Calcificazioni retroerolari
Buongiorno,
ho 49 anni.
Riporto fedelmente, di seguito, l'esito dell'ecografia fattami ieri in luogo di una biopsia che il medico radiologo non ha ritenuto opportuno effettuare (e per questo non sono tranquilla):
La paziente si presenta per nodulo con "cluster" di calcificazioni di medie dimensioni in sede superficiale periaereolare sx, da accertare.
Le calcificazioni, nella mammografia del 7.3.2018 portata in visione sono grossolane ed estesa per meno di 1 cm, in prima ipotesi benigne (fibroadenomatoidi? papillari?) come indicherebbe anche l'evoluzione temporale rispetto a precedente mammografia del 17.9.2013.
L'ecografia ha più difficoltà ad evidenziarle.
Si desiste dalla richiesta agobiopsia e si lascia la paziente in normale follow up.
Il referto, basato dunque solo sulla visione di mammografia ed ecografia, non mi rassicura.
ho 49 anni.
Riporto fedelmente, di seguito, l'esito dell'ecografia fattami ieri in luogo di una biopsia che il medico radiologo non ha ritenuto opportuno effettuare (e per questo non sono tranquilla):
La paziente si presenta per nodulo con "cluster" di calcificazioni di medie dimensioni in sede superficiale periaereolare sx, da accertare.
Le calcificazioni, nella mammografia del 7.3.2018 portata in visione sono grossolane ed estesa per meno di 1 cm, in prima ipotesi benigne (fibroadenomatoidi? papillari?) come indicherebbe anche l'evoluzione temporale rispetto a precedente mammografia del 17.9.2013.
L'ecografia ha più difficoltà ad evidenziarle.
Si desiste dalla richiesta agobiopsia e si lascia la paziente in normale follow up.
Il referto, basato dunque solo sulla visione di mammografia ed ecografia, non mi rassicura.
[#1]
Puo' essere che abbia ragione il radiologo .Peccato che non conclude con una diagnosi certa , ma con dubbi (visto che usa i punti interrogativi)
Il maestro Veronesi diceva CINICI E PESSIMISTI sulla DIAGNOSI e OTTIMISTI sulla prognosi.
Da quanto descrive starei tranquilla assolutamente perche' e' evidente dal comportamento del radiologo che lui ritenga che siano benigne e stazionarie ma qui non c'e' una diagnosi
CERTA.
In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie" e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Nel suo caso lascia intendere il radiologo che siano benigne, ma scrive "in prima ipotesi" (perche' ci sono altre ipotesi ?)
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula o una agobiopsia ecoguidata.
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/70-agobiopsia-della-mammella.html
O si esegue se persistono dubbi una Risonanza Magnetica
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/quando_perche_fare_RMM.htm
In conclusione non ravvedo ragioni per preoccuparsi in senso oncologico, ma serve solo un po' di chiarezza e coerenza (in prima ipotesi????) e chiudere il suo caso definitivamente.
Il maestro Veronesi diceva CINICI E PESSIMISTI sulla DIAGNOSI e OTTIMISTI sulla prognosi.
Da quanto descrive starei tranquilla assolutamente perche' e' evidente dal comportamento del radiologo che lui ritenga che siano benigne e stazionarie ma qui non c'e' una diagnosi
CERTA.
In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie" e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Nel suo caso lascia intendere il radiologo che siano benigne, ma scrive "in prima ipotesi" (perche' ci sono altre ipotesi ?)
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula o una agobiopsia ecoguidata.
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/70-agobiopsia-della-mammella.html
O si esegue se persistono dubbi una Risonanza Magnetica
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/quando_perche_fare_RMM.htm
In conclusione non ravvedo ragioni per preoccuparsi in senso oncologico, ma serve solo un po' di chiarezza e coerenza (in prima ipotesi????) e chiudere il suo caso definitivamente.
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 14/03/2018.
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