Ipertrofia prostatica - intervento chirurgico

Buongiorno

Ho 58 anni e soffro di una ipertrofia prostatica già da molti anni.
Recentemente ho aumentato l'Urorec a 8 mg in seguito ad un peggioramento, in quanto la prostata è passata da 70 ml a 80/90 ml.
Il beneficio del farmaco però ora à molto limitato, mentre fino ad alcuni mesi fa la dose di 4 mg era già molto efficace.
La prostata è trilobare, ma i problemi principali derivano dal lobo medio che comprime la vescica.
Volevo tentare un un intervento miniinvasivo, consapevole che non sarà definitivo, al fine di preservare l'eiaculazione.
Chiedo se nel mio caso si può tentare con il TPLA per via transperineale su cui mi sarei indirizzato, o piuttosto il Rezum o se risulta più adatto il più invasivo Acquabean.


Grazie

Cordiali saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
I disturbi urinari di origine prostatica non sono così direttamente legati al volume della ghiandola, in particolare quando si pongono indicazioni operative bisogna basarsi sui sintomi e sulla perdita di efficacia dei farmaci, piuttosto che sul ml di volume.
Quando si presuppone che sia giunto il momento di metter mano alla situazione, noi sempre raccomandiamo che non sia il paziente a scegliere l’intervento, inseguendo l’ultima novità letta su internet, ma piuttosto egli si affidi ad uno specialista con il quale intrattenga un buon rapporto di comunicazione e fiducia e faccia scegliere a lui, in base alla sua esperienza. In particolare, riguardo all’annoso discorso dell’eiaculazione, noi riteniamo che sia opportuno e corretto essere molto chiari con il paziente, spiegando che il margine tra un buon risultato urinario (idraulico) e la conservazione dell’eiaculazione sia estremamente labile. Nella nostra esperienza, eseguire interventi disostruttivi minimali o troppo prudenti porta spesso a risultati insoddisfacenti o recidive precoci. In ultimo, quando si tratta di interventi mini-invasivi sedicenti innovativi, è necessario ricordare che la casistica è necessariamente limitata in confronto a quella degli interventi standard e che quindi non si può affermare con certezza la durata nel tempo dei risultati ottenuti. Alla sua età relativamente giovane di 58 anni, questo ci pare che debba essere valutato con particolare attenzione.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
Buongiorno

Ringrazio per la cortese risposta.
Al momento ho deciso di fare il possibile per tentare un intervento miniinvasivo, rimandando quello definitivo a qualche anno, consapevole che il benefici saranno minori anche nell'immediato. Desidererei pertanto sapere se la tecnica TPLA è compatibile con un lobo medio prevalente che determina importanti problemi minzionali, in presenza di una prostata di 80/90 ml o se è preferibile al Rezum.

Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.6k 1.9k
Nella nostra esperienza, il laser interstiziale (Echolaser o TPLA) è stato sempre utilizzato in pazienti inoperabili con tecniche più efficaci per motivi perlopiù anestesiologici (es. soggetti molto anziani, portatori di catetere vescicale a permanenza). L'altra tecnica è proponibile, con i presupposti di cui abbiamo già scritto. Comporta l'inserimento di un catetere vescicale per una settimana circa. Ricordiamo ancora che l'efficacia dell'intervento eseguito deve essere valutata non prima di 40-60 giorni, i tempi di stabilizzazione sono tutto sommato simili, indipendentemente dalla tecnica adotatta.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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