A.r.: incurabile!? e farmaci contro il dolore?
Buongiorno, vi scrivo per avere delle delucidazioni a proposito del caso di una mia parente di anni 66 a cui è stata diagnostica l’A.R. Circa 4 anni fa, a questa parente erano comparse all’improvviso delle papule (non so se è il termine giusto) rosse e tonde sulle gambe (cosce e polpacci). A quanto ricordo non le davano alcun prurito.
Poiché era uno sfogo piuttosto strano si decise ad andare da un dermatologo, il quale a prima vista e senza ulteriori accertamenti le diagnosticò un “lichen” da stress. A tal proposito le prescrisse una pomata e nel giro di qualche tempo ci fu la remissione.
Tuttavia, nel mentre era affetta da questo sfogo, aveva cominciato ad avvertire uno strano gonfiore e una modesta rigidità ad un ginocchio e al relativo polpaccio. A poco a poco questo gonfiore si era esteso anche all’altro. All’inizio si trattava di un fenomeno per così dire episodico, nel senso che il gonfiore andava e veniva.
Quando le articolazioni furono di nuovo gonfie e rigide decise di rivolgersi al medico di base il quale riscontrò del liquido e si pronunciò per una sinovite. Seguirono consulti privati prima presso un ortopedico e poi presso un reumatologo. Durante la visita con quest’ultimo, il medico le chiese se avesse mai sofferto di psoriasi. La risposta fu negativa, sebbene la mia parente non esitò a far presente che il gonfiore fu preceduto nonché concomitante con quelle macchie rosse diagnosticate come lichen. Il medico in questione rispose che non c’era correlazione e la questione “macchie” rimase, per così dire, ignorata anche quando si pervenne alla diagnosi di A.R. A distanza di questi 4 anni, oltre al gonfiore delle articolazioni, la mia parente ha cominciato a soffrire di mal di schiena (mi consta che soffra anche di osteoporosi).
Ricoveratasi presso una clinica le venne diagnosticato uno schiacciamento vertebrale e le venne consigliata una cifoplastica. Sottopostati alla medesima, oggi, a distanza di qualche mese il problema schiena pare non risolto. Sicché, a seguito di nuovo ricovero è stata sottoposta a esami specifici (inviati a Padova, mi pare) che hanno portato alla diagnosi di “spondiloartrosi etc.”!
Purtroppo, non ho i dati degli esami per l’A.R. né la dizione completa della diagnosi sulla schiena per la quale le hanno prescritto un farmaco che dovrebbe cominciare ad esplicare i suoi effetti dopo tre mesi dall’assunzione.
L’unica cosa certa è che questo mal di schiena e questo problema alle ginocchia pare le procurino un dolore inaudito, rispetto al quale sembra che i farmaci assunti non producano alcun effetto (semmai, piuttosto, una serie di assurde complicazioni, ad es. agli occhi, allo stomaco, e così via).
Nel frattempo, attraverso le incessanti analisi del sangue (attualmente, ogni 15 gg.) le è stata riscontrata una carenza di vit. B12 (ho letto in rete che la B12 è utile per l’A.R. perché aumenta la resistenza alla dolorabilità). Insomma, quello che io vorrei sapere è se è possibile che un’A.R. diciamo “giovane” (visto che c’è chi ci convive per ventenni) possa procurare un dolore di questa portata contro cui neppure i farmaci appositi possono nulla (sebbene mi renda conto che la soglia del dolore è soggettiva, ma allora perché ‘sti farmaci non fanno effetto?).
E’ normale avere carenze di vitamine? Questa mia parente è talmente atterrita dall’idea di un “crollo vertebrale” ora e prima dal dolore alle gambe che passa le intere giornate a letto e questo da mesi per non dire da anni. Non è possibile che l’inattività stia peggiorando le cose? E infine, come mai ha il corpo pieno di ecchimosi, nemmeno violacee ma nere?! Siccome poi i mali non vengono mai da soli, ormai è sprofondata nella depressione buia per colpa di questa malattia. C’è qualcosa che di più efficace che si può fare dal punto di vista terapeutico, oltre alle medicine (cortisone, metrotexate, e così via) che sta prendendo? Inoltre potreste darmi un’indicazione su un centro specializzato in reumatologia, preferibilmente a Roma, o anche all’Aquila?
E’ difficile riuscire a convincerla ad andarci, e non mi spiego come mai, visto che lamenta dolori tal quali quelli di un paziente oncologico, non sia disposta a fare questo tentativo. Che cos’è c’è che non va nelle terapie che sta seguendo ormai da diversi anni?
Grazie infinte
Poiché era uno sfogo piuttosto strano si decise ad andare da un dermatologo, il quale a prima vista e senza ulteriori accertamenti le diagnosticò un “lichen” da stress. A tal proposito le prescrisse una pomata e nel giro di qualche tempo ci fu la remissione.
Tuttavia, nel mentre era affetta da questo sfogo, aveva cominciato ad avvertire uno strano gonfiore e una modesta rigidità ad un ginocchio e al relativo polpaccio. A poco a poco questo gonfiore si era esteso anche all’altro. All’inizio si trattava di un fenomeno per così dire episodico, nel senso che il gonfiore andava e veniva.
Quando le articolazioni furono di nuovo gonfie e rigide decise di rivolgersi al medico di base il quale riscontrò del liquido e si pronunciò per una sinovite. Seguirono consulti privati prima presso un ortopedico e poi presso un reumatologo. Durante la visita con quest’ultimo, il medico le chiese se avesse mai sofferto di psoriasi. La risposta fu negativa, sebbene la mia parente non esitò a far presente che il gonfiore fu preceduto nonché concomitante con quelle macchie rosse diagnosticate come lichen. Il medico in questione rispose che non c’era correlazione e la questione “macchie” rimase, per così dire, ignorata anche quando si pervenne alla diagnosi di A.R. A distanza di questi 4 anni, oltre al gonfiore delle articolazioni, la mia parente ha cominciato a soffrire di mal di schiena (mi consta che soffra anche di osteoporosi).
Ricoveratasi presso una clinica le venne diagnosticato uno schiacciamento vertebrale e le venne consigliata una cifoplastica. Sottopostati alla medesima, oggi, a distanza di qualche mese il problema schiena pare non risolto. Sicché, a seguito di nuovo ricovero è stata sottoposta a esami specifici (inviati a Padova, mi pare) che hanno portato alla diagnosi di “spondiloartrosi etc.”!
Purtroppo, non ho i dati degli esami per l’A.R. né la dizione completa della diagnosi sulla schiena per la quale le hanno prescritto un farmaco che dovrebbe cominciare ad esplicare i suoi effetti dopo tre mesi dall’assunzione.
L’unica cosa certa è che questo mal di schiena e questo problema alle ginocchia pare le procurino un dolore inaudito, rispetto al quale sembra che i farmaci assunti non producano alcun effetto (semmai, piuttosto, una serie di assurde complicazioni, ad es. agli occhi, allo stomaco, e così via).
Nel frattempo, attraverso le incessanti analisi del sangue (attualmente, ogni 15 gg.) le è stata riscontrata una carenza di vit. B12 (ho letto in rete che la B12 è utile per l’A.R. perché aumenta la resistenza alla dolorabilità). Insomma, quello che io vorrei sapere è se è possibile che un’A.R. diciamo “giovane” (visto che c’è chi ci convive per ventenni) possa procurare un dolore di questa portata contro cui neppure i farmaci appositi possono nulla (sebbene mi renda conto che la soglia del dolore è soggettiva, ma allora perché ‘sti farmaci non fanno effetto?).
E’ normale avere carenze di vitamine? Questa mia parente è talmente atterrita dall’idea di un “crollo vertebrale” ora e prima dal dolore alle gambe che passa le intere giornate a letto e questo da mesi per non dire da anni. Non è possibile che l’inattività stia peggiorando le cose? E infine, come mai ha il corpo pieno di ecchimosi, nemmeno violacee ma nere?! Siccome poi i mali non vengono mai da soli, ormai è sprofondata nella depressione buia per colpa di questa malattia. C’è qualcosa che di più efficace che si può fare dal punto di vista terapeutico, oltre alle medicine (cortisone, metrotexate, e così via) che sta prendendo? Inoltre potreste darmi un’indicazione su un centro specializzato in reumatologia, preferibilmente a Roma, o anche all’Aquila?
E’ difficile riuscire a convincerla ad andarci, e non mi spiego come mai, visto che lamenta dolori tal quali quelli di un paziente oncologico, non sia disposta a fare questo tentativo. Che cos’è c’è che non va nelle terapie che sta seguendo ormai da diversi anni?
Grazie infinte
[#1]
Orientarsi in un consulto on line senza possibilità di visitare l’interessato e senza prendere visione degli esami e delle procedure praticate è già molto difficile, figuriamoci valutare un quadro del genere per interposta persona. A Roma la nostra Unità Operativa è a vostra disposizione. MG
Mauro Granata
https://www.idoctors.it/medico/16613/0
[#2]
Gentile Utente,
condivido senz'altro quanto scritto dal Prof. Granata.Io voglio solamente sottolineare il fatto che , come già lei sa, molte delle terapie utilizzate per la cura di questa patologia possono potenzialmente avere effetti collaterali per l'apparato oculare ( cortisone compreso). Quindi , come sicuramente i miei Colleghi Le avranno già detto, è molto importante che la zia ad intervalli regolari si rechi anche dall'oculista per i controlli del caso.
Cordialmente
DiegoMicochero
condivido senz'altro quanto scritto dal Prof. Granata.Io voglio solamente sottolineare il fatto che , come già lei sa, molte delle terapie utilizzate per la cura di questa patologia possono potenzialmente avere effetti collaterali per l'apparato oculare ( cortisone compreso). Quindi , come sicuramente i miei Colleghi Le avranno già detto, è molto importante che la zia ad intervalli regolari si rechi anche dall'oculista per i controlli del caso.
Cordialmente
DiegoMicochero
DOTT.DIEGO MICOCHERO
DOTTORE DI RICERCA e già PROFESSORE a c.dell' UNIVERSITA' di PADOVA
Corso del Popolo, 21 PADOVA
340 5240373-3388718992.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.6k visite dal 29/05/2006.
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