Prostatite cronica/dolore pelvico cronico da sei anni
Gentili Dottori, sono un uomo, 38 anni
Dal 2018 sono il "solito" paziente con problemi pelvici/prostatici che non ha mai tratto benefici duraturi da alcuna terapia, e stanco...
Tutto è comiciato (credo) con un rapporto sessuale esageratamente prolungato, la mattina dopo il quale mi sono svegliato con la sensazione di avere il pene in fiamme.
Subito recatomi da un urologo questo mi diceva che non avevo assolutamente niente (dopo visita ed ecografia); i dolori al pene, ano e vescica, eiaculatori ecc.
continuavano, altro urologo poi mi rimandava a casa senza alcuna diagnosi.
nel 2019 eseguo cistoscopia- esito negativo;
stesso anno vado da un noto neuro-urologo: impressioni "sindrome del dolore pelvico cronico- neuropatia del pudendo; obiettività: ipertono muscolo puborettale; la terapia consigliata non ha alcun effetto positivo, anzi il contrario.
Nel 2020 altro urologo (di cui mi servo tuttora) mi diagnostica prostata leggermente ingrossata, e l'anno scorso-dopo altra cistoscopia- presenza di un "collo vescicale" (mi ha fatto la cistoscopia in quanto avevo un tracciato patologico all'uroflussometria).
Aggiungo che ho sempre avuto urine e sperma sterili, ma mai nessun collega mi ha eseguito tamponi uretrali o test di Stamey
A tutt'oggi i miei sintomi vanno dal dolore moderato a molto forte, sensazione urente a pene/perineo/ano, una sorta di "falso stimolo" urinario, sensazione di qualcosa nel retto, raramente e solo nelle fasi più acute sensazione di "scosse elettriche" al pene; sempre invece dolore dopo i rapporti.
Tutto questo tende ad acuirsi progressivamente verso sera.
Lo stress emotivo amplifica notevolmente il dolore.
Un parziale beneficio lo sto ottenendo con le supposte e capusle di deprox (polline di fiori), penso per l'effetto lenitivo, e da lunghi bidet caldi.
Nessun farmaco (credo di averli provati tutti dagli integratori agli alfabloccanti) mi ha mai tolto i dolori.
Anche praticare la corsa mi ha aiutato, ma per adesso non ho tempo.
Ora, mi rimangono molti dubbi:
è possibile che nella prima cistoscopia abbiano mancato di individuare il collo vescicale?
allora l'origine dei miei problemi potrebbe essere quella?
in tal caso quali sono le opzioni?
Ancora, mostrando al mio attuale urologo la diagnosi di sindrome del dolore pelvico cronico questi dice che "non crede" nell'esistenza di tale malattia: capirete che stare tra due fuochi delle "vostre" scuole di pensiero, non ottenendo risultati da nessuna, mi confonde e mi stanca e basta: come dovrei decidere io ignorante a chi prestare fede e di conseguenza quale approccio tentare?
Da gennaio non avrò più l'assicurazione sanitaria, quindi mi dovrò rivolgere al pubblico; esiste un centro di eccellenza in Italia (visto che qui a Palermo sono andato "dal migliore" senza risultati) dove mi riescano a dire cosa ho esattamente e cercare di guarire?
Come immaginerete non vorrei a 38 anni rassegnarmi a vivere tutta la vita col dolore.
Ringrazio anticipatamente per le risposte
cordialità
Dal 2018 sono il "solito" paziente con problemi pelvici/prostatici che non ha mai tratto benefici duraturi da alcuna terapia, e stanco...
Tutto è comiciato (credo) con un rapporto sessuale esageratamente prolungato, la mattina dopo il quale mi sono svegliato con la sensazione di avere il pene in fiamme.
Subito recatomi da un urologo questo mi diceva che non avevo assolutamente niente (dopo visita ed ecografia); i dolori al pene, ano e vescica, eiaculatori ecc.
continuavano, altro urologo poi mi rimandava a casa senza alcuna diagnosi.
nel 2019 eseguo cistoscopia- esito negativo;
stesso anno vado da un noto neuro-urologo: impressioni "sindrome del dolore pelvico cronico- neuropatia del pudendo; obiettività: ipertono muscolo puborettale; la terapia consigliata non ha alcun effetto positivo, anzi il contrario.
Nel 2020 altro urologo (di cui mi servo tuttora) mi diagnostica prostata leggermente ingrossata, e l'anno scorso-dopo altra cistoscopia- presenza di un "collo vescicale" (mi ha fatto la cistoscopia in quanto avevo un tracciato patologico all'uroflussometria).
Aggiungo che ho sempre avuto urine e sperma sterili, ma mai nessun collega mi ha eseguito tamponi uretrali o test di Stamey
A tutt'oggi i miei sintomi vanno dal dolore moderato a molto forte, sensazione urente a pene/perineo/ano, una sorta di "falso stimolo" urinario, sensazione di qualcosa nel retto, raramente e solo nelle fasi più acute sensazione di "scosse elettriche" al pene; sempre invece dolore dopo i rapporti.
Tutto questo tende ad acuirsi progressivamente verso sera.
Lo stress emotivo amplifica notevolmente il dolore.
Un parziale beneficio lo sto ottenendo con le supposte e capusle di deprox (polline di fiori), penso per l'effetto lenitivo, e da lunghi bidet caldi.
Nessun farmaco (credo di averli provati tutti dagli integratori agli alfabloccanti) mi ha mai tolto i dolori.
Anche praticare la corsa mi ha aiutato, ma per adesso non ho tempo.
Ora, mi rimangono molti dubbi:
è possibile che nella prima cistoscopia abbiano mancato di individuare il collo vescicale?
allora l'origine dei miei problemi potrebbe essere quella?
in tal caso quali sono le opzioni?
Ancora, mostrando al mio attuale urologo la diagnosi di sindrome del dolore pelvico cronico questi dice che "non crede" nell'esistenza di tale malattia: capirete che stare tra due fuochi delle "vostre" scuole di pensiero, non ottenendo risultati da nessuna, mi confonde e mi stanca e basta: come dovrei decidere io ignorante a chi prestare fede e di conseguenza quale approccio tentare?
Da gennaio non avrò più l'assicurazione sanitaria, quindi mi dovrò rivolgere al pubblico; esiste un centro di eccellenza in Italia (visto che qui a Palermo sono andato "dal migliore" senza risultati) dove mi riescano a dire cosa ho esattamente e cercare di guarire?
Come immaginerete non vorrei a 38 anni rassegnarmi a vivere tutta la vita col dolore.
Ringrazio anticipatamente per le risposte
cordialità
[#1]
Affascinante l'espressione "servirsi di un urologo" ... la categoria apprezza e ringrazia!
Scherzi a parte, da quanto ci descrive, la sua parrebbe proprio un esempio da manuale di sindrome del dolore pelvico cronico. Al nostro esimio ed incredulo Collega proporremmo di venire qui a rispondere ai quesiti per rendersi conto di quanto sia diffusa.
I problemi del collo vescicale si manifestano principalmente con disturbi di tipo - idraulico - con ostrruzione, stimoli frequenti eccetera. Inoltre la stenosi/sclerosi del collo vescicale (quantomeno quella che si può giovare di un intervento) ha endoscopicamente un aspetto inequivocabile. Se lei trae vantaggio da un prodotto a base di polline, tanto meglio per lei, noi dobbiamo realisticamente manifestare il nostro scetticismo. Come avrà ben compreso, per queste situazioni non esistono terapie di sicura efficacia, nè specialisti in giro per lo stivale dotati di una speciale bacchetta magica. Di questo con i nostri pazienti per onestà noi cerchiamo sempre di essere molto chiari e realisti. Qualche vantaggia l'abbiamo ottenuto nel tempo con le elettrstimolazioni e, più recentemente, dall'applicazione dello onde d'urto a bassa intensità. Dalpunto di vista dei farmaci, riteniamo opportuno delegare ai nostri Colleghi specialisti nella terapia del dolore puro (terapia antalgica) che meglio sanno maneggiare i farmaci più adatti, come antidolorifici ad azione centrale ed antidepressivi a basso dosaggio.
Scherzi a parte, da quanto ci descrive, la sua parrebbe proprio un esempio da manuale di sindrome del dolore pelvico cronico. Al nostro esimio ed incredulo Collega proporremmo di venire qui a rispondere ai quesiti per rendersi conto di quanto sia diffusa.
I problemi del collo vescicale si manifestano principalmente con disturbi di tipo - idraulico - con ostrruzione, stimoli frequenti eccetera. Inoltre la stenosi/sclerosi del collo vescicale (quantomeno quella che si può giovare di un intervento) ha endoscopicamente un aspetto inequivocabile. Se lei trae vantaggio da un prodotto a base di polline, tanto meglio per lei, noi dobbiamo realisticamente manifestare il nostro scetticismo. Come avrà ben compreso, per queste situazioni non esistono terapie di sicura efficacia, nè specialisti in giro per lo stivale dotati di una speciale bacchetta magica. Di questo con i nostri pazienti per onestà noi cerchiamo sempre di essere molto chiari e realisti. Qualche vantaggia l'abbiamo ottenuto nel tempo con le elettrstimolazioni e, più recentemente, dall'applicazione dello onde d'urto a bassa intensità. Dalpunto di vista dei farmaci, riteniamo opportuno delegare ai nostri Colleghi specialisti nella terapia del dolore puro (terapia antalgica) che meglio sanno maneggiare i farmaci più adatti, come antidolorifici ad azione centrale ed antidepressivi a basso dosaggio.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#2]
Utente
Gentile Dott. Piana,
oltre a ringraziarla per la pronta risposta, ci tenevo a dire che non volevo ovviamente essere offensivo verso la categoria con la mia espressione :)
tuttavia, in piena onestà, le debbo dire che la mia esperienza con molti suoi colleghi nella mia città non è stata positiva: a parte la frustrazione dei risultati (ormai ho capito che non potete fare miracoli), a volte mi è sembrato data la giovane età (avevo 32 anni all'inizio), di essere etichettato come "malato immaginario", eppure i miei dolori c'erano e mi rendevano tanto difficile quella che per molti immagino sia la parte più energica della propria vita. Solo dopo il riscontro dell'ingrossamento prostatico e del restringimento del collo vescicale mi hanno "creduto", ma sono passati anni... e comunque a nominare il "dolore pelvico cronico" tutti tranne uno hanno sempre storto il naso...
detto questo, se avesse la gentilezza di aiutarmi con le risposte le porgerei qualche altra domanda:
-vorrei provare con le onde d'urto: cosa mi posso aspettare in termini di miglioramenti? nella sua esperienza funzionano? L'effetto dura?
-ci sono altre alternative valide? leggevo della neuromodulazione sacrale, che viene fatta dopo un periodo di "prova", vale la pena tentare?
-Ha senso fare (come l'ultima volta mi è capitato) l'uroflussometria durante una fase acuta della prostatite, o può dare dei risultati falsati? chiedo perchè quando sono in fase remissiva (e pongo attenzione al bere più acqua) il getto comunque migliora.
-A suo tempo feci un ciclo di riabilitazione del pavimento pelvico, ma credo che il personale fosse più specializzato in altre problematiche, come l'incontinenza di chi ha avuto una prostatectomia, e non sull'ipertono; potrebbe essere il caso di riprovare in altro contesto?
Ringrazio ancora per le delucidazioni
Cordiali saluti
oltre a ringraziarla per la pronta risposta, ci tenevo a dire che non volevo ovviamente essere offensivo verso la categoria con la mia espressione :)
tuttavia, in piena onestà, le debbo dire che la mia esperienza con molti suoi colleghi nella mia città non è stata positiva: a parte la frustrazione dei risultati (ormai ho capito che non potete fare miracoli), a volte mi è sembrato data la giovane età (avevo 32 anni all'inizio), di essere etichettato come "malato immaginario", eppure i miei dolori c'erano e mi rendevano tanto difficile quella che per molti immagino sia la parte più energica della propria vita. Solo dopo il riscontro dell'ingrossamento prostatico e del restringimento del collo vescicale mi hanno "creduto", ma sono passati anni... e comunque a nominare il "dolore pelvico cronico" tutti tranne uno hanno sempre storto il naso...
detto questo, se avesse la gentilezza di aiutarmi con le risposte le porgerei qualche altra domanda:
-vorrei provare con le onde d'urto: cosa mi posso aspettare in termini di miglioramenti? nella sua esperienza funzionano? L'effetto dura?
-ci sono altre alternative valide? leggevo della neuromodulazione sacrale, che viene fatta dopo un periodo di "prova", vale la pena tentare?
-Ha senso fare (come l'ultima volta mi è capitato) l'uroflussometria durante una fase acuta della prostatite, o può dare dei risultati falsati? chiedo perchè quando sono in fase remissiva (e pongo attenzione al bere più acqua) il getto comunque migliora.
-A suo tempo feci un ciclo di riabilitazione del pavimento pelvico, ma credo che il personale fosse più specializzato in altre problematiche, come l'incontinenza di chi ha avuto una prostatectomia, e non sull'ipertono; potrebbe essere il caso di riprovare in altro contesto?
Ringrazio ancora per le delucidazioni
Cordiali saluti
[#3]
1) L'efficacia delle onde d'urto è variabile ed imprevedibile, comunque in un caso come il suo vale la pena di provare.
2) La neuromodulazione sacrale in urologia si esegue più che altro per problemi vescicali. Dal punto di vista antidolorifico non sapremmo dire, si doverebbe chiedere ai Colleghi che se ne occupano direttamente.
3) In fase di disturbi acuti certamente gli accertamenti strumentali possono risultare pessimistici.
4) Un bravo fisioterapista dovrebbe conoscere la differenza delle necessità. Talora anche un osteopate onesto.
2) La neuromodulazione sacrale in urologia si esegue più che altro per problemi vescicali. Dal punto di vista antidolorifico non sapremmo dire, si doverebbe chiedere ai Colleghi che se ne occupano direttamente.
3) In fase di disturbi acuti certamente gli accertamenti strumentali possono risultare pessimistici.
4) Un bravo fisioterapista dovrebbe conoscere la differenza delle necessità. Talora anche un osteopate onesto.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
[#5]
Utente
Buonasera dott. Piana (e altri colleghi se vorranno commentare),
scrivo per un breve aggiornamento, sperando che "sentire un'altra campana" possa essermi utile nelle scelte terapeutiche future.
Ieri mi sono deciso ad andare a visita da un altro, ennesimo, urologo; spero possa essere l'ultimo o almeno di poterci instaurare un rapporto di fiducia. Dalla visita e relativa ecografia il dottore mi dice che ho la prostata piena di calcificazioni, oltre che dolente all'esplorazione
Al prossimo incontro mi farà il famoso test di Stamey, perchè ha notato che in passato mi avevano solo fatto fare colture di urina e sperma "normali", e allora dice che per scrupolo va fatto. Da una parte apprezzo la professionalità di fare le cose da manuale, ma allo stesso tempo mi chiedo: in tutti questi anni nelle tante colture fatte (sempre sterili), se ci fosse stata una causa infettiva qualcosina non si sarebbe dovuta comunque vedere? o la mia compagna non avrebbe avuto qualche sintomo a sua volta?
ho scelto detto medico tra quelli che nella mia città propongono la terapia con onde d'urto per le prostatiti croniche, e lo stesso dottore mi ha detto che nella sua esperienza clinica queste stano giovando significativamente a pazienti con problematiche simili alla mia. Se il tampone risulterà negativo mi propone di provarle.
Certo ci arrivo dopo anni di tentativi, quindi senza troppe illusioni, ma a questo punto per evitare di ricorrere alla terapia antalgica classica (mi darebbe anche problemi nel mio lavoro), farò questo sacrificio economico anche se ovviamente nessuno assicura il risultato...
Un paio di dubbi mi rimangono:
in primis gli Integratori; ogni dottore me ne ha prescritti di differenti. Come scrivevo qui mi davano un po' di sollievo le supposte di deprox; a questo giro invece la prescrizione è di
PELVIPEA; PROEVO 500; FLOSTADOL; i primi due per due mesi, il terzo per 12 gg.
la domanda è sempre la stessa: sono soldi buttati? Certo non vorrei iniziare il rapporto col nuovo medico con un rifiuto della terapia, ma con quei soldini mi ci potrei pagare qualche altra cura, o magari una pizza!
L'altro dubbio è il seguente:
va bene per adesso cercare rimedio, o sollievo, alla sintomatologia dolorosa, ma non sento mai parlare i vs colleghi di cercare le "cause" di questa infiammazione; è una ricerca vana, una domanda mal posta?
Come sempre ringraziandovi per la qualità del lavoro qui svolto,
chiudo con i migliori auguri di un Felice anno nuovo
scrivo per un breve aggiornamento, sperando che "sentire un'altra campana" possa essermi utile nelle scelte terapeutiche future.
Ieri mi sono deciso ad andare a visita da un altro, ennesimo, urologo; spero possa essere l'ultimo o almeno di poterci instaurare un rapporto di fiducia. Dalla visita e relativa ecografia il dottore mi dice che ho la prostata piena di calcificazioni, oltre che dolente all'esplorazione
Al prossimo incontro mi farà il famoso test di Stamey, perchè ha notato che in passato mi avevano solo fatto fare colture di urina e sperma "normali", e allora dice che per scrupolo va fatto. Da una parte apprezzo la professionalità di fare le cose da manuale, ma allo stesso tempo mi chiedo: in tutti questi anni nelle tante colture fatte (sempre sterili), se ci fosse stata una causa infettiva qualcosina non si sarebbe dovuta comunque vedere? o la mia compagna non avrebbe avuto qualche sintomo a sua volta?
ho scelto detto medico tra quelli che nella mia città propongono la terapia con onde d'urto per le prostatiti croniche, e lo stesso dottore mi ha detto che nella sua esperienza clinica queste stano giovando significativamente a pazienti con problematiche simili alla mia. Se il tampone risulterà negativo mi propone di provarle.
Certo ci arrivo dopo anni di tentativi, quindi senza troppe illusioni, ma a questo punto per evitare di ricorrere alla terapia antalgica classica (mi darebbe anche problemi nel mio lavoro), farò questo sacrificio economico anche se ovviamente nessuno assicura il risultato...
Un paio di dubbi mi rimangono:
in primis gli Integratori; ogni dottore me ne ha prescritti di differenti. Come scrivevo qui mi davano un po' di sollievo le supposte di deprox; a questo giro invece la prescrizione è di
PELVIPEA; PROEVO 500; FLOSTADOL; i primi due per due mesi, il terzo per 12 gg.
la domanda è sempre la stessa: sono soldi buttati? Certo non vorrei iniziare il rapporto col nuovo medico con un rifiuto della terapia, ma con quei soldini mi ci potrei pagare qualche altra cura, o magari una pizza!
L'altro dubbio è il seguente:
va bene per adesso cercare rimedio, o sollievo, alla sintomatologia dolorosa, ma non sento mai parlare i vs colleghi di cercare le "cause" di questa infiammazione; è una ricerca vana, una domanda mal posta?
Come sempre ringraziandovi per la qualità del lavoro qui svolto,
chiudo con i migliori auguri di un Felice anno nuovo
[#6]
Con una storia che ormai dura da anni, cercare la causa è assolutamente vano.
Di primo acchìto le diremmo di andare a farsi una pizza con gli amici La nostra opinione sugli integratori alimentari resta sempre la stessa. Si tratta di prodotti perlopiù privi di effetti collaterali (male non fanno ) ma la loro eventuale efficacia deve dimostrarsi in modo inequivocabile entro tempi ragionevoli (1-2 mesi) altrimenti sono davvero solo soldi sprecati.
Di primo acchìto le diremmo di andare a farsi una pizza con gli amici La nostra opinione sugli integratori alimentari resta sempre la stessa. Si tratta di prodotti perlopiù privi di effetti collaterali (male non fanno ) ma la loro eventuale efficacia deve dimostrarsi in modo inequivocabile entro tempi ragionevoli (1-2 mesi) altrimenti sono davvero solo soldi sprecati.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.2k visite dal 11/12/2023.
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Approfondimento su Prostatite
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