Microcalcificazioni
Salve dottore,volevo un suo consiglio sull'esito della mammografia fatta il 6 giugno da mia nonna che ha 80 anni...L'esame mammografia bilaterale mostra ghiandole mammarie in involuzione fibro-adiposa con parenchima ghiandolare residuo localizzato principalmente in sede retroareolare con aspetto multi-nodulare.A sinistra in sede retroareolare si apprezza un piccolo raggruppamento di microcalcificazioni non presente con le stesse caratteristiche nel precedente esame in visione; che associato al quadro ecografico del 13 maggio 2016 consiglia approfondimento diagnostico con RMN.Assenza a destra di alterazioni strutturali di natura focale e di microcalcificazioni di significato patologico.Presenza bilateralmente lungo il prolungamento ascellare di alcune immagini nodulari,a margini regolari riferibili a formazioni linfonodali aspecifiche.cute sottocutaneo capezzoli ed areole normali.....Secondo lei c'è da preoccuparsi?cosa mi consiglia?Grazie.
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Assolutamente NO anche nella peggiore delle ipotesi
>>un piccolo raggruppamento di microcalcificazioni >>
L'approfondimento è necessario trattandosi di microcalcificazioni DUBBIE e non presenti al precedente controllo.
In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)
e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie", “sospette” e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/agobiopsia_della_mammella.htm
Tanti saluti
Salvo Catania
>>un piccolo raggruppamento di microcalcificazioni >>
L'approfondimento è necessario trattandosi di microcalcificazioni DUBBIE e non presenti al precedente controllo.
In una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %)
e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie", “sospette” e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/agobiopsia_della_mammella.htm
Tanti saluti
Salvo Catania
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.9k visite dal 24/06/2016.
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