Polimialgia reumatica
Buongiorno, scrivo per mio padre di 66 anni, a dicembre dello scorso anno dopo parecchi mesi di una glutalgia sinistra acuta (tale da impedire il riposo notturno e a svolgere le attività quotidiane) e di una importante rigidità cervicale e al cingolo pelvico gli è stata diagnosticata la polimialgia reumatica.
In tale occasione VES pari a 58mm/ora, pcr 6, 3 mg/dl.
La cura prescrittagli è stata di 25mg di deltacortente per una settimana e poi 20mg per tre settimane.
Dopo un mese di terapia gli indici sono migliorati in quanto, VES scesa a 16mm/ora e pcr 0, 59 mg/dl.
In questi mesi si è proseguito il decalage del deltacortene fino ad arrivare a 10 mg ad inizio maggio; durante questo periodo la glutalgia è migliorata (riusciva a camminare per alcuni chilometri), mentre la rigidità è migliorata solamente in modo parziale.
A metà maggio è stato effettuato un controllo con la reumatologa la quale ha indicato le nuove modalità del decalage (ancor più lentamente), e in tale occasione VES pari a 3 mm/ora e pcr 0, 16 mg/dl.
Durante le ultime settimane però i sintomi iniziali si sono nuovamente presentati ovvero una glutalgia sinistra acuta (di nuovo da impedire il riposo notturno) ed un aumento della rigidità; nonostante questo gli indici sono regolari in quanto VES pari a 6 mm/ora e pcr 0, 13mg/dl.
In virtù di questo gli è stato consigliato di riaumentare il dosaggio a 10mg e 7, 5mg di deltacortene a giorni alterni, ma nonostante siano passati diversi giorni i sintomi continuano a persistere.
A completamento del quadro clinico segnalo che durante questi mesi, sono stati effettuati anche ulteriori accertamenti dai quali è emerso coltrocalcinosi (sindrome del dente incoronato) e alterazioni osteo-artrosiche della colonna (già note da parecchi anni).
In virtù di questo è stata effettuata una visita neurochirurgica, dove però si è escluso la a necessità di interventi chirurgici o altre terapie.
Ora la mia domanda è se può essere naturale questo decorso della malattia o ci possono essere sintomi di altre patologie non prese in considerazione?
C'è la possibilità di una terapia differente?
Grazie
In tale occasione VES pari a 58mm/ora, pcr 6, 3 mg/dl.
La cura prescrittagli è stata di 25mg di deltacortente per una settimana e poi 20mg per tre settimane.
Dopo un mese di terapia gli indici sono migliorati in quanto, VES scesa a 16mm/ora e pcr 0, 59 mg/dl.
In questi mesi si è proseguito il decalage del deltacortene fino ad arrivare a 10 mg ad inizio maggio; durante questo periodo la glutalgia è migliorata (riusciva a camminare per alcuni chilometri), mentre la rigidità è migliorata solamente in modo parziale.
A metà maggio è stato effettuato un controllo con la reumatologa la quale ha indicato le nuove modalità del decalage (ancor più lentamente), e in tale occasione VES pari a 3 mm/ora e pcr 0, 16 mg/dl.
Durante le ultime settimane però i sintomi iniziali si sono nuovamente presentati ovvero una glutalgia sinistra acuta (di nuovo da impedire il riposo notturno) ed un aumento della rigidità; nonostante questo gli indici sono regolari in quanto VES pari a 6 mm/ora e pcr 0, 13mg/dl.
In virtù di questo gli è stato consigliato di riaumentare il dosaggio a 10mg e 7, 5mg di deltacortene a giorni alterni, ma nonostante siano passati diversi giorni i sintomi continuano a persistere.
A completamento del quadro clinico segnalo che durante questi mesi, sono stati effettuati anche ulteriori accertamenti dai quali è emerso coltrocalcinosi (sindrome del dente incoronato) e alterazioni osteo-artrosiche della colonna (già note da parecchi anni).
In virtù di questo è stata effettuata una visita neurochirurgica, dove però si è escluso la a necessità di interventi chirurgici o altre terapie.
Ora la mia domanda è se può essere naturale questo decorso della malattia o ci possono essere sintomi di altre patologie non prese in considerazione?
C'è la possibilità di una terapia differente?
Grazie
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La polimialgia reumatica è una malattia che purtroppo può durare anche anni tra periodi di miglioramento e di riacutizzazione. Per quanto riguarda il caso specifico perciò il decorso da lei rappresentato fa parte della storia clinica della patologia. Nelle fasi infiammatorie la strategia terapeutica prevede l’aumento della dose steroidea. Nel caso il paziente necessitasse di dosaggi alti di cortisone per lunghi periodi lo specialista potrebbe optare per un trattamento diverso come per esempio quello che prevede l’uso del Methotrexate. Saluti cordiali.
Mauro Granata
https://www.idoctors.it/medico/16613/0
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.7k visite dal 21/06/2023.
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