Carcinoma mammario her2 positivo
Salve,
mia madre (64 anni) è stata operata il 29 luglio per un carcinoma mammario, è stata eseguita una quadrantectomia mammaria destra e dissezione ascellare omolaterale.
La diagnosi istologica è la seguente:
Carcinoma duttale scarsamente differenziato, con ridotta componente di neoplasia intraepiteliale dei dotti (DIN3), di tipo solido con necrosi. Metastasi linfonodali e perilinfonodali di carcinoma a 5 linfonodi di I livello. Istocitosi dei seni nei rimanenti 21 linfonodi esaminati e nel linfonodo intramammario. G3. Invasione vascolare assente. ER 5%, PgR 0%, Ki-67 60%, c-erbB2: intensa completa nel 65%
Stadio iniziale: pT2 (4cm) pN2a (5/26)
Stadio attuale: NED
Successiva scintigrafia ossea, TAC al torace e ecocardiogramma negativi.
Le è stata assegnata come terapia precauzionale:
4 cicli chemio AC, seguita da taxolo settimanale per 12 settimane insieme a trastuzumab settimanale per 12 settimane seguito da trastuzumab trisettimanale per 12 mesi. Radioterapia a seguito della chemio.
Tutto questo è stato fatto in una clinica molto lontana da casa, quindi ci è stato suggerito di eseguire la chemio in una struttura vicino casa. In questa struttura vicino casa l'oncologo vuole cambiare i cicli AC con EC e il taxolo con il taxotere perchè a suo dire meno rischiosi per il cuore di mia madre.
Credete sia conveniente cambiare i farmaci? Quelli suggeriti hanno pari efficacia? Che aspettativa di vita può ragionevolmente avere mia madre dati i vari fattori negativi (metastasi ai linfonodi, HER2 positivo, G3)? Grazie
mia madre (64 anni) è stata operata il 29 luglio per un carcinoma mammario, è stata eseguita una quadrantectomia mammaria destra e dissezione ascellare omolaterale.
La diagnosi istologica è la seguente:
Carcinoma duttale scarsamente differenziato, con ridotta componente di neoplasia intraepiteliale dei dotti (DIN3), di tipo solido con necrosi. Metastasi linfonodali e perilinfonodali di carcinoma a 5 linfonodi di I livello. Istocitosi dei seni nei rimanenti 21 linfonodi esaminati e nel linfonodo intramammario. G3. Invasione vascolare assente. ER 5%, PgR 0%, Ki-67 60%, c-erbB2: intensa completa nel 65%
Stadio iniziale: pT2 (4cm) pN2a (5/26)
Stadio attuale: NED
Successiva scintigrafia ossea, TAC al torace e ecocardiogramma negativi.
Le è stata assegnata come terapia precauzionale:
4 cicli chemio AC, seguita da taxolo settimanale per 12 settimane insieme a trastuzumab settimanale per 12 settimane seguito da trastuzumab trisettimanale per 12 mesi. Radioterapia a seguito della chemio.
Tutto questo è stato fatto in una clinica molto lontana da casa, quindi ci è stato suggerito di eseguire la chemio in una struttura vicino casa. In questa struttura vicino casa l'oncologo vuole cambiare i cicli AC con EC e il taxolo con il taxotere perchè a suo dire meno rischiosi per il cuore di mia madre.
Credete sia conveniente cambiare i farmaci? Quelli suggeriti hanno pari efficacia? Che aspettativa di vita può ragionevolmente avere mia madre dati i vari fattori negativi (metastasi ai linfonodi, HER2 positivo, G3)? Grazie
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Pur non potendo fare valutazioni a distanza e pur in presenza di un tumore discretamente aggressivo, credo che il ragionamento dell'oncologo sia condivisibile avendo valutato le condizioni generali della paziente (Primum non nocere).
Se fa una terapia evidentemente ci si vuole occupare della cura della malattia e non certo con intenti di palliazione.
Se fa una terapia evidentemente ci si vuole occupare della cura della malattia e non certo con intenti di palliazione.
[#2]
Utente
Gentilissimo dottore,
grazie della risposta. Alla fine siamo riusciti a mettere in contatto i due oncologi che si sono trovati d'accordo sulla sostituzione ac con ec e taxolo con taxotere (le terapie sono state considerate equivalenti).
So che la cura viene fatta perchè ci sono ragionevoli aspettative di vita, altrimenti non verrebbe proprio fatta visto che è un pò pesante, ma mi chiedevo che aspettativa di vita potessero esserci. Navigando qua e la su internet ho visto che per patologie simili a quella di mia madre la sopravvivenza a 5 anni è tra il 50% e il 70% dei casi, non so se sono percentuali sensate...
grazie della risposta. Alla fine siamo riusciti a mettere in contatto i due oncologi che si sono trovati d'accordo sulla sostituzione ac con ec e taxolo con taxotere (le terapie sono state considerate equivalenti).
So che la cura viene fatta perchè ci sono ragionevoli aspettative di vita, altrimenti non verrebbe proprio fatta visto che è un pò pesante, ma mi chiedevo che aspettativa di vita potessero esserci. Navigando qua e la su internet ho visto che per patologie simili a quella di mia madre la sopravvivenza a 5 anni è tra il 50% e il 70% dei casi, non so se sono percentuali sensate...
[#3]
Le statistiche si fanno.....per essere smenite.
Avremmo a lungo da discutere ma nella nostra scuola di pensiero non facciamo statistiche perchè ci occupiamo ogni volta di quella e solo quella persona dopo l'intervento chirurgico.
Troverà ulteriori dettagli sulla mia affermazione su
http://www.senosalvo.com/la_vita_dopo_la_malattia.htm
Avremmo a lungo da discutere ma nella nostra scuola di pensiero non facciamo statistiche perchè ci occupiamo ogni volta di quella e solo quella persona dopo l'intervento chirurgico.
Troverà ulteriori dettagli sulla mia affermazione su
http://www.senosalvo.com/la_vita_dopo_la_malattia.htm
[#5]
Utente
Gentilissimo dottor Catania,
le chiedo nuovamente un parere riguardo mia madre. Attualmente ha effettuato tutte le terapie di cui sopra. Ora dovrebbe iniziare con Femara per 5 anni. I dottori che l'hanno operata (struttura lontano da casa) dicono che è bene che prenda questa medicina perchè nonostante la risposta dell'ER sia piccola (5%) non è nulla. I dottori che invece hanno eseguito la chemio (vicino casa) dicono che la risposta è bassa e non vale la pena rischiare di peggiorare l'osteoporosi che mia madre ha già in forma leggera. Questa volta non c'è modo di metterli d'accordo, mia madre è molto indecisa. Cosa suggerirebbe lei? LA ringrazio
le chiedo nuovamente un parere riguardo mia madre. Attualmente ha effettuato tutte le terapie di cui sopra. Ora dovrebbe iniziare con Femara per 5 anni. I dottori che l'hanno operata (struttura lontano da casa) dicono che è bene che prenda questa medicina perchè nonostante la risposta dell'ER sia piccola (5%) non è nulla. I dottori che invece hanno eseguito la chemio (vicino casa) dicono che la risposta è bassa e non vale la pena rischiare di peggiorare l'osteoporosi che mia madre ha già in forma leggera. Questa volta non c'è modo di metterli d'accordo, mia madre è molto indecisa. Cosa suggerirebbe lei? LA ringrazio
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10.6k visite dal 13/09/2011.
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