Mensa scolastica
Alle mense scolastiche dei miei figli, sia elementari che materna, hanno iniziato a distribuire prima il secondo e poi il primo, "nel tentativo di far mangiare ai bambini più vitamine e proteine di carne e verdure, riducendo così eventualmente l'apporto di carboidrati". Questo è quello che recita l'avviso inviato a casa dalle maestre.
Spiego: molti bambini avanzano quasi tutto, il buono costa un occhio della testa, i genitori dicono "se proprio deve avanzare, che avanzi la pasta". E così durante la prima riunione sia materna che elementari hanno adottato questa decisione.
I miei figli sono della razza rara dei bambini che non avanzano niente, frutto di un'educazione etica che mettiamo in atto a casa, e di un loro naturale appetito.
Quindi quando arrivano a casa adesso faticano a distinguere il primo dal secondo.
Volevo raccogliere il parere di voi esperti: è solo un po' di confusione "culturale" o c'è anche qualche altra controindicazione ad invertire le portate?
E' anche curioso il fatto che probabilmente, da un punto di vista sociologico e storico, il primo è di pasta o riso proprio per dare una base di sazietà "economica", per poi arrivare ai prodotti più costosi e meno in grado di saziare da soli, comunque indispensabili all'organismo. I nostri figli hanno bisogno di invertire le portate per mangiare qualcosa...
Poi il menù prevede minestra almeno due volte alla settimana, e provate voi a mangiare (cito il menù) arrosto di manzo o pollo arrosto o spezzatino con patate al forno o polenta o purè, seguito dalla vellutata di carote o dal passato coi crostini....
Credo che l'avanzerei anch'io...
Grazie.
Spiego: molti bambini avanzano quasi tutto, il buono costa un occhio della testa, i genitori dicono "se proprio deve avanzare, che avanzi la pasta". E così durante la prima riunione sia materna che elementari hanno adottato questa decisione.
I miei figli sono della razza rara dei bambini che non avanzano niente, frutto di un'educazione etica che mettiamo in atto a casa, e di un loro naturale appetito.
Quindi quando arrivano a casa adesso faticano a distinguere il primo dal secondo.
Volevo raccogliere il parere di voi esperti: è solo un po' di confusione "culturale" o c'è anche qualche altra controindicazione ad invertire le portate?
E' anche curioso il fatto che probabilmente, da un punto di vista sociologico e storico, il primo è di pasta o riso proprio per dare una base di sazietà "economica", per poi arrivare ai prodotti più costosi e meno in grado di saziare da soli, comunque indispensabili all'organismo. I nostri figli hanno bisogno di invertire le portate per mangiare qualcosa...
Poi il menù prevede minestra almeno due volte alla settimana, e provate voi a mangiare (cito il menù) arrosto di manzo o pollo arrosto o spezzatino con patate al forno o polenta o purè, seguito dalla vellutata di carote o dal passato coi crostini....
Credo che l'avanzerei anch'io...
Grazie.
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Gent. utente,
la cultura di un popolo è anche a tavola.
Infatti, se ci spostiamo in altre Aree geografiche del mondo notiamo come ai pasti non esiste un princìpio o un ordine nel servire le varie pietanze ma, semplicemente, la necessità di consumare cibo per nutrirsi.
Se nel nostro Paese e nella nostra dieta è previsto un ordine specifico non significa che l'alternanza dei vari piatti (secondo e poi primo) possa causare un qualche problema dal punto di vista nutrizionale.
E' soltanto una necessità, questa, che permette ai bambini di poter mangiare tutto.
L' esempio da Lei citato è molto utilizzato in gran parte delle scuole italiane per favorire, realmente, un consumo completo di tutti i nutrienti presenti in quel pasto.
Una situazione, comunque, limitata a qualche anno scolastico e che vedrà i bambini facilmente riadattarsi alle abitudini familiari, dal momento in cui riprenderanno a consumare i pasti giornalieri a casa propria.
Cordiali saluti.
la cultura di un popolo è anche a tavola.
Infatti, se ci spostiamo in altre Aree geografiche del mondo notiamo come ai pasti non esiste un princìpio o un ordine nel servire le varie pietanze ma, semplicemente, la necessità di consumare cibo per nutrirsi.
Se nel nostro Paese e nella nostra dieta è previsto un ordine specifico non significa che l'alternanza dei vari piatti (secondo e poi primo) possa causare un qualche problema dal punto di vista nutrizionale.
E' soltanto una necessità, questa, che permette ai bambini di poter mangiare tutto.
L' esempio da Lei citato è molto utilizzato in gran parte delle scuole italiane per favorire, realmente, un consumo completo di tutti i nutrienti presenti in quel pasto.
Una situazione, comunque, limitata a qualche anno scolastico e che vedrà i bambini facilmente riadattarsi alle abitudini familiari, dal momento in cui riprenderanno a consumare i pasti giornalieri a casa propria.
Cordiali saluti.
Dott. Serafino Pietro Marcolongo
Dietologia - Medicina Estetica
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 19/02/2013.
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