Incontinenza dopo intervento di prostatectomia radicale
Gentilissimo dottori, buon pomeriggio, ho 74 anni il 16/01/2024 ho subito un intervento di prostatectomia radicale in chirurgia robotica, dopo i quattro giorni canonici di ricovero in ospedale vengo dimesso con catetere, che dal momento dell' uscita dalla sala operatoria fino alla rimozione (ca 20 GG.
) ho avuto sempre abbondanti perdite di urina, mi è stato detto che fossero spasmi vescicali, ma...ad oggi a ca.
10 giorni dalla rimozione del catetere non riesco a sentire stimoli, ma solo perdite continue di urina con frequenti cambi di pannoloni (mi hanno proposto una sorta di riabilitazione, ma tra una ventina di giorni ci sarà un posto libero)...
La mia domanda: dovrò avere questa incontinenza a vita?
ed eventualmente se c'è la possibilità farmacologia o chirurgica a poter intervenire per correggere questo problema.
Ringrazio per il tempo che mi dicherete e porgo cordiali saluti
) ho avuto sempre abbondanti perdite di urina, mi è stato detto che fossero spasmi vescicali, ma...ad oggi a ca.
10 giorni dalla rimozione del catetere non riesco a sentire stimoli, ma solo perdite continue di urina con frequenti cambi di pannoloni (mi hanno proposto una sorta di riabilitazione, ma tra una ventina di giorni ci sarà un posto libero)...
La mia domanda: dovrò avere questa incontinenza a vita?
ed eventualmente se c'è la possibilità farmacologia o chirurgica a poter intervenire per correggere questo problema.
Ringrazio per il tempo che mi dicherete e porgo cordiali saluti
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Il suo forte sovrappeso senz'altro giustifica almeno in parte la lentezza della ripresa funzionale. Su questo a tempi brevi è difficile ottenere dei risultati, più importanete è invece la riabilitazione, che dovrà essere iniziata al più presto possibile, nelle sue varie componenti (fisioterapia, elettrostimolazioni, biofeedback, eccetera). Nel frattempo non vi sono altri provvedimenti mirati da consigliare, quantomeno a distanza. Di ulteriori interventi chirurgici, almeno per ora, non se ne parla nemmeno.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#3]
Non è mai troppo tardi, ma da solo non ci riuscirà mai! Dovrà necessariamente affidarsi ad un buon dietologo / nutrizionista, lo faccia oggi stesso.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#4]
Buongiorno,
dopo prostatectomia radicale, anche utilizzando la tecnica robotica, non e' infrequente la presenza di una incontinenza urinaria prevalentemente da sforzo. Perdite di urine quando si cambia posizione, o quando si eseguono sforzi. Dopo prostatectomia radicale lo sfintere uretrale esterno e' sottoposto ad un aumento di carico non protetto dalla ghiandola prostatica ed una richiesta di maggiore velocità' reattiva. Questa forma di incontinenza puo' non regredire spontaneamente e la nostra scuola consiglia a tutti i pazienti che presentano una persistente incontinenza urinaria dopo 3 settimane dalla rimozione del catetere, di eseguire un ciclo di riabilitazione del piano perineale. A nostra esperienza eseguire esercizi disponibili anche su internet autogestiti, produce risultati scarsi e a volta puo' determinare un inversione di comando con peggioramento e non miglioramento dell'incontinenza.
La riabilitazione si esegue con un medico specializzato in questa forma di riabilitazione post prostatectomia radicale ( serve un centro con personale esperto e non un centro generico fisioterapico), due volte a settimana per un numero variabile a secondo del caso da 10 a 20 sedute. In ogni seduta c'e' una fase di elettrostimolazione del muscolo sfinteriale e piano perineale ed una fase di biofeedback ( esercizi guidati). Al paziente viene chiesto di quantizzare le perdite attraverso il pad test giornaliero per valutare con precisione l'entità' delle perdite iniziali ed il miglioramento durante le sedute.
Nella nostra esperienza i risultati sono molto buoni, esistono pazienti che non riescono comunque a correggere, ma la maggior parte risolve o ha un significativo miglioramento. I risultati peggiorano se si lascia passare molto tempo dalla rimozione del catetere, o comunque sono meno validi rispetto ad un uso precoce.
Diverso e' il discorso di rari casi in cui le perdite sono complete, indipendentemente dalla posizione e senza nessun miglioramento dopo 21 giorni dalla rimozione del catetere. . IN questi casi difficilmente la riabilitazione dara' una risoluzione e potrebbero essere necessarie procedure invasive fino allo sfintere artificiale.
In generale le terapie mediche non funzionano per l'incontinenza post prostatectomia radicale, salvo rari casi da urgenza e vescica iperattiva.
Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Chirurgia Robotica
Coordinatore Gruppo Multidisciplinare Tumore Prostata
Universita' Sapienza di Roma
dopo prostatectomia radicale, anche utilizzando la tecnica robotica, non e' infrequente la presenza di una incontinenza urinaria prevalentemente da sforzo. Perdite di urine quando si cambia posizione, o quando si eseguono sforzi. Dopo prostatectomia radicale lo sfintere uretrale esterno e' sottoposto ad un aumento di carico non protetto dalla ghiandola prostatica ed una richiesta di maggiore velocità' reattiva. Questa forma di incontinenza puo' non regredire spontaneamente e la nostra scuola consiglia a tutti i pazienti che presentano una persistente incontinenza urinaria dopo 3 settimane dalla rimozione del catetere, di eseguire un ciclo di riabilitazione del piano perineale. A nostra esperienza eseguire esercizi disponibili anche su internet autogestiti, produce risultati scarsi e a volta puo' determinare un inversione di comando con peggioramento e non miglioramento dell'incontinenza.
La riabilitazione si esegue con un medico specializzato in questa forma di riabilitazione post prostatectomia radicale ( serve un centro con personale esperto e non un centro generico fisioterapico), due volte a settimana per un numero variabile a secondo del caso da 10 a 20 sedute. In ogni seduta c'e' una fase di elettrostimolazione del muscolo sfinteriale e piano perineale ed una fase di biofeedback ( esercizi guidati). Al paziente viene chiesto di quantizzare le perdite attraverso il pad test giornaliero per valutare con precisione l'entità' delle perdite iniziali ed il miglioramento durante le sedute.
Nella nostra esperienza i risultati sono molto buoni, esistono pazienti che non riescono comunque a correggere, ma la maggior parte risolve o ha un significativo miglioramento. I risultati peggiorano se si lascia passare molto tempo dalla rimozione del catetere, o comunque sono meno validi rispetto ad un uso precoce.
Diverso e' il discorso di rari casi in cui le perdite sono complete, indipendentemente dalla posizione e senza nessun miglioramento dopo 21 giorni dalla rimozione del catetere. . IN questi casi difficilmente la riabilitazione dara' una risoluzione e potrebbero essere necessarie procedure invasive fino allo sfintere artificiale.
In generale le terapie mediche non funzionano per l'incontinenza post prostatectomia radicale, salvo rari casi da urgenza e vescica iperattiva.
Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Chirurgia Robotica
Coordinatore Gruppo Multidisciplinare Tumore Prostata
Universita' Sapienza di Roma
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.5k visite dal 19/02/2024.
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