Bruciore durante la minzione e disturbi al tratto urinario
Gentili professionisti, buona giornata.
Scrivo il consulto che segue per valutare insieme a Voi, laddove possibile, il prosieguo terapeutico e/o diagnostico.
Durante le festività natalizie ho cominciato a sperimentare sintomatologia riconducibile a disuria (non durante la notte, ma nel corso della giornata), pollachiuria e sensazione di mancato completo svuotamento della vescica; in aggiunta a ciò, sperimentavo anche leggeri malesseri al basso ventre.
Avendo sofferto di tale condizione già nel 2017, trattato in p.
s. con Monuril e avendo a disposizione tale farmaco in casa, ho assunto Monuril per gg 2 senza ottenere, tuttavia, apprezzabili risultati.
Il giorno 31 dicembre 2023, contattavo la Guardia medica per il ripresentarsi dei sintomi, che trattavo - come da prescrizione medica - con Amoxicillina per 7 gg 3 volte al giorno.
La sintomatologia si attenuava significativamente, salvo ripresentarsi a 3 giorni dalla fine del trattamento antibiotico dopo la ripresa della normale attività sessuale.
Sintomatologia sempre presente: disuria, minor pollachiuria.
Mai v'è stato scolo o, comunque, presenza di secreto in corrispondenza del meato uretrale.
A 7 giorni dalla fine della terapia antibiotica, ho avuto per 2-3 giorni un gonfiore in corrispondenza del prepuzio (penso il gonfiore riguardasse il prepuzio, nettamente sovrabbondante al di sotto della corona del glande, perché il glande mi appariva delle solite dimensioni), poi regredito spontaneamente in un paio di giorni.
Ho quindi eseguito test urine, risultato negativo in tutti i suoi parametri e urinocoltura (a 9 giorni dalla fine della terapia antibiotica) risultata anch'essa negativa.
Permangono, tuttavia, alcuni bruciori e dolori al basso ventre e la sensazione di disagio e fastidio si accentua con l'eiaculazione.
Di cosa potrebbe trattarsi?
Come poter intervenire? Ritenete sia, altresì, necessario rendere l'urinocoltura complementare all'esecuzione di un tampone uretrale? Trovo vi sia poca chiarezza, anche da parte del mio medico curante, sull'opportunità di eseguire sia l'urinocoltura che il tampone uretrale, trattandosi - a mio modesto avviso, che non sono uno specialista né tantomeno un medico - di due esami che, apparentemente, volgono alla ricerca della medesima verità clinica.
Resto in attesa di Vostro gentile cenno di riscontro.
Grazie.
Scrivo il consulto che segue per valutare insieme a Voi, laddove possibile, il prosieguo terapeutico e/o diagnostico.
Durante le festività natalizie ho cominciato a sperimentare sintomatologia riconducibile a disuria (non durante la notte, ma nel corso della giornata), pollachiuria e sensazione di mancato completo svuotamento della vescica; in aggiunta a ciò, sperimentavo anche leggeri malesseri al basso ventre.
Avendo sofferto di tale condizione già nel 2017, trattato in p.
s. con Monuril e avendo a disposizione tale farmaco in casa, ho assunto Monuril per gg 2 senza ottenere, tuttavia, apprezzabili risultati.
Il giorno 31 dicembre 2023, contattavo la Guardia medica per il ripresentarsi dei sintomi, che trattavo - come da prescrizione medica - con Amoxicillina per 7 gg 3 volte al giorno.
La sintomatologia si attenuava significativamente, salvo ripresentarsi a 3 giorni dalla fine del trattamento antibiotico dopo la ripresa della normale attività sessuale.
Sintomatologia sempre presente: disuria, minor pollachiuria.
Mai v'è stato scolo o, comunque, presenza di secreto in corrispondenza del meato uretrale.
A 7 giorni dalla fine della terapia antibiotica, ho avuto per 2-3 giorni un gonfiore in corrispondenza del prepuzio (penso il gonfiore riguardasse il prepuzio, nettamente sovrabbondante al di sotto della corona del glande, perché il glande mi appariva delle solite dimensioni), poi regredito spontaneamente in un paio di giorni.
Ho quindi eseguito test urine, risultato negativo in tutti i suoi parametri e urinocoltura (a 9 giorni dalla fine della terapia antibiotica) risultata anch'essa negativa.
Permangono, tuttavia, alcuni bruciori e dolori al basso ventre e la sensazione di disagio e fastidio si accentua con l'eiaculazione.
Di cosa potrebbe trattarsi?
Come poter intervenire? Ritenete sia, altresì, necessario rendere l'urinocoltura complementare all'esecuzione di un tampone uretrale? Trovo vi sia poca chiarezza, anche da parte del mio medico curante, sull'opportunità di eseguire sia l'urinocoltura che il tampone uretrale, trattandosi - a mio modesto avviso, che non sono uno specialista né tantomeno un medico - di due esami che, apparentemente, volgono alla ricerca della medesima verità clinica.
Resto in attesa di Vostro gentile cenno di riscontro.
Grazie.
[#1]
I suoi disturbi fanno facilmente sospettare una irritazione / congestione della prostata a causa non necessariamente infettiva, vista la scarsa efficacia della terapia antibiotica e l’accentuarsi del disturbo con l’eiaculazione. Queste lievi prostatiti sono perlopiù causate da uno stile di vita discutibile in uno o più dei suoi aspetti principali (alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale). È abbastanza tipico che in queste situazioni non vi siano variazioni significative dei più comuni accertamenti, l’urina attraversa la prostata troppo velocemente per caricarsi di eventuali elementi significativi, posto che ve ne siano. Anche la visita specialistica diretta, peraltro assai consigliabile, raramente evidenzia variazioni significative. Le attenzioni devono quindi essere in primo luogo dirette appunto in massima parte allo stile di vita, che deve essere indirizzato ad una generale regolarità in tutti i suoi aspetti. Il Collega che la valuterà deciderà se siano,anche opportuni altri provvedimenti particolari.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.9k visite dal 16/01/2024.
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