Qual è l’iter corretto da seguire in caso di sospetta neoplasia all’uretere?
Salve, scrivo per conto di mia madre, ottantaquattrenne, trattata con terapia anticoagulante.
Dal mese di dicembre, in seguito ad una tac all’addome a cui si è sottoposta per ematuria, le è stato individuato un ispessimento parietale concentrico di verosimile natura eterologa dell’uretere medio/prossimale di dx e segni di tromboembolia polmonare.
Recatasi al PS, le consigliarono di sospendere l’anticoagulante e di consultare il proprio cardiologo per decidere il prosieguo terapeutico.
A distanza di circa 15 giorni, nuovo accesso al PS da cui viene ricoverata per embolia polmonare subclinica in paziente con sospetta neoplasia uroteliale.
In tale occasione le viene somministrato e prescritto altro coagulante, inserita in lista d’attesa per ureteroscopia con biopsia (dopo consulenza urologica) e dimessa dopo una settimana.
Ad oggi non è stata ancora chiamata per l’esame, persiste l’ematuria e si sono aggiunti forti dolori di reni.
Nel frattempo abbiamo consultato un altro urologo, che presta servizio presso altra struttura, il quale l’avrebbe direttamente operata se non fosse stato bloccato, in fase di pre ricovero, dal primario di Anestesia che non ha voluto assumersi la responsabilità di anestetizzare mia madre, vista la pregressa tromboembolia.
A questo punto non sappiamo come sia meglio procedere credo di aver capito che anche per l’ureteroscopia debba essere anestetizzata e se anche in questo caso non dovessero ritenere opportuno farlo, vista la pregressa tromboembolia?
E intanto il tempo passa
Chiedo cortesemente consigli e orientamenti in merito.
Grazie
Dal mese di dicembre, in seguito ad una tac all’addome a cui si è sottoposta per ematuria, le è stato individuato un ispessimento parietale concentrico di verosimile natura eterologa dell’uretere medio/prossimale di dx e segni di tromboembolia polmonare.
Recatasi al PS, le consigliarono di sospendere l’anticoagulante e di consultare il proprio cardiologo per decidere il prosieguo terapeutico.
A distanza di circa 15 giorni, nuovo accesso al PS da cui viene ricoverata per embolia polmonare subclinica in paziente con sospetta neoplasia uroteliale.
In tale occasione le viene somministrato e prescritto altro coagulante, inserita in lista d’attesa per ureteroscopia con biopsia (dopo consulenza urologica) e dimessa dopo una settimana.
Ad oggi non è stata ancora chiamata per l’esame, persiste l’ematuria e si sono aggiunti forti dolori di reni.
Nel frattempo abbiamo consultato un altro urologo, che presta servizio presso altra struttura, il quale l’avrebbe direttamente operata se non fosse stato bloccato, in fase di pre ricovero, dal primario di Anestesia che non ha voluto assumersi la responsabilità di anestetizzare mia madre, vista la pregressa tromboembolia.
A questo punto non sappiamo come sia meglio procedere credo di aver capito che anche per l’ureteroscopia debba essere anestetizzata e se anche in questo caso non dovessero ritenere opportuno farlo, vista la pregressa tromboembolia?
E intanto il tempo passa
Chiedo cortesemente consigli e orientamenti in merito.
Grazie
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Purtoppo non esistono alternative diagnostiche praticabili senza un minimo di anestesia, ovviamente periferica e non generale. La situazione ci pare però sufficientemente seria da considerare l'ineluttabilità di questi accertamenti.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 322 visite dal 17/04/2024.
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