il fastidio si è ripresentato, anche se in forma più lieve.
Ho deciso perciò di rivolgermi nuovamente all urologo il quale mi ha diagnosticato una prostatite.
Ho effettuato un esame colturale dell urine, esame chimico fisico e spermiocoltura.
Tutto è risultato nella norma.
La mia compagna aveva effettuato qualche settimana addietro un tampone risultato positivo all'ureaplasma, perciò l'urologo mi ha detto di iniziare una terapia con bassado (2 compresse il primo giorno e 1 compressa per i successivi 19 giorni) e di non effettuare il tampone uretrale con massaggio prostatico in quanto inutile.
Ho iniziato ad assumere degli integratori con serenoa repens e l'urologo mi ha detto di utilizzare il topster supposte per 10 giorni.
Oggi ho terminato l'assunzione delle supposte, mentre proseguo la terapia antibiotica.
Tuttavia i fastidi permangono.
Volevo sapere se secondo voi l'iter diagnostico/terapeutico è corretto e che cosa fare se al termine di questi 20 giorni di trattamento il problema continua a presentarsi.
Come mi devo comportare dal punto di vista sessuale e alimentare?
Premetto che la mia compagna non ha lamentato nessun fastidio e io non ho avuto altri segni/sintomi da quelli esposti.
Grazie del consulto.
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Dr. Paolo Piana Urologo 41.8k 1.8k 19
Noi siamo tradizionalmente contrari alla somministrazione empirica di antibiotici, a meno che vi sia febbre od altri evidenti segni di complicazione, questo se non sono stati eseguiti esami colturali o se i medesimi sono risultati negatoivi. L'esperienza ci ha insegnato che in questi casi gli antibiotici non sono quasi mai risolutivi, mentre nel frattempo incidono sull'equilibrio della preziosa flora batterica intestibnale (microbiòta), con il rischio di entrare in un pericoloso circolo vizioso. Parimenti non pensiamo che si possa fare molto affidamento sugli integratori alimentari, che hanno indicazioni nei disturbi urinari da ingrossamento prostatico dell'età matura. Siamo invece convinti che l'azione più efficace sia quella svolta sullo stile di vita, che deve essere indirizzato ad una ragionevole regolarità in tutti i suoi aspetti principèali (alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale).

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
La ringrazio della risposta Dr. Piana. Anche io ero perplesso sull'assunzione di antibiotici senza un esito positivo degli esami colturali, tuttavia alla recidiva del problema non ho trovato una risposta valida che potesse spiegare questa prostatite, se non quella che fosse di origine batterica (anche in virtù della positività della mia compagna). Conduco una vita abbastanza regolata sia in termini sessuali, che in termini alimentari eppure il fastidio continua ad esserci. Mi chiedo dunque se sia necessario effettuare ulteriori esami.
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Dr. Paolo Piana Urologo 41.8k 1.8k 19
La congestione / infiammazione della prostata a causa non infettiva è nota per essere estremamente tenace da trattare ed al tempo stesso perlopiù priva di rilievi significativi sia agli accertamenti che alla visita diretta. A parte le indicazioni salienti sullo stile di vita, la situazione può meritare di essere trattata con brevi cicli di veri anti-infiammatori o con l'applicazione locale di onde d'urto a bassa intensità. Essenziale è però il continuo contatto con uno specialista con il quale si intrettenga un buon rapporto di comunicazione e fiducia.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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