Recidiva su carcinoma vescicale, richiesta chiarimenti
Buongiorno dottore,
mia madre è mancata due settimane fa a causa di una recidiva del tumore alla vescica.
In sintesi è stata presa in cura nel 2002 per un tumore vescicale a basso grado che, grazie ai controlli di protocollo e instillazioni si è mantenuto per circa 20 anni fino al 2022 in cui l'esame istologico ha riscontrato che il tumore era diventato ad alto grado infiltrante.
Mia madre si è quindi sottoposta a cistectomia radicale nell'aprile del 2022 (a 78 anni) in modo da rimuovere il tumore il prima possibile e scongiurare un aggravamento.
Il primario ci aveva messo al corrente che avrebbe potuto sottoporsi a cicli di chemioterapia e che in letteratura si parlava del 13% in meno di probabilità di recidiva post intervento, tenuto conto però che nelle tempistiche per avviare la chemioterapia il tumore avrebbe anche potuto aggravarsi.
Abbiamo deciso quindi per l'intervento immediato ed è stata operata con chirurgia tradizionale e non robotica.
l'intervento è andato bene ma ci sono state delle complicanze post intervento che hanno allungato la degenza a quasi un mese di ospedale (blocco intestinale), i linfonodi sono risultati negativi e il tumore sembrava circoscritto a quanto mi è stato riferito.
Mia madre si è ripresa abbastanza bene, accettando suo malgrado l'urostomia, e il protocollo ha previsto una TAC con mezzo di contrasto ogni 6 mesi.
Purtroppo però la TAC di aprile 2023 (un anno dopo l'intervento) ha segnalato due piccoli noduli polmonari, quindi è eseguita TAC a 3 mesi.
A fine agosto 2023 i noduli polmonari erano aumentati per numero e dimensioni mostrando comportamento maligno, quindi si è sottoposta a biopsia a settembre che ha confermato che erano cellule partite dalla vescica.
Purtroppo contemporaneamente ha iniziato a lamentare dolori ossei che poi si sono dimostrati essere casati da metastasi ossee.
A fine ottobre siamo venute a conoscenza che le metastasi erano su polmone, fegato e ossa.
Fatto un ciclo di chemio e 2 su 5 sedute di radioterapia.
A fine dicembre è entrata in cure palliative, con funzionalità ancora buona del fegato e non lamentava difficoltà respiratorie, purtroppo aveva una forte perdita di autonomia sulla mobilità e molti dolori ossei.
A inizio febbraio ha avuto un malore per il quale ho chiamato il 118 e mi è stato riferito che erano stati compromessi una serie di equilibri fisiologici vitali (livello basso del Ca, acidità del sangue, albumina alta) e in 15 giorni purtroppo ci ha lasciato.
Volevo capire: 1) in genere che percentuale di recidiva (o che percentuale di sopravvivenza) c'è nelle pazienti donne in casi come mia mamma (linfonodi negativi) dopo la cistectomia radicale; 2) se è normale l'avanzare così veloce di un tumore in donna di 80 a3) se il tumore avrebbe potuto restare a basso grado ed eventualmente capire in media quale è l'evoluzione più frequente per questo tipo di tumori.
La ringrazio fin da ora, mi aiuterebbe a capire come devo elaborare questo avvenimento.
mia madre è mancata due settimane fa a causa di una recidiva del tumore alla vescica.
In sintesi è stata presa in cura nel 2002 per un tumore vescicale a basso grado che, grazie ai controlli di protocollo e instillazioni si è mantenuto per circa 20 anni fino al 2022 in cui l'esame istologico ha riscontrato che il tumore era diventato ad alto grado infiltrante.
Mia madre si è quindi sottoposta a cistectomia radicale nell'aprile del 2022 (a 78 anni) in modo da rimuovere il tumore il prima possibile e scongiurare un aggravamento.
Il primario ci aveva messo al corrente che avrebbe potuto sottoporsi a cicli di chemioterapia e che in letteratura si parlava del 13% in meno di probabilità di recidiva post intervento, tenuto conto però che nelle tempistiche per avviare la chemioterapia il tumore avrebbe anche potuto aggravarsi.
Abbiamo deciso quindi per l'intervento immediato ed è stata operata con chirurgia tradizionale e non robotica.
l'intervento è andato bene ma ci sono state delle complicanze post intervento che hanno allungato la degenza a quasi un mese di ospedale (blocco intestinale), i linfonodi sono risultati negativi e il tumore sembrava circoscritto a quanto mi è stato riferito.
Mia madre si è ripresa abbastanza bene, accettando suo malgrado l'urostomia, e il protocollo ha previsto una TAC con mezzo di contrasto ogni 6 mesi.
Purtroppo però la TAC di aprile 2023 (un anno dopo l'intervento) ha segnalato due piccoli noduli polmonari, quindi è eseguita TAC a 3 mesi.
A fine agosto 2023 i noduli polmonari erano aumentati per numero e dimensioni mostrando comportamento maligno, quindi si è sottoposta a biopsia a settembre che ha confermato che erano cellule partite dalla vescica.
Purtroppo contemporaneamente ha iniziato a lamentare dolori ossei che poi si sono dimostrati essere casati da metastasi ossee.
A fine ottobre siamo venute a conoscenza che le metastasi erano su polmone, fegato e ossa.
Fatto un ciclo di chemio e 2 su 5 sedute di radioterapia.
A fine dicembre è entrata in cure palliative, con funzionalità ancora buona del fegato e non lamentava difficoltà respiratorie, purtroppo aveva una forte perdita di autonomia sulla mobilità e molti dolori ossei.
A inizio febbraio ha avuto un malore per il quale ho chiamato il 118 e mi è stato riferito che erano stati compromessi una serie di equilibri fisiologici vitali (livello basso del Ca, acidità del sangue, albumina alta) e in 15 giorni purtroppo ci ha lasciato.
Volevo capire: 1) in genere che percentuale di recidiva (o che percentuale di sopravvivenza) c'è nelle pazienti donne in casi come mia mamma (linfonodi negativi) dopo la cistectomia radicale; 2) se è normale l'avanzare così veloce di un tumore in donna di 80 a3) se il tumore avrebbe potuto restare a basso grado ed eventualmente capire in media quale è l'evoluzione più frequente per questo tipo di tumori.
La ringrazio fin da ora, mi aiuterebbe a capire come devo elaborare questo avvenimento.
[#1]
Lei non ci riferisce i risultati degli esami istologici eseguiti sia in passato, sia più recentemente. I dati statistici si basano essenzialmente su questi presupposti, pertanto non è possibile rispondere alla sua prima domanda. Per il resto, questo tipo di evoluzione si manifesta in vari tipi di tumore e può essere molto generalmente collegato ad alla riduzione della competenza immunitaria che si manifesta con l’età avanzata.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.8k visite dal 08/03/2024.
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