Un carcinoma duttale infiltrante
Gentile Dottore, ho 63 anni e sono stata operata l'anno scorso di quadrantectomia e linfoadenectomia ascellare per un carcinoma duttale infiltrante a medio grado di differenziazione con associata componente in situ solida e comedonica intra e peritumorale. Diam. max 2,2 cm. Restante parenchima mastopatico con focale adenosi e metaplasia apocrina. Cute e margini di resezione indenni ( distanza minima dal margine di resezione profondo 0,3 cm ). Soltanto 1 dei 14 linfonodi asportati è risultato in metastasi.
E.I.: G2, pT2, N1a, pMx - ER 80%, PgR 20-30%, c-erb (Her2/Neu) debole e incompleta nel 20% delle cellule neoplastiche - Ki67 50% - Spiccata neovascolarizzazione M.A.G.S. > 30.
Ho completato 6 cicli di chemioterapia (FEC) e 25 sedute di radioterapia, iniziando però in ritardo le due terapie ( 2 mesi dopo l'intervento la CT e quasi nove mesi dopo la RT ). Mi è stata prescritta anche l'ormonoterapia ( Femara) per 5 anni.
Vorrei sapere quale grado di aggressività presenta il mio tumore. Coincide praticamente con quello di differenziazione? Quali sono i fattori di prognosi favorevoli e quali invece quelli più sfavorevoli? Quanto può influire l'esiguità del margine di resezione indenne e quanto il ritardo d'inizio delle terapie?
Infine, poteva essere opportuno associare alla chemio un farmaco antiangiogenesi?
I primi controlli per eventuali secondarismi sono risultati negativi, ma so che è presto per stare serena. Speriamo bene per tutti. Grazie per i chiarimenti e le eventuali rassicurazioni che vorrà darmi.
E.I.: G2, pT2, N1a, pMx - ER 80%, PgR 20-30%, c-erb (Her2/Neu) debole e incompleta nel 20% delle cellule neoplastiche - Ki67 50% - Spiccata neovascolarizzazione M.A.G.S. > 30.
Ho completato 6 cicli di chemioterapia (FEC) e 25 sedute di radioterapia, iniziando però in ritardo le due terapie ( 2 mesi dopo l'intervento la CT e quasi nove mesi dopo la RT ). Mi è stata prescritta anche l'ormonoterapia ( Femara) per 5 anni.
Vorrei sapere quale grado di aggressività presenta il mio tumore. Coincide praticamente con quello di differenziazione? Quali sono i fattori di prognosi favorevoli e quali invece quelli più sfavorevoli? Quanto può influire l'esiguità del margine di resezione indenne e quanto il ritardo d'inizio delle terapie?
Infine, poteva essere opportuno associare alla chemio un farmaco antiangiogenesi?
I primi controlli per eventuali secondarismi sono risultati negativi, ma so che è presto per stare serena. Speriamo bene per tutti. Grazie per i chiarimenti e le eventuali rassicurazioni che vorrà darmi.
Il trattamento mi sembra adeguato e il margine di resezione è quello profondo e conta relativamente.
I fattori sfavorevoli sono l'indice di proliferazione, l'invasione vascolare e l'interessamento linfatico regionale (ma se < a 3 a buona prognosi).
Credo che la sua preoccupazione, pur se comprensibile, sia eccessiva.
I fattori sfavorevoli sono l'indice di proliferazione, l'invasione vascolare e l'interessamento linfatico regionale (ma se < a 3 a buona prognosi).
Credo che la sua preoccupazione, pur se comprensibile, sia eccessiva.
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

Utente
Gentilissimo Dottor Catania, la ringrazio sentitamente per la sua risposta tempestiva, esauriente e cordiale. Grazie anche per questa apprezzata opportunità di contattarla, che ci offre con "Medicitalia". Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 6.9k visite dal 22/09/2009.
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