Stent j-fil
Salve dottori scrivo per mia madre di 66 anni a cui circa 2 anni fa è stata riscontrata la fibrosi retroperitoneale con conseguente idrofrenosi secondaria.
Ha subito diversi interventi...prima la nefrostomia percutanea e dopo inserimento di stent allium che le ha causato dei veri problemi e fastidi che l' hanno costretta a una forte depressione...dolore alla schiena dolore al fianco infezioni urinarie continui bruciore alla minzione etc...adesso dopo un anno di lotta con l urologo che si rifiutava di togliere allium siamo per forza di cose ripassate alla nefrostomia percutanea che ovviamente non si può ritenere una soluzione a vita.
Mi chiedevo se ci fosse qualche stent più tollerabile da permettere quanto meno a riprendere la vita quotidiana.
Ho sentito parlare di stent j fil e volevo sapere se c'è qualche centro urologico che lo tratta.
Grazie
Ha subito diversi interventi...prima la nefrostomia percutanea e dopo inserimento di stent allium che le ha causato dei veri problemi e fastidi che l' hanno costretta a una forte depressione...dolore alla schiena dolore al fianco infezioni urinarie continui bruciore alla minzione etc...adesso dopo un anno di lotta con l urologo che si rifiutava di togliere allium siamo per forza di cose ripassate alla nefrostomia percutanea che ovviamente non si può ritenere una soluzione a vita.
Mi chiedevo se ci fosse qualche stent più tollerabile da permettere quanto meno a riprendere la vita quotidiana.
Ho sentito parlare di stent j fil e volevo sapere se c'è qualche centro urologico che lo tratta.
Grazie
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Il tipo di sten cui lei fa riferimento è munito di fili ad una estrmità, che ne facilitamo la rimozione, che può avvenire snza endoscopia. Sono adatti ad inserimenti di breve periodo, come dopo le indagini e gli interventi endoscopici sulle alte vie urinarie. Non sono adatti alle lunghe permanenze. D'antronde, qualsiasi stent è generalmente destinato ad essere poco tollerato, con grosse differerenze però tra un soggetto e l'altro. Quando i problemi paiono insormontabili, si prende talora in considerazione la realizzazione di una derivazione urinaria chiirurgica, ovveero derivando le urine all'esterno, senza passare dalla vescica. sono comunque interventi parecchhio invasisvi, le cui indicazioni deono essere valutate attentamente caso per caso.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 512 visite dal 26/02/2024.
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