Non ho piu' appetito!

Buonasera, sono una ragazza di 30 anni e attraverso un periodo depressivo causato dalla perdita di un genitore.

Da poco meno di una settimana, in aggiunta agli altri problemi associati alla mia condizione, e' subentrata una quasi totale perdita dell'appetito. Dovrei precisare che anche quando stavo benissimo non ho mai mangiato molto: da piccola ero abbastanza capricciosetta a tavola (capricci che si sono cronicizzati in quelle che chiamo scherzosamente 'acute intolleranze alimentari') e crescendo ho sviluppato un rapporto di blanda indifferenza col cibo (senza, pero', che tale indifferenza si tramutasse in rifiuto - e per di piu'continuativo).
Al momento, l'unico pasto che consumo regolarmente (e volentieri) e' la prima colazione (te' al limone con torta di mele). In prossimita' dell'ora di pranzo provo ad aprire lo stomaco con un frullato fresco, delle noci, qualche carota ecc. ma mentre in precedenza questo stratagemma funzionava, ora non da' nessun beneficio. Per quanto riguarda l'assunzione di liquidi, riesco a bere 1/1.5 l. d'acqua al giorno.
Sono consapevole che il problema attuale e' di natura psicologica piu' che strettamente alimentare, ma volevo porre 3 brevi quesiti dal punto di vista medico/pratico:

1)Quali sarebbero i rischi per l'organismo nel caso la situazione perdurasse? Ho notato, ad es., che l'urina del mattino (non quelle successive)ha un colore giallo/arancione. Per ora cerco di limitare (per quanto possibile) i danni aggiungendo nell'impasto della torta una quantita' maggiore di mele, farina, latte e olio rispetto alla ricetta.

2)A quanto ne so, la fame dovrebbe essere un istinto primario al quale il corpo deve necessariamente cedere: e' possibile che questo istinto si stia manifestando in altro modo - che io, evidentemente, non riesco a cogliere?

3)Esiste una soglia di peso al di sotto della quale dovrebbe scattare un campanello d'allarme? Dato che il problema e' comparso da meno di una settimana tenderei a non preoccuparmi eccessivamente (tutto sommato peso 46.5 Kg per 1.57 d'h. - appena 1 kg/1.5 al di sotto del mio peso abituale e dunque facilmente recuperabili).

Mi scuso per essermi dilungata e ringrazio di cuore chi vorra' illuminarmi.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

quanto tempo fa ha perso la mamma o il papà?
Lei dice che la perdita di appetito si è associata ad altri Suoi problemi. Sta parlando delle difficoltà legate all'elaborazione del lutto o ad altri problemi pregressi?

"la fame dovrebbe essere un istinto primario al quale il corpo deve necessariamente cedere..."

Sì, teoricamente è così, anche per il sonno ad es., ma è anche vero che ci sono situazioni in cui si apprezza una perdita di appetito (in alcune forme di depressione, come Lei ipotizza). Inoltre noi esseri umani abbiamo molte possibilità di scelta: nelle anoressiche, ad es. questo "istinto" viene tenuto sotto controllo e col tempo arriva a spegnersi.

Ha sentito il Suo medico di base per questa situazione?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Ringrazio per la risposta. Ho perso mia papa' nel maggio 2010, a causa di un'improvvisa malattia. Dopo un paio di mesi sono partita (vivo al'estero per motivi di studio) e quasi immediatamente ho cominciato ad avere problemi.
Lo stato depressivo mi e' stato diagnosticato dalla dottoressa di famiglia, che ne ha anche suggerito le probabili cause.
Ho pensato che il problema dell'appetito fosse di natura psicologica perche' l'assunzione di cibo, anche forzata, non mi fa star male fisicamente (non ho mai avuto conati di vomito o dolori di stomaco, per intenderci). Il fatto e' che ogni compito della mia giornata e' accompagnato da tutta una serie di azioni che lo preparano e lo concludono - non particolarmente laboriose a svolgersi,ma certo piuttosto lunghette. Al solo pensiero di questa trafila il mio stomaco (che gia' di per se' non chiedeva cibo)si chiude completamente e io non me la sento (diciamo pure che non ho 'voglia')di sforzarmi. Le cose cambierebbero, pero', se mi venisse appetito: e' per questo che mi chiedevo come possa il corpo accontentarsi di un frullato per piu' giorni di seguito senza riportare danni (dal punto di vista fisico, almeno per ora, non mi sembra di avere problemi, tranne la pressione un po' bassa che comunque ho sempre avuto).
Non ho fatto presente il problema al medico curante perche' non ho modo di tornare in Italia molto spesso e l'ultima volta che ci sono stata non avevo problemi particolari di appetito. In precedenza mi ero rivolta al centro di sostegno psicologico dell'Universita' in cui studio ma e' stato un completo disastro e ho preferito interrompere.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Il fatto e' che ogni compito della mia giornata e' accompagnato da tutta una serie di azioni che lo preparano e lo concludono - non particolarmente laboriose a svolgersi,ma certo piuttosto lunghette"

Non ho capito. Si sta riferendo alla preparazione del cibo?


In che termini è stato un disastro il precedente contatto con lo psicologo?


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Utente
Utente
Si', ad es. lavare un certo numero di volte le verdure, lavare e sciacquare un certo numero di volte tutti gli utensili in ogni singola parte(tutti i rebbi della forchetta, uno a uno), poi i denti, il lavandino ecc.
Con la psicologa non e' andata molto bene perche', anche se era gentile, dopo averle descritto i sintomi e aver parlato un po' della mia famiglia non avevo nulla da dirle...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Quanto tempo utilizza per queste operazioni per definirle "lunghette"?
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Utente
Utente
Ecco, dipende da quello che mangio. In generale, soltanto per i denti mi ci vuole almeno un quarto d'ora (ogni singolo dente deve essere lavato e sciacquato su ogni superficie per 5 volte), una forchetta puo' prendere anche 5 minuti, il lavandino e il piano cottura (anche loro lavati e sciacquati 5 volte) richiedono un tempo infinito (sono in acciaio inox...). In totale, un piatto di lenticchie bollite (evito di comprare verdure a foglia perche' altrimenti non ne uscirei piu')richiede lo stesso tempo(per preparazione e riordino) di quello che un pranzo normale richiederebbe ad una normale casalinga. E' vero che, tutto sommato, non si tratta di compiti particolarmente gravosi (in termini di sforzo fisico) ma finche' non sono condotti a termine non riesco a tranquillizarmi (anche se per tutto il tempo non faccio che riflettere sulla loro assurdita').
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

comprenderà che i tempi, come Lei stessa asserisce, sono davvero lunghetti. E il passo successivo è stato quello di adottare una serie di misure (comportamenti di evitamento, non mangiare).
Per risolvere il problema dell'alimentazione dovrebbe però rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Se non si è trovata bene con la Collega che l'ha vista in passato ne scelga pure un'altra.
La terapia d'elezione per il Suo caso è la cognitivo-comportamentale. Più che avere qualcosa da dire o da non dire si focalizza infatti sulle difficoltà ad eseguire tutti questi compiti.

Cordiali saluti,
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Utente
Utente
Provvedero' a contattare uno psicoterapeuta, allora. La ringrazio nuovamente di cuore per la Sua cortesia.