Il chirurgo gli ha consigliato

Gent.mi dottori, espongo di seguito il caso di mio padre (69 anni).

Il 9 dicembre 2008 è stato sottoposto a intervento chirurgico di prostatectomia radicale.
L’esame istologico è stato il seguente:
Adenocarcinoma prostatico di grado G6 (3+3) sec. Gleason combinato.
La neoplasia interessa il lobo destro (con estensione all’apice) e il solo apice del lobo sinistro. Non si osserva infiltrazione capsulare. In corrispondenza del lobo destro la neoplasia giunge localmente sul margine di resezione chinato ove non si osserva tessuto extracapsulare. Libere da infiltrazione le vescichette seminali. Stadio patologico pT2cR1

Prima dell’intervento chirurgico mio padre ha effettuato i seguenti esami:
- Scintigrafia ossea: negativa
- TAC pelvica: negativa

Il chirurgo gli ha consigliato di non sottoporsi a radioterapia in quanto gli effetti collaterali della terapia radiante erano maggiori rispetto alla possibilità di eventuali infiltrazioni. Gli ha consigliato di fare periodicamente urinocolture con ABG e PSA totale.

L’oncologo, anche se non in maniera categorica, consigliava un ciclo di 30 sedute radioterapiche. La prima data disponibile era luglio. Ma nell’incertezza mio padre ha preferito tentennare (anche per evitare uno stress dovuto al caldo) ed adesso si trova nuovamente dinanzi ad un’altra scelta essendosi liberato un posto per il 10 settembre.

A 9 mesi dall’operazione, può essere ancora utile una radioterapia?

Tante grazie per l’attenzione
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Dr. Giuseppe Quarto Urologo, Andrologo 7k 173
caro utente in base all'esame istologico concordo anche io che la radioterapia sia un sovrattrattamento, cmq nella gestione del tumore alla prostata un ottimo strumento di valutazione dello stato della malattia è il psa che nei pazienti operati di prostatectomia dovrebbe essere prosssimo allo zero.

Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com

[#2]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Tre studi randomizzati con più di 1500 pazienti hanno evidenziato il vantaggio in termini di controllo di malattia a 5 e 10 anni con la radioterapia, rispetto alla sola osservazione in fase post-operatoria con fattori di rischio quali R1, PT3 e o ripresa del PSA.
Il vantaggio maggiore è stato visto con i margini infiltrati(R1!!!) che rappresentano il fattore predittivo più importante secondo lo studio EORTC con 1005 pazienti ed un follow-up mediano di 10 anni.

In poche parole gli R1 sono quelli che si avvantaggiano di più dalla RT post-operatoria.

Aspettare un rialzo del PSA significa aspettare che questo eventuale residuo di malattia si sviluppi. Maggiore è poi il PSA post-operatorio minore sarebbe il vantaggio della RT. Allora perchè aspettare se c'è inidicazione? già l'oncologo si è espresso...

Un lavoro sull'argomento titola" colpire prima significa colpirlo meglio"...
Questo è il mio punto di vista, nonchè quello di gran parte dei professionisti dell'area oncologica/radioterapica/urologica aggiornati nel settore.

Per maggiori delucidazioni le consiglio un mio articolo su questo sito(minforma) proprio sull'argomento, con una recente revisione della letteratura scientifica che le ho citato.
www.medicitalia.it/02it/notizia.asp?idpost=76940

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#3]
Utente
Utente
Quindi, mi pare di comprendere che anche a distanza di 9 mesi dall'intervento sarebbe meglio sottoporsi a radioterapia?
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Mi pare che abbia compreso al meglio il mio parere.
[#5]
Utente
Utente
Grazie per l'esauriente risposta
[#6]
Dr. Nabil Al Mureden Chirurgo generale, Chirurgo toracico, Colonproctologo, Senologo, Gastroenterologo 4
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Dr. Nabil Al Mureden

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