Ureaplasma parvum: dolore anche dopo un mese dalla negativizzazione

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Buongiorno.
Sono una ragazza di 25 anni.
Un po’ di mesi fa ho conosciuto il mio attuale fidanzato e (sbagliando) ho avuto rapporti non protetti.
Da subito ho lamentato dei fastidi: bruciore alla penetrazione e post rapporti.
Ho dunque deciso di indagare, scoprendo poi di essere positiva all’Ureaplasma Parvum sia tramite tampone endo cervicale sia tramite esame delle urine.
Per due mesi ho sofferto come un cane: fortissimi bruciori durante tutto il giorno, soprattutto post minzione.

Ho provato Azitromicina, Klacid ed infine Bassado: quest’ultimo, grazie a Dio, ha funzionato e sono riuscita a debellare questo antipatico batterio.
Nonostante questo, però, il dolore rimane.
Il mio urologo è stato un po’ sbrigativo: mi ha detto che è normale sentire ancora fastidio e mi ha dato degli integratori, mentre io mi aspettavo facesse un’indagine più approfondita (per esempio un’ecografia per capire se ci fosse un’uretrite in corso ecc)
Mi ha solo detto che l’ureaplasma causa l’infiammazione del trigono e pertanto ci vuole del tempo per guarire.

Mi ha inoltre detto che questo batterio è silente e spesso ci mette anni per manifestare i sintomi.
Mi sembra strano averlo da tempo, però, visto che ho avuto solo due rapporti in vita mia: con il mio attuale ragazzo conosciuto a gennaio, e con il mio ex (eravamo entrambi vergini e con lui non ho mai lamentato nè dolori nè cistiti post coitali e nemmeno cistiti in generale), quindi suppongo si tratti di una neo-infezione.
O si può prendere anche non sessualmente?

Non capisco quanto e soprattutto SE sia normale sentire ancora dolore dopo circa un mese dalla negativizzazione... Cosa potrebbe essere?

L’ipotesi vulvodinia è da prendere in considerazione?
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 40k 1.8k 19
La trasmissione per via sessuale dal maschio alla femmina di infezioni da batteri comuni è molto improbabile, è più facile al limite che accada il contrario. Non è quindi da escludere che l'Ureaplasma provenga dal suo intestino e passi alle vie urinarie in seguito ai rapportu penetrativi con le tipiche modalità della cistite post-coitale. L'ecografia si può certamente eseguire, ma certamente non per individuare una uretrite, quanto altri eventuali fattori pedisponenti, che però sono poco verosimili alla sua giovane età. Sempre da tener presente un possibile influsso ormonale. Assume la pilloa o la ha cambiat recentmente? Il ciclo mestruale è regolare? Ha notato delle variozioni del disturbo a seconda delle fasi del ciclo?

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente per la sua tempestiva risposta.
Il mio ciclo mestruale è sempre stato super regolare; ho sempre sofferto dei tipici crampi da ciclo (che comunque si placavano subito con una pasticca), ma oltre a questo niente di strano.
Non ho mai assunto la pillola anticoncezionale, nemmeno quella del giorno dopo, mai.
Il bruciore intimo tende a farsi più intenso negli ultimi giorni di ciclo, ma ho sempre dato la colpa agli assorbenti che magari mi irritavano, però forse c’è una spiegazione più logica sotto.

Per quanto riguarda la correlazione intestino-infezioni vie urinarie: l’urologo non mi ha mai parlato di questo, anzi ha sempre dato per scontato che avessi preso questa infezione da un eventuale partner. Io in effetti avevo letto qualcosa su internet, ma non avevo mai avuto l’occasione di chiarire con un esperto i miei dubbi a tal proposito.
Mi sa fare un esempio concreto di come, a causa di qualche problema intestinale, si possa creare un’infezione urinaria?
Gliene sarei estremamente grata, giusto per capire
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 40k 1.8k 19
Nella femmina, una funzione intestinale non perfetta è molto frequente e con essa un’alterazione della flora batterica locale (microbiòta). Questa situazione è certamente favorita dalle terapie antibiotiche e da una dieta inappropriata. Si selezionano quindi ceppi batterici più aggressivi e resistenti, che in parte tendono a colonizzare l’area ano-genitale, indipendentemente dall’igiene locale, alterando anche qui la normale flora batterica vaginale (lattobacilli). Il seppur minimo trauma del rapporto penetrativo, in soggetti predisposti è in grado di causare la migrazione di questi batteri alle basse vie urinarie. Questo è per sommi capi il meccanismo della cistite post-coitale, che si sviluppa comunque solo in un limitato numero di casi, magari sostenuta da altre concause, come ad esempio la scarsa idratazione con relativa concentrazione eccessiva delle urine.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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