Cistoscopia, cateterismo vescicale e complicazioni
Buongiorno ai medici del sito,
Ho 31 anni e da circa due anni e mezzo soffro di notevoli problemi a urinare.
Il mio sintomo principale è sempre stato il dolore/bruciore alla minzione, che si acuiva dopo i rapporti sessuali.
Per circa due anni ho girato 3 urologi, i quali hanno sempre bollato il problema come prostate cronica e mi hanno curato (infruttuosamente) con antibiotici.
Urine, urinocoltura e spermiocoltura sempre negative.
A ottobre 2023 mi rivolgo a un noto urologo milanese che mi fa eseguire una flussometria, dalla quale risulta un flusso massimo di 11, 90 ml/s a fronte di 210 ml vuotato.
No residuo post minizonale.
A fronte di questi risultati e dei disturbi sempre più ingravescenti (divenuti ormai quotidiani), il 23 aprile 2024 mi sottopongo a una cistoscopia in sedazione.
Nel corso della stessa, trovano un minimo restringimento a livello bulbare (che dilatano già direttamente col cistoscopio) e "collo vescicale ipertonico come da sclerosi del collo vescicale" (che non è stato inciso dati i noti effetti collaterali).
Dopo l'intervento, ho portato il catetere a domicilio per 8 giorni (avevo urine molto rosse nei primi giorni): segnalo che con il catetere ho avuto molte erezioni notturne che, oltre al dolore, mi provocavano perdite di sangue sia dal meato, che dentro il tubo.
Rimosso il catetere, passati alcuni giorni dove sono diminuiti i dolori operatori, sono tornati gli stessi identici dolori che avevo prima: dolori e bruciori alla minzione ormai costanti e quotidiani.
La cosa che mi preoccupa, inoltre, è che si è aggiunto un nuovo sintomo (siamo a un mese dall'intervento), cioè un fortissimo dolore nel momento dell'erezione in un punto fisso, poco sotto la punta del pene: nello stesso punto avverto dolori alla minzione e talvolta mi sembra quasi che si "blocchino" le ultime gocce di urina, provocandomi bruciore.
Al momento non mi sono stati prescritti farmaci contro la sclerosi del collo, ma rivedrò l urologo nei prossimi giorni.
La mia domanda è la seguente: è possibile che il catetere mi abbia provocato una lesione in quel punto (o una nuova stenosi uretrale) che mi causa questo nuovo disturbo molto rilevante e che prima non avevo?
Ringrazio in anticipo chi mi risponderà.
Ho 31 anni e da circa due anni e mezzo soffro di notevoli problemi a urinare.
Il mio sintomo principale è sempre stato il dolore/bruciore alla minzione, che si acuiva dopo i rapporti sessuali.
Per circa due anni ho girato 3 urologi, i quali hanno sempre bollato il problema come prostate cronica e mi hanno curato (infruttuosamente) con antibiotici.
Urine, urinocoltura e spermiocoltura sempre negative.
A ottobre 2023 mi rivolgo a un noto urologo milanese che mi fa eseguire una flussometria, dalla quale risulta un flusso massimo di 11, 90 ml/s a fronte di 210 ml vuotato.
No residuo post minizonale.
A fronte di questi risultati e dei disturbi sempre più ingravescenti (divenuti ormai quotidiani), il 23 aprile 2024 mi sottopongo a una cistoscopia in sedazione.
Nel corso della stessa, trovano un minimo restringimento a livello bulbare (che dilatano già direttamente col cistoscopio) e "collo vescicale ipertonico come da sclerosi del collo vescicale" (che non è stato inciso dati i noti effetti collaterali).
Dopo l'intervento, ho portato il catetere a domicilio per 8 giorni (avevo urine molto rosse nei primi giorni): segnalo che con il catetere ho avuto molte erezioni notturne che, oltre al dolore, mi provocavano perdite di sangue sia dal meato, che dentro il tubo.
Rimosso il catetere, passati alcuni giorni dove sono diminuiti i dolori operatori, sono tornati gli stessi identici dolori che avevo prima: dolori e bruciori alla minzione ormai costanti e quotidiani.
La cosa che mi preoccupa, inoltre, è che si è aggiunto un nuovo sintomo (siamo a un mese dall'intervento), cioè un fortissimo dolore nel momento dell'erezione in un punto fisso, poco sotto la punta del pene: nello stesso punto avverto dolori alla minzione e talvolta mi sembra quasi che si "blocchino" le ultime gocce di urina, provocandomi bruciore.
Al momento non mi sono stati prescritti farmaci contro la sclerosi del collo, ma rivedrò l urologo nei prossimi giorni.
La mia domanda è la seguente: è possibile che il catetere mi abbia provocato una lesione in quel punto (o una nuova stenosi uretrale) che mi causa questo nuovo disturbo molto rilevante e che prima non avevo?
Ringrazio in anticipo chi mi risponderà.
[#1]
Il disturbo che lei ci riferisce è tipicamente irradiato lungo l'uretra a partire dalla zona della prostata e collo vescicale, che portano ancora i segni dell'iritazione causata dal passaggio dello strumento endoscopico. E' poco verosimile che vi sia qualcosa di alterato nel punto dove lei avverte il fastidio. Questo doverebbe però essere destinato a svanire progressivamente nel prossimo periodo. Immaginiamo che le sia stata consigliata una terapia con un farmaco alfa-litico, di cui si valutrà l'efficacia. Per completare la diagnosi e soprattutto definire la necessità o meno di un intervento (al di là dei suoi effetti collaterali) è però indispensabile l'esecuzione di una indagine urodinamica completa, unico accertamento che ci informa sulla capacità di contrazione della vescica.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Gentilissimo Dott. Piana,
La ringrazio molto per la gentile e celere risposta. Ho aspettato del tempo per condividere con Lei l'evoluzione della sintomatologia.
Alla visita di controllo, l'Urologo si è detto sorpreso dell'assenza di benefici successivi all'intervento e ha ricondotto (senza troppa convinzione) il dolore all'erezione a un'infezione delle vie urinarie, prescrivendomi Bassado per 10 giorni.
Non mi ha prescritto una terapia alfalitica e mi ha esortato a proseguire la riabilitazione del pavimento pelvico e l'elettrostimolazione antalgica, a suo dire le uniche vie per migliorare il dolore, concludendo che con ogni probabilità, più avanti, dovrei comunque operare il collo della vescica.
All'esame mi ha anche trovato una "placca", situata al terzo medio distale del pene, che ritengo mi sia venuta dopo l'intervento perchè prima non l ho mai avvertita. Non mi ha dato alcun consiglio di sorta sul punto.
Oggi, a due mesi dall'intervento e dopo circa un mese di riabilitazione/elettrostimolazione, ho dei miglioramenti da alcune settimane sulla sintomatologia dolorosa all'uretra (in sintesi: fare pipì mi da decisamente meno fastidio - sperando che duri) e il dolore all'erezione è quasi sparito. Avendo ripreso l'attività sessuale, tuttavia, la famosa "placca" mi fa veramente male durante il rapporto (come schiacciare con forza un livido con la mano): si tratta di un sintomo inesistente prima dell'intervento.
Le mie domande sarebbero due: 1) è corretto questo modo di procedere (no alfa litici, sì riabilitazione/elettrostimolazione) ed è veramente impossibile sottrarsi all'intervento? 2) cosa fare con questa dolorosa placca?
La ringrazio molto e Le auguro buon lavoro.
La ringrazio molto per la gentile e celere risposta. Ho aspettato del tempo per condividere con Lei l'evoluzione della sintomatologia.
Alla visita di controllo, l'Urologo si è detto sorpreso dell'assenza di benefici successivi all'intervento e ha ricondotto (senza troppa convinzione) il dolore all'erezione a un'infezione delle vie urinarie, prescrivendomi Bassado per 10 giorni.
Non mi ha prescritto una terapia alfalitica e mi ha esortato a proseguire la riabilitazione del pavimento pelvico e l'elettrostimolazione antalgica, a suo dire le uniche vie per migliorare il dolore, concludendo che con ogni probabilità, più avanti, dovrei comunque operare il collo della vescica.
All'esame mi ha anche trovato una "placca", situata al terzo medio distale del pene, che ritengo mi sia venuta dopo l'intervento perchè prima non l ho mai avvertita. Non mi ha dato alcun consiglio di sorta sul punto.
Oggi, a due mesi dall'intervento e dopo circa un mese di riabilitazione/elettrostimolazione, ho dei miglioramenti da alcune settimane sulla sintomatologia dolorosa all'uretra (in sintesi: fare pipì mi da decisamente meno fastidio - sperando che duri) e il dolore all'erezione è quasi sparito. Avendo ripreso l'attività sessuale, tuttavia, la famosa "placca" mi fa veramente male durante il rapporto (come schiacciare con forza un livido con la mano): si tratta di un sintomo inesistente prima dell'intervento.
Le mie domande sarebbero due: 1) è corretto questo modo di procedere (no alfa litici, sì riabilitazione/elettrostimolazione) ed è veramente impossibile sottrarsi all'intervento? 2) cosa fare con questa dolorosa placca?
La ringrazio molto e Le auguro buon lavoro.
[#3]
Come le abbiamo già scritto, solo l'indagine urodinamica ci può fornire dati incontrovertibili sulla sua funzione urinaria, al di là delle sensazioni soggettive meglio/peggio. Questo in particolare se vi è comunque all'orizzonte la possibile necessità di agire sul collo vescicale. Per definire codesta - placca - è opportuno eseguire una ecografia del pene.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 961 visite dal 18/05/2024.
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