Microcalcificazioni sospette
Salve,vorrei chiedervi un parere riguardo a un referto mammografico monolaterale sx ed ecografia alla stessa mammella effettuato a mia madre che ha 53 anni.Cito le parole del referto:"distorsione ghiandolare retroareolare intermediana sinistra,nei particolari mirati si apprezza,nella stessa sede,focolaio di microcalcificazioni sul quale si consiglia biopsia stereotassica.Al controllo ecografico non si rilevano formazioni nodulari solide".Ci è stato spiegato che se dalla biopsia dovvesse risultare che le microcalcificazioni sono maligne,vanno asportate.Le conseguenze quali sono?mastectomia totale?Chemioterapia?Rischia la vita?Grazie per l'attenzione,spero di ricevre una risposta perchè come potete immaginare sono preoccupata.Saluti
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Microcalcificazioni non vuol dire sempre tumore maligno. Siamo ancora nella fase di approfondimento diagnostico.
In generale in una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %) e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie" e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/70-agobiopsia-della-mammella.html
In generale in una mammografia "trasparente" le calcificazioni essendo sostenute da deposito di sali di calcio (fosfati, carbonati, ossalati ecc) sono di facile rilievo soprattutto con la strumentazione moderna.
Esse tuttavia sono talvolta difficili da interpretare (il cosiddetto valore predittivo positivo in alcune casistiche è di appena il 10 %) e la difficoltà di interpretazione aumenta in rapporto alla evoluzione tecnologica che permette di vederne sempre di più e sempre più piccole.
Sembra quindi più opportuno parlare di calcificazioni, definendole di volta in volta "benigne", "dubbie" e di "tipo maligno" .
Le calcificazioni benigne non richiedono neanche controlli e quelle maligne devono essere sottoposte a intervento chirurgico.
Quelle dubbio-sospette vanno meglio definite tramite un approfondimento diagnostico cioè con un esame istologico, che può essere ottenuto con un intervento bioptico a cielo aperto o con uno strumento chiamato Mammotome, che si basa sull'aspirazione meccanica eseguita da un apposito strumento connesso con una agocannula.
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/70-agobiopsia-della-mammella.html
[#4]
Utente
E' proprio questo che non mi e' chiaro,perche' c'e' scritto apertamente che non ci sono noduli,la zona in cui si concentrano le microcalcificazioni e' di pochi cm,se ci fossero state altre masse anomale sarebbero state segnalate giusto?quindi l'estensione ipotetica di questo tumore sarebbe nella zona delle microcalcificazioni?mi aiuti a capire per favore
[#7]
Utente
Buongiorno Dottore,le avevo scritto circa un mese fa per un consulto su delle microcalcificazioni sospette diagnosticate a mia madre su cui e' stata poi effettuata una biopsia stereotassica. Cito la diagnosi del medico patologo:"parenchima mammario sede di fibrosi,dilatazione cistica duttale,adenosi ed iperplasia micropapillare". Il medico radiologo che ha effettuato la biopsia ha asportato durante la stessa l'intero frustolo di tessuto,ma nonostante la benignita' dell'esame istologico ha proposto a mia madre un ciclo di radioterapia spiegando che si tratta comunque di un tumore seppur benigno che potrebbe riformarsi. Il senologo invece ha proposto un nuovo controllo fra sei mesi e nessuna terapia. Visto che i due pareri sono discordanti le chiedo per favore di esprimere anche il suo e le dico che io sarei piu' propensa alla terapia ora piuttosto che ad un controllo tra sei mesi sia per stare piu' tranquilli e poi perche' da quando e' stata effettuata la prima diagnosi sono gia' state eseguite due mammografie piu' una terza durante la biopsia,nel giro di tre mesi. Farne un'altra tra sei mesi non sarebbe dannoso? Ricordo che io stessa prima della biopsia chiesi al medico radiologo se invece di intervenire non si poteva tenere sotto controllo e mi rispose negativamente sia per la necessita' di effettuare la diagnosi precocemente in caso di malignita' e poi perche' gia' era al secondo controllo mammografico e una successiva mammografia dopo pochi mesi non sarebbe stata salutare. La ringrazio per l'attenzione, cordial saluti.
[#8]
Sono perplesso anche io e a distanza non si può aggiungere ulteriore contributo.
Chiederei un incontro non con >> Il medico radiologo che ha effettuato la biopsia ha asportato>>, ma con un radioterapista.
Intanto passo il consulto ad un nostro bravo radioterapista.
Chiederei un incontro non con >> Il medico radiologo che ha effettuato la biopsia ha asportato>>, ma con un radioterapista.
Intanto passo il consulto ad un nostro bravo radioterapista.
[#11]
Utente
Mi scusi se sono sembrata melodrammatica,ma sinceramente con questi pareri così discordanti non so cosa fare e temo che ascoltare l'uno piuttosto che l'altro possa poi farmene pentire in futuro visto che il medico radiologo nel sottolineare la sua idea pro radioterapia ha detto che per lui bisognava farla per evitare che si riformi e che i tumori seppur benigni se non curati possono evolvere in negativo.
[#13]
Scusate il ritardo...
In base all'esame istologico, se riportato correttamente, non sussiste nessun motivo per procedere ad una radioterapia di completamento. Il trattamento radiante e' infatti indicato esclusivamente per completare l'intento del chirurgo i radicalizzare la malattia tumorale, una volta accettata con sicurezza. Nel suo caso non essendoci tumore alla valutazione istologica, non c'è indicazione a radioterapia.
Spero di essere stato chiaro.
In base all'esame istologico, se riportato correttamente, non sussiste nessun motivo per procedere ad una radioterapia di completamento. Il trattamento radiante e' infatti indicato esclusivamente per completare l'intento del chirurgo i radicalizzare la malattia tumorale, una volta accettata con sicurezza. Nel suo caso non essendoci tumore alla valutazione istologica, non c'è indicazione a radioterapia.
Spero di essere stato chiaro.
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#15]
>>per lui bisognava farla per evitare che si riformi e che i tumori seppur benigni se non curati possono evolvere in negativo. >>
Altra informazione SCORRETTA .
Le lesioni benigne , solo nel 30% dei casi, incrementano il rischio totale.
Quindi non evolvono in "nulla" ma possono aumentare il rischio di tumore
https://www.medicitalia.it/blog/senologia/44-come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno.html
Legga
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/64-fattori-e-indicatori-di-rischio-per-il-carcinoma-mammario.html
>>> Solo il 30 % delle donne sottoposte a biopsia chirurgica per lesioni benigne hanno un rischio aumentato e riguarda solo le lesioni cosiddette proliferative.
- Se l’iperplasia è moderata il rischio aggiuntivo è del 2%, se si osservano atipie è del 4,5 %. Tuttavia esistono condizioni di sinergismo, nel senso che se la proliferazione si associa alla familiarità il rischio relativo è raddoppiato (RR=3-4), se contiene atipie associate a familiarità il rischio è triplicato (RR=9).
Importante è il fattore tempo: se entro dieci anni dalla biopsia che rivela una iperplasia con atipie non si manifesta un cancro il rischio relativo si dimezza.
- Fibroadenomi “complessi”: i cosiddetti fibroadenomi complessi ( http://www.senosalvo.com/approfondimenti/fibroadenoma.htm ), contenenti cisti, adenosi sclerosante, calcificazioni epiteliali o alterazioni di tipo apocrifo e papillare, presentano un rischio superiore (RR=3) rispetto ai comuni fibroadenomi.
- La “radial scar” aumenta il rischio relativo di 2 volte e di 3 volte se si associa ad iperplasia. >>
Altra informazione SCORRETTA .
Le lesioni benigne , solo nel 30% dei casi, incrementano il rischio totale.
Quindi non evolvono in "nulla" ma possono aumentare il rischio di tumore
https://www.medicitalia.it/blog/senologia/44-come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno.html
Legga
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/64-fattori-e-indicatori-di-rischio-per-il-carcinoma-mammario.html
>>> Solo il 30 % delle donne sottoposte a biopsia chirurgica per lesioni benigne hanno un rischio aumentato e riguarda solo le lesioni cosiddette proliferative.
- Se l’iperplasia è moderata il rischio aggiuntivo è del 2%, se si osservano atipie è del 4,5 %. Tuttavia esistono condizioni di sinergismo, nel senso che se la proliferazione si associa alla familiarità il rischio relativo è raddoppiato (RR=3-4), se contiene atipie associate a familiarità il rischio è triplicato (RR=9).
Importante è il fattore tempo: se entro dieci anni dalla biopsia che rivela una iperplasia con atipie non si manifesta un cancro il rischio relativo si dimezza.
- Fibroadenomi “complessi”: i cosiddetti fibroadenomi complessi ( http://www.senosalvo.com/approfondimenti/fibroadenoma.htm ), contenenti cisti, adenosi sclerosante, calcificazioni epiteliali o alterazioni di tipo apocrifo e papillare, presentano un rischio superiore (RR=3) rispetto ai comuni fibroadenomi.
- La “radial scar” aumenta il rischio relativo di 2 volte e di 3 volte se si associa ad iperplasia. >>
[#16]
Utente
Vi ringrazio entrambi per le delucidazioni perchè mi sono state utili, ora ho capito realmente le cose. Sono stata fraintesa dal dott. Catania perchè lui giustamente ha subito capito che non si trattava di nulla di grave, io no. Chiedo ancora scusa ma era dovuto semplicemente a delle parole, che tra l'altro ho riportato, di un medico che mi parlava della necessità di fare una terapia sottolinendone l'importanza e di un altro che invece diceva il contrario. Spero che possiate capirmi... Buon lavoro
Questo consulto ha ricevuto 17 risposte e 50.8k visite dal 07/09/2012.
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