Lombosciatalgia sx

buongiorno,
scrivo per mio padre di 60 anni che da più di un mese ha questo dolore alla schiena che si irradia fino al polpaccio sinistro.
il dolore inizialmente era più forte nella gamba e meno alla schiena e con un ciclo di targin il dolore era notevolmente diminuito. da circa 3 giorni ha un forte male alla schiena nella zona centrale/sinistra.... da 3 giorni prende il palezia in quanto medicinali cortisonici non puo prenderne. oggi abbiamo una visita d'urgenza con il medico anestesista per la terapia del dolore. ha gia fatto una risonanza che ha evidenziato artrosi e una protusione.
ma in cosa consiste questa terapia del dolore? mio padre è diabetico. ha il diabete circa a 160 tutti i giorni... ci sono controindicazioni o rischi? mio padre è da più di un mese che fatica a dormire... la fisoterapia puo essere utile?
grazie per chi mi rispondera. scusate per le mille domande sono molto preoccupata
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Una disco-artrosi alla base di una lombosciatalgia non mi sembra un novità anzi mi chiedo perchè non sia stata prescitta prima sia una risonanza magnetica che ina elettromioneurografia.

Il dolore di tipo sciatalgico è un "dolore neuropatico" ovverosia eressa radici spinali e nervi periferici (nello specifico il nervo sciatico).

Suo padre a assunto Targin e Palexia, farmaci simili seppur non uguali, ma entrambi basati su sostanze di tipio oppioide che notoriamente hanno uno scarso/nullo effetto sul dolore neuropatico (!).

La "terapia del dolore" è quello che dice il nome. Tratta con metodiche differenti il sintomo "dolore".

In alcuni casi è una buona idea,
in alcuni casi una necessità in mancanza di alternative praticabili,
in altri casi ancora (come quello di suo padre) mi sembra che vi siano diverse opzioni all'interno del contesto sintomo "dolore":
-un approccio con farmaci "dedicati" al dolore neuropatico,
-un approccio bio-tech come la scrambler therapy,
-un approccio basato su blocchi antalgici mediante approccio paravertebrale loco-regionale,
-un approccio che, minimamente invasivo, consiste in una tecnica simile ai blocchi antalgici paravertebrali mediante il così detto "discogel" ovverosia la iniezione all'interno del disco protruso di una sostanza che disidrata e quindi riduce il volume del materiale discale protruso,
-infine l'approccio neurochirurgico classico.

Il consiglio è quello di una visita neurologica con esperto in terapia del dolore per vagliare, immagini RM alla mano, la opzione più adeguata.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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