Problema di prostatite persistente

Buongiorno, Ho 47 anni, 1, 80, normopeso; sono in cura da circa due anni per una prostatite, manifestatasi con lievi dolori e indolenzimenti a livello dell'apparato urinario, ridotto flusso minzionale, eiaculazione precoce e difficoltà erettili (ridotte o annullate erezioni notturne, difficoltà al raggiungimento dell'erezione).
Esami ormonali e spermiocoltura negativi.
Alla prima ecografia, prostata molto ingrossata, congesta, dolente al tatto.
Curato inizialmente con un ciclo di ibuprofene e terapia con telefil (primi sei mesi quotidianamente, il successivo anno e mezzo a giorni alterni) e terazosina.
All'ultimo controllo a metà ottobre la prostata risultava totalmente sfiammata, liscia, dimensionalmente "compatibile con le dimensioni attese in un individuo della sua età".
Tuttavia, permangono dolori (non costanti) nella zona delle vie urinarie e la funzione sessuale, sia pur molto migliorata, non è paragonabile alla situazione precedente all'insorgere del disturbo.
L'urologo che mi ha in cura ha deciso di sospendere la terazosina introducendo un integratore (Idiprost gold) e confermando il telefil a giorni alterni.
Mi chiedo a cosa debbano essere imputati i sintomi che permangono, dato che il problema primariamente individuato parrebbe risolto, e se non si debbano indagare altre possibili cause.
Sottolineo che le ecografie svolte non hanno messo in evidenza problemi di altro tipo all'apparato urinario.
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Dr. Paolo Piana Urologo 41.3k 1.8k 19
Questo tipo di disturbi prostatici persistenti è molto comune, viene definito generalmente prostatite cronica, o meglio sindrome del dolore pelvico cronico. E' nota la sua resistenza alle comuni terapie, più efficaci a risolvere situazioni acute. Non pensiamo proprio che un integratore alimentare possa fare la differenza. Piuttosto, noi evidenziamo sempre l'importanza delle attenzioni dirette allo stile di vita, che deve essere indirizzato alla massima regolarità nei suoi aspetti principali: alimentazione, idratazione, funzione intestinale, attività fisica ed attività sessuale.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Buongiorno dottore,

la ringrazio per la risposta. Effettivamente, sin dall'inizio della cura ho modificato molto le mie abitudini, su consiglio del mio urologo, diminuendo drasticamente il consumo di alcol (ed eliminando quasi del tutto la birra) e di grassi, aumentando le dosi di verdure e frutta. Ho ricominciato a fare attività fisica regolare: mi sono iscritto dopo anni in piscina, anche se mi è difficile andare oltre uno/due giorni la settimana, per questioni lavorative. Immagino di poter fare di più sull'idratazione.
Mi chiedo se un approccio fisioterapico possa portare giovamenti, anche se il mio dottore lo ha escluso, sostenendo che non ci sono studi certi che provino l'utilità di queste terapie in casi come il mio.
Resta il fatto che a fronte di una prostata normalizzata (che è comunque già un successo), mi sarei aspettato una totale remissione dei sintomi.

Grazie ancora per la sua attenzione
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Dr. Paolo Piana Urologo 41.3k 1.8k 19
Se assume un integratore alimentare può certamente provare anche la fisioterapia pelvica, probabilmente sarà anche più efficace!

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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