Parere terapia tumore seno
Gentile Dott. Catania, la ringrazio per la serietà e la tempestività della risposta.
Mia moglie di 54 anni, ancora mestruata con fibromi all' utero (da togliere con le ovaie a breve, metrorragie frequenti e abbondanti), (la nonna morta per tumore al seno , la mamma operata per tumore all' utero) è stata operata di quadrantectomia al seno destro nel mese di giugno 2008 con la seguente diagnosi:
Esame istologico di Q.S.I. Mammella + linfonodi sentinella (3), lesione cm. 1,3
Carcinoma duttale infiltrante NOS G2. Invasione vascolare ematica/linfatica peritumorale assente. Distanza minima tumore-margini di resezione superiore a mm 10. Invasione neoplastica di un linfonodo sentinella. Nessuna proliferazione neoplastica nel linfonodo non sentinella.
pT1c, pN1a (SN), pMX.
Esame istologico integrativo:
ER (clone SP1): positivo 70%. Intensità della colorazione: moderata.
PgR (clone 1E2): positivo 70%. Intensità della colorazione: debole.
Ki67 (clone 30-9): 10%.
c-erbB-2 (clone 4B5): negativo.
Stato degli altri 15 linfonodi ascellari asportati in un secondo intervento (primi di luglio 2008): negativo.
Le chiedo cortesemente un parere visto che è trascorso un mese dall' intervento e non abbiamo ancora deciso la terapia. L' insicurezza nasce dai suggerimenti posti alla nostra scelta e unica decisione, da autorevoli centri :
- radioterapia, Tamoxifene 20 mg + analogo (in quanto mestruata) in attesa di asportazione dell’ utero e ovaie (novembre)
- chemioterapia 4 flebo AC (visto la risposta non alta dei recettori) e poi radioterapia, tamoxifene+analogo.
- Altri consigliano cicli più o meno lunghi di CMF.
- Altri consigliano esami integrativi.
Mia moglie è nel panico totale.
Lei cosa ci consiglia come terapia? Quali ulteriori controlli ci può suggerire? Secondo la sua esperienza la situazione descritta è veramente terribile? Quali sono i tempi massimi per effettuare la radioterapia, ormonoterapia e chemio dopo l' intervento chirurgico? Come seguire la malattia con i controlli futuri?
Mia moglie di 54 anni, ancora mestruata con fibromi all' utero (da togliere con le ovaie a breve, metrorragie frequenti e abbondanti), (la nonna morta per tumore al seno , la mamma operata per tumore all' utero) è stata operata di quadrantectomia al seno destro nel mese di giugno 2008 con la seguente diagnosi:
Esame istologico di Q.S.I. Mammella + linfonodi sentinella (3), lesione cm. 1,3
Carcinoma duttale infiltrante NOS G2. Invasione vascolare ematica/linfatica peritumorale assente. Distanza minima tumore-margini di resezione superiore a mm 10. Invasione neoplastica di un linfonodo sentinella. Nessuna proliferazione neoplastica nel linfonodo non sentinella.
pT1c, pN1a (SN), pMX.
Esame istologico integrativo:
ER (clone SP1): positivo 70%. Intensità della colorazione: moderata.
PgR (clone 1E2): positivo 70%. Intensità della colorazione: debole.
Ki67 (clone 30-9): 10%.
c-erbB-2 (clone 4B5): negativo.
Stato degli altri 15 linfonodi ascellari asportati in un secondo intervento (primi di luglio 2008): negativo.
Le chiedo cortesemente un parere visto che è trascorso un mese dall' intervento e non abbiamo ancora deciso la terapia. L' insicurezza nasce dai suggerimenti posti alla nostra scelta e unica decisione, da autorevoli centri :
- radioterapia, Tamoxifene 20 mg + analogo (in quanto mestruata) in attesa di asportazione dell’ utero e ovaie (novembre)
- chemioterapia 4 flebo AC (visto la risposta non alta dei recettori) e poi radioterapia, tamoxifene+analogo.
- Altri consigliano cicli più o meno lunghi di CMF.
- Altri consigliano esami integrativi.
Mia moglie è nel panico totale.
Lei cosa ci consiglia come terapia? Quali ulteriori controlli ci può suggerire? Secondo la sua esperienza la situazione descritta è veramente terribile? Quali sono i tempi massimi per effettuare la radioterapia, ormonoterapia e chemio dopo l' intervento chirurgico? Come seguire la malattia con i controlli futuri?
[#1]
Gentile utente,
poichè agli altri lettori non è chiaro perchè si rivolga a me, preciso che sono stato io dal mio sito personale, ad indirizzarla su Medicitalia per avere una risposta multidisciplinare.
Sulla radioterapia non ci sono perplessità: va fatta!
Si tratta di una neoplasia con numerosi fattori favorevoli
(dimensione del tumore, Recettori positivi, Ki 67 < a 20, c-erb-B2 negativo, invasione linfatica e vascolare negativa ) e veramente pochi sono i parametri sfavorevoli
>N+ del solo linfonodo sentinella e quindi non particolarmente sfavorevole
>G2 (e comunque non G3)
G2, G3 è solo una delle tante caratteristiche o parametri biologici della neoplasia, ma segue in importanza alla dimensione del tumore ed all'interessamento linfonodale ascellare.
La loro conoscenza consente di programmare una eventuale terapia complementare adiuvante. .
In generale Le caratteristiche istopatologiche del tumore primitivo della mammella , il GRADING nucleare e cellulare, forniscono ulteriori informazioni per l'identificazione delle pazienti che necessitano di terapie adiuvanti.
I carcinomi della mammella ben differenziati (G1) si comportano, a parità di condizioni, in modo meno aggressivo di quelli meno differenziati (G2, G3).
Un elevato grading istologico indica una responsività alla chemioterapia adiuvante .
E' stato infatti osservato che quest'ultima produce un miglioramento della prognosi maggiore nei pazienti con linfonodi positivi e linfonodi negativi con tumore scarsamente differenziato, che tra le pazienti con tumore ben differenziato.
Questo è il ragionamento fatto dagli oncologi ed è quindi spiegabile la divergenza , che non è contrapposizione, tra una terapia più aggressiva ed una altra meno aggressiva.
Nella vita comune diremmo che il problema è visto come il "bicchiere di vino mezzo pieno e mezzo vuoto" con le debite proporzioni, nel senso che ci sono scuole più aggressive ed altre meno aggressive ed è difficile aggiungere ulteriori contributi tramite Internet.
Faccia una scelta discutendo benefici e vantaggi e vada sino in fondo anche perchè se si deciderà per la chemioterapia i tempi stringono.
Poichè il Suo anonimato è garantito potrebbe scriverci quali centri e cosa hanno proposto ?
Su questo aspetto sentiremo il parere dei colleghi oncologi medici.
Comunque da quanto esposto si evince che si tratti di una malattia,se curata con terapia adiuvante e radioterapia , con una prognosi che suggerisce un cauto OTTIMISMO.
I controlli sono standardizzati e personalizzati dall'oncologo curante.
Cordiali saluti
poichè agli altri lettori non è chiaro perchè si rivolga a me, preciso che sono stato io dal mio sito personale, ad indirizzarla su Medicitalia per avere una risposta multidisciplinare.
Sulla radioterapia non ci sono perplessità: va fatta!
Si tratta di una neoplasia con numerosi fattori favorevoli
(dimensione del tumore, Recettori positivi, Ki 67 < a 20, c-erb-B2 negativo, invasione linfatica e vascolare negativa ) e veramente pochi sono i parametri sfavorevoli
>N+ del solo linfonodo sentinella e quindi non particolarmente sfavorevole
>G2 (e comunque non G3)
G2, G3 è solo una delle tante caratteristiche o parametri biologici della neoplasia, ma segue in importanza alla dimensione del tumore ed all'interessamento linfonodale ascellare.
La loro conoscenza consente di programmare una eventuale terapia complementare adiuvante. .
In generale Le caratteristiche istopatologiche del tumore primitivo della mammella , il GRADING nucleare e cellulare, forniscono ulteriori informazioni per l'identificazione delle pazienti che necessitano di terapie adiuvanti.
I carcinomi della mammella ben differenziati (G1) si comportano, a parità di condizioni, in modo meno aggressivo di quelli meno differenziati (G2, G3).
Un elevato grading istologico indica una responsività alla chemioterapia adiuvante .
E' stato infatti osservato che quest'ultima produce un miglioramento della prognosi maggiore nei pazienti con linfonodi positivi e linfonodi negativi con tumore scarsamente differenziato, che tra le pazienti con tumore ben differenziato.
Questo è il ragionamento fatto dagli oncologi ed è quindi spiegabile la divergenza , che non è contrapposizione, tra una terapia più aggressiva ed una altra meno aggressiva.
Nella vita comune diremmo che il problema è visto come il "bicchiere di vino mezzo pieno e mezzo vuoto" con le debite proporzioni, nel senso che ci sono scuole più aggressive ed altre meno aggressive ed è difficile aggiungere ulteriori contributi tramite Internet.
Faccia una scelta discutendo benefici e vantaggi e vada sino in fondo anche perchè se si deciderà per la chemioterapia i tempi stringono.
Poichè il Suo anonimato è garantito potrebbe scriverci quali centri e cosa hanno proposto ?
Su questo aspetto sentiremo il parere dei colleghi oncologi medici.
Comunque da quanto esposto si evince che si tratti di una malattia,se curata con terapia adiuvante e radioterapia , con una prognosi che suggerisce un cauto OTTIMISMO.
I controlli sono standardizzati e personalizzati dall'oncologo curante.
Cordiali saluti
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la sollecita risposta. Mi scuso per non essermi espresso in modo corretto, cosa che invece Lei ha fatto al posto mio all' inizio della lettera. Il Centro oncologico della mia città ha proposto di eseguire 4 flebo di AC e successivamente radioterapia, tamoxifene+analogo. Nella sede dove hanno effettuato l' intervento (città capoluogo di regione), hanno prescritto 5 anni di tamoxifene+analogo e radioterapia. Un altro oncologo della mia regione, ritenendo il caso un pò controverso, "borderline", ha suggerito 6 cicli di CMF, tamoxifene+analogo e radioterapia.
Apprezzo la Sua proposta di una risposta multidisciplinare che attendo con fiducia. In definitiva sono a chiederVi: fareste fare la chemioterapia a vostra moglie se si trovasse in una situazione come quella di mia moglie?(ovviamente sto facendo gli scongiuri!).
Cordiali saluti.
Apprezzo la Sua proposta di una risposta multidisciplinare che attendo con fiducia. In definitiva sono a chiederVi: fareste fare la chemioterapia a vostra moglie se si trovasse in una situazione come quella di mia moglie?(ovviamente sto facendo gli scongiuri!).
Cordiali saluti.
[#3]
Gentile Utente,
concordo con la disamina eseguita dal collega Catania, e mi permetto di aggiungere il mio piccolo parere.
Personalmente, terrei in conto anche la presenza, seppur a 54 anni, del ciclo mestruale e del relativo tasso di estrogeni circolanti.
Stado anche alle linee guida un N+ G2 premestruale, entra nel cosidetto rischio intermedio, per il quale viene indicata la terapia sistemica. Anche le dimensioni del tumore, anche se non specificate in cm ma pT1c, farrebbero dirottare verso la chemioterapia.
Autorevoli studi del passato hanno dimostrato come 4AC fossero ugualli a 6CMF.
Seppur consapevole che le famose antracicline sono i farmaci demonio per le donne (alopecia tra il primo e secondo ciclo), questo schema avrebbe dei vantaggi:
1) utilizzo d una classe di farmaci molto attivi per la mammella (adriamicina)
2) tempi di chemioterapia ridotti (ca 4 mesi vs 6 mesi) e possibilità di anticipare la radioterapia ed il trattamento ormonale.
Non amo definirmi chemioterapista, ma nelle pazienti giovani e N+ preferisco che sia dato tutto il possibile per ridurre il rischio recidiva.
concordo con la disamina eseguita dal collega Catania, e mi permetto di aggiungere il mio piccolo parere.
Personalmente, terrei in conto anche la presenza, seppur a 54 anni, del ciclo mestruale e del relativo tasso di estrogeni circolanti.
Stado anche alle linee guida un N+ G2 premestruale, entra nel cosidetto rischio intermedio, per il quale viene indicata la terapia sistemica. Anche le dimensioni del tumore, anche se non specificate in cm ma pT1c, farrebbero dirottare verso la chemioterapia.
Autorevoli studi del passato hanno dimostrato come 4AC fossero ugualli a 6CMF.
Seppur consapevole che le famose antracicline sono i farmaci demonio per le donne (alopecia tra il primo e secondo ciclo), questo schema avrebbe dei vantaggi:
1) utilizzo d una classe di farmaci molto attivi per la mammella (adriamicina)
2) tempi di chemioterapia ridotti (ca 4 mesi vs 6 mesi) e possibilità di anticipare la radioterapia ed il trattamento ormonale.
Non amo definirmi chemioterapista, ma nelle pazienti giovani e N+ preferisco che sia dato tutto il possibile per ridurre il rischio recidiva.
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#4]
Utente
Egr. dott. D'Angelo,
La ringrazio per la sollecita e chiara riposta. Anche Lei condivide il trattamento chemioterapico (AC) proposto dall’ oncologo della mia città e lo schema successivo di cura. Ho capito che ad oggi è quello tra i migliori in termini di risultati ed efficacia nella prevenzione di ricadute, anche se non esistono certezze specialmente in casi come il nostro, molto controverso. Il pensiero dell’ oncologo della mia regione, non prevedeva la chemio perché attendeva da questa cura una piccola efficacia in questo tipo di tumore rispetto agli effetti negativi che tale cura invece provoca. “Non amo definirmi chemioterapista, ma nelle pazienti giovani e N+ preferisco che sia dato tutto il possibile per ridurre il rischio recidiva”, questo è quello che Lei mi scrive e ciò mi fa capire che Lei non esprime questo consiglio per tutelarsi davanti a ricadute terribili, ma sicuramente avrà dati statistici certi sui quali Lei basa il tipo di risposta che mi ha dato. Grazie!
Venerdì abbiamo appuntamento con l’ oncologo e, valutati tutti gli accertamenti fatti, procederemo ad effettuare o l’ una o l’ altra terapia.
Sono grato a Lei e agli altri colleghi per avermi chiarito la situazione che ci aiuterà certamente a decidere al meglio.
La ringrazio per la sollecita e chiara riposta. Anche Lei condivide il trattamento chemioterapico (AC) proposto dall’ oncologo della mia città e lo schema successivo di cura. Ho capito che ad oggi è quello tra i migliori in termini di risultati ed efficacia nella prevenzione di ricadute, anche se non esistono certezze specialmente in casi come il nostro, molto controverso. Il pensiero dell’ oncologo della mia regione, non prevedeva la chemio perché attendeva da questa cura una piccola efficacia in questo tipo di tumore rispetto agli effetti negativi che tale cura invece provoca. “Non amo definirmi chemioterapista, ma nelle pazienti giovani e N+ preferisco che sia dato tutto il possibile per ridurre il rischio recidiva”, questo è quello che Lei mi scrive e ciò mi fa capire che Lei non esprime questo consiglio per tutelarsi davanti a ricadute terribili, ma sicuramente avrà dati statistici certi sui quali Lei basa il tipo di risposta che mi ha dato. Grazie!
Venerdì abbiamo appuntamento con l’ oncologo e, valutati tutti gli accertamenti fatti, procederemo ad effettuare o l’ una o l’ altra terapia.
Sono grato a Lei e agli altri colleghi per avermi chiarito la situazione che ci aiuterà certamente a decidere al meglio.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 10.3k visite dal 28/07/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Tumore al seno
Il tumore al seno è il cancro più diffuso in Italia: quali sono i fattori di rischio e come fare prevenzione? Sintomi, diagnosi e cura del carcinoma mammario.