RUA
Egr.
dottori, il 20 dic.
dell'anno appena trascorso, alle 5 del mattino ho un blocco della funzione urinaria.
Vado al PS e lì mi cateterizzano e mi dimettono dopo visita urologica, consistente in eco di reni e basso ventre ed ispezione prostatica rettale, ma senza aver effettuato alcun'altra indagine o un esame del sangue o delle urine, con diagnosi di IPB.
Da allora, dopo 2 tentativi di rimozione catetere falliti, sono ancora cateterizzato.
Al PS mi hanno prescritto Bactrim e Urorec.
Vado dall'urologo che mi segue, che conferma la diagnosi aggiungendo Prostavin, integratore, e Eudimen per l'igiene intima.
Dopo, a distanza di 15 GG e dopo il primo tentativo fallito di rimozione catetere, sempre senza analisi, che sarebbero state alterate dal Bactrim, probabilmente, mi prescrive 14 iniezioni di Tazopenil.
Dopo questa cura facciamo il secondo tentativo di rimozione catetere, ma senza esito positivo.
A distanza di 10 gg circa da questa cura, faccio le analisi dell'urina e del sangue, e risulta un elevato numero di Escherichia Coli (1.000.
000) e un PSA di 30! Intanto, il bruciore nell'ultimo tratto dell'uretra e nel meato urinario continua, nonostante l'uso di Amukine med e Gentalin.
Consulto un altro urologo, consigliatomi dal mio poiché specializzato nella chirurgia Holep, che mi dice sia necessario un intervento appunto di quel tipo.
Ma l'attesa è di minimo 6 mesi, nei quali dovrò tenere il catetere! Né gli urologi del PS, né il mio che quello da lui consigliatomi, hanno preso in considerazione eventuali altre cause di questa RUA: volume prostata 200 ml, è scritto! Prima del 20 dic.
2023, non avevo problemi, se non urgenza urinaria, senza episodi di frequenza, sia diurna che notturna.
Però periodicamente avevo cistite e bruciore uretrale.
Ora chiedo: non è possibile che il blocco sia da ascriversi ad altre cause provocate dall'adenoma prostatico, per cui sarebbe necessario effettuare esami relativi alla vescica e/o all'uretra, prima di parlare di intervento alla prostata?
Dovrei sottopormi ad una RMN multiparametrica o bi-parametrica prostatica a 3 Tesla o ad una biopsia prostatica, prima di parlare di un intervento?
Grazie
dottori, il 20 dic.
dell'anno appena trascorso, alle 5 del mattino ho un blocco della funzione urinaria.
Vado al PS e lì mi cateterizzano e mi dimettono dopo visita urologica, consistente in eco di reni e basso ventre ed ispezione prostatica rettale, ma senza aver effettuato alcun'altra indagine o un esame del sangue o delle urine, con diagnosi di IPB.
Da allora, dopo 2 tentativi di rimozione catetere falliti, sono ancora cateterizzato.
Al PS mi hanno prescritto Bactrim e Urorec.
Vado dall'urologo che mi segue, che conferma la diagnosi aggiungendo Prostavin, integratore, e Eudimen per l'igiene intima.
Dopo, a distanza di 15 GG e dopo il primo tentativo fallito di rimozione catetere, sempre senza analisi, che sarebbero state alterate dal Bactrim, probabilmente, mi prescrive 14 iniezioni di Tazopenil.
Dopo questa cura facciamo il secondo tentativo di rimozione catetere, ma senza esito positivo.
A distanza di 10 gg circa da questa cura, faccio le analisi dell'urina e del sangue, e risulta un elevato numero di Escherichia Coli (1.000.
000) e un PSA di 30! Intanto, il bruciore nell'ultimo tratto dell'uretra e nel meato urinario continua, nonostante l'uso di Amukine med e Gentalin.
Consulto un altro urologo, consigliatomi dal mio poiché specializzato nella chirurgia Holep, che mi dice sia necessario un intervento appunto di quel tipo.
Ma l'attesa è di minimo 6 mesi, nei quali dovrò tenere il catetere! Né gli urologi del PS, né il mio che quello da lui consigliatomi, hanno preso in considerazione eventuali altre cause di questa RUA: volume prostata 200 ml, è scritto! Prima del 20 dic.
2023, non avevo problemi, se non urgenza urinaria, senza episodi di frequenza, sia diurna che notturna.
Però periodicamente avevo cistite e bruciore uretrale.
Ora chiedo: non è possibile che il blocco sia da ascriversi ad altre cause provocate dall'adenoma prostatico, per cui sarebbe necessario effettuare esami relativi alla vescica e/o all'uretra, prima di parlare di intervento alla prostata?
Dovrei sottopormi ad una RMN multiparametrica o bi-parametrica prostatica a 3 Tesla o ad una biopsia prostatica, prima di parlare di un intervento?
Grazie
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L'evoluzione dei disturbi legati all'ingrossamento benigno della prostata dell'età matura è molto variabile. Nella maggioranza dei casi questa è graduale, con insorgenza di sintomi di vario tipo nel corso di anni, più o meno compensati dalla terapia, con una graduale tendenza a peggiorare. Talora invece e per cause difficili da precisare, l'equilibrio funzionale si interrompe rapidamente, con repentina insorgenza di complicazioni (ritenzione acuta, sanguinamento, grave infezione urinaria, eccetera). Il caetere vescicale inserito condiziona sostanzialmente alcune indagini di laboratorio come l'urocoltura ed il PSA, tant'è che forse sarebbe meglio non eseguirle, per evitare derive diagnostiche fuorvianti ed ansiogene. Con il caetere inserito, le urine saranno sempre inesorabilmente infette, la sommnistrazione di antibiotici può avere una efficacia del tutto transitoria, poiché il continuo contatto con l'ambiente esterno porta rapidamente ad una nuova e rapida contaminazione. Pertanto, in assenza di febbre od altre gravi complicazioni non è opportuno utilizzare antibiotici, tanto più se energici ed a cicli ripetuti. Parimenti, il catetere induce quasi sempre un rialzo del PSA, tanto vistoso quanto non specifico. Nell'interpretazione di questo dato valgono ovviamente valori precedenti quasi sempre nella norma o solo lievemente alterati, ma pare vano coltivare dei sospetti tumorali e quindi eseguire accertamenti specifici. per questo noi pensiamo che in queste situazioni il PSA non dovrebbe neanche essere eseguito.
Per quanto riguarda l'intervento, noi ricordiamo sempre che il risultato è generalmente buono e sovrapponibile e dipende più dalla competenza ed esperienza dell'operatore piuttosto che dalla tecnica adottata. Le relativamente nuove tecniche basate su laser di vari tipi abbreviano leggermente i tempi di ricovero e riducono i rischi di sanguinamento intre-operatorio, ma il risultato a lungo termine è molto simile a quello ottenibile con interventi più convenzionali. Pertanto, le consiglieremmo di individuare una soluzione a più breve termine, quale essa sia, magari anche più vicino a casa, piuttosto che prolungare l'attesa a tempo quasi indefinito con il catetere in sede e tutti i problemi che questo comporta.
Per quanto riguarda l'intervento, noi ricordiamo sempre che il risultato è generalmente buono e sovrapponibile e dipende più dalla competenza ed esperienza dell'operatore piuttosto che dalla tecnica adottata. Le relativamente nuove tecniche basate su laser di vari tipi abbreviano leggermente i tempi di ricovero e riducono i rischi di sanguinamento intre-operatorio, ma il risultato a lungo termine è molto simile a quello ottenibile con interventi più convenzionali. Pertanto, le consiglieremmo di individuare una soluzione a più breve termine, quale essa sia, magari anche più vicino a casa, piuttosto che prolungare l'attesa a tempo quasi indefinito con il catetere in sede e tutti i problemi che questo comporta.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.6k visite dal 08/02/2024.
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