Dolori articolari e timore artrite reumatoide
Ho 29 anni, e l'attività fisica che ho intrapreso da appena una settimana(arti marziali) ha esacerbato una condizione pregressa a cui non avevo mai dato troppo peso perché sinora non aveva mai inciso significativamente nel mio quotidiano.
Da che ho memoria, ho sempre avuto, di tanto in tanto e al risveglio, dolori alla caviglia sinistra, che richiedono alcuni minuti di camminata perchè l'articolazione si "sciolga" e il dolore passi del tutto(all'inizio tendo proprio a zoppicare). E' un fenomeno che mi trascino come ho accennato prima da molti anni, al punto che non sono in grado di rintracciarne l'esordio. L'anno scorso, tuttavia, col sopraggiungere della stagione fredda - credo fosse intorno alla fine di novembre - il doloretto articolare alla caviglia ha cominciato a persistere nel corso della giornata, associandosi ad altri piccoli dolori diffusi, specie all'anca destra e al polso destro. Ho lasciato passare qualche mese e, in effetti, con i primi caldi il fenomeno è rientrato spontaneamente. Non ci ho più pensato fino a pochi giorni fa, quando, come ho scritto sopra, ho cominciato a praticare questa disciplina e le sollecitazioni meccaniche innaturali impresse all'articolazione della caviglia hanno riportato a galla il problema precipitandomi nel panico assoluto. Ho eseguito, circa tre settimane fa, una serie di esami ematochimici connessi ad altri brutti disturbi gastrici che mi porto dietro da oramai tre anni(bollati, dai numerosi specialisti consultati in quasi due anni, come funzionali). Tra gli esami c'erano anche alcuni marcatori reumatici, quali fattore reumatoide, proteina c reattiva, anticorpi ab antinucleo e antimitocondrio, tutti negativi. Tuttavia sono al corrente vi siano forme di artrite sieronegative, dal decorso iniziale subclinico, almeno agli esami ematochimici e radiografici.
Cosa ne pensate? E' plausibile che un doloretto alla caviglia la cui origine si perde nella notte dei tempi possa essere spia di una malattia reumatica come l'artrite reumatoide? non avrei dovuto peggiorare criticamente nel giro di pochi mesi? La regressione spontanea dei sintomi al cambio di stagione rende plausibile la presenza di una malattia di questo tipo? Non capisco se la mia ansia sia ragionevolmente fondata o se si tratti di preoccupazioni oggettivamente eccessive. Grazie per l'attenzione.
Da che ho memoria, ho sempre avuto, di tanto in tanto e al risveglio, dolori alla caviglia sinistra, che richiedono alcuni minuti di camminata perchè l'articolazione si "sciolga" e il dolore passi del tutto(all'inizio tendo proprio a zoppicare). E' un fenomeno che mi trascino come ho accennato prima da molti anni, al punto che non sono in grado di rintracciarne l'esordio. L'anno scorso, tuttavia, col sopraggiungere della stagione fredda - credo fosse intorno alla fine di novembre - il doloretto articolare alla caviglia ha cominciato a persistere nel corso della giornata, associandosi ad altri piccoli dolori diffusi, specie all'anca destra e al polso destro. Ho lasciato passare qualche mese e, in effetti, con i primi caldi il fenomeno è rientrato spontaneamente. Non ci ho più pensato fino a pochi giorni fa, quando, come ho scritto sopra, ho cominciato a praticare questa disciplina e le sollecitazioni meccaniche innaturali impresse all'articolazione della caviglia hanno riportato a galla il problema precipitandomi nel panico assoluto. Ho eseguito, circa tre settimane fa, una serie di esami ematochimici connessi ad altri brutti disturbi gastrici che mi porto dietro da oramai tre anni(bollati, dai numerosi specialisti consultati in quasi due anni, come funzionali). Tra gli esami c'erano anche alcuni marcatori reumatici, quali fattore reumatoide, proteina c reattiva, anticorpi ab antinucleo e antimitocondrio, tutti negativi. Tuttavia sono al corrente vi siano forme di artrite sieronegative, dal decorso iniziale subclinico, almeno agli esami ematochimici e radiografici.
Cosa ne pensate? E' plausibile che un doloretto alla caviglia la cui origine si perde nella notte dei tempi possa essere spia di una malattia reumatica come l'artrite reumatoide? non avrei dovuto peggiorare criticamente nel giro di pochi mesi? La regressione spontanea dei sintomi al cambio di stagione rende plausibile la presenza di una malattia di questo tipo? Non capisco se la mia ansia sia ragionevolmente fondata o se si tratti di preoccupazioni oggettivamente eccessive. Grazie per l'attenzione.
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Il dolore che riferisce può riconoscere mille motivi ma alla luce di quanto riportato nel suo post non mi sembra mostrare alcuna caratteristica tale da destare preoccupazione. La storia clinica e la negatività degli esami ematochimici rendono alquanto improbabile una genesi reumatica infiammatoria. Penso comunque che la durata del disturbo consigli l'esecuzione anche di una RMN del piede e caviglia interessati per escludere la presenza di una possibile causa locale in corrispondenza del complesso articolare dolente. Cordiali saluti.
Mauro Granata
https://www.idoctors.it/medico/16613/0
[#2]
Utente
Grazie mille per la sollecita risposta, Prof. Granata. Il medico di base mi ha consigliato rx a caviglie e piedi, anche se preferirei evitare i raggi in favore, piuttosto, di una rmn.
Aggiungo, a integrazione del quadro anamnestico, che un'alterazione costante ai periodici controlli ematochimici, emersa a partire dal 2011 (terminus post quem orientativo: prima mi sottoponevo assai di rado a controlli di routine), è una lieve eosinofilia. Intorno al 2011 i valori erano relativamente alti, anche intorno ai 10 su un valore massimo di 6. Negli ultimi due/tre anni si sono assestati intorno ai 6,7. Ho effettuato una miriade di esami a partire dal 2011, in particolare in relazione alla comparsa di eosinofilia, che mi hanno condotto, dapprima, ad un errata diagnosi di policitemia vera (complice una malinterpretata tendenza costituzionale alla poliglobulia), confutata in un secondo momento (è presente, invece, trombofilia). Successivamente ho seguito un tortuoso iter diagnostico relativo a disturbi gastrointestinali (ricorrente senso di vomito, conati generalmente improduttivi presenti prevalentemente al mattino, etc.) nei confronti dei quali ho sviluppato nel corso del tempo farmacoresistenza a procinetici in un primo tempo efficaci (su tutti, il levopraid). La persistenza del disturbo, unitamente all'eosinofilia sopramenzionata, a ricorrente aftosi orale e ad un essudato rilevato incidentalmente nel corso di una visita oftalmologica, hanno destato sospetto di sindrome di behcet o altra vasculite autoimmune, accantonato in seguito ad esecuzione di angiotac addominale negativa, nonchè riassorbimento spontaneo dell'essudato all'occhio. Attualmente convivo con le fluttuazioni della sintomatologia gastrica ed un altro carosello di sintomi che spaziano dai sopradescritti dolori articolari a sporadici ma ricorrenti dolori ai genitali (diverse ecografie eseguite a pene e testicoli, sempre negative, ad eccezione di un varicocele di vecchia data). Per soprammercato, ma forse è una importante chiave di letture di questo proteiforme corteo di disturbi, devo far presente che sono un soggetto estremamente ansioso, in corso di psicoterapia da diversi anni. Ma immagino che quest'ultimo dato emergesse nitidamente da sé alla lettura delle mie verbose geremiadi.
Non so se e in che misura queste informazioni aggiuntive possano essere utili ad orientare/riorentare la valutazione dei dolori articolari. La ringrazio della paziente e cortese attenzione e resto in attesa di eventuali nuove considerazioni da parte sua.
Aggiungo, a integrazione del quadro anamnestico, che un'alterazione costante ai periodici controlli ematochimici, emersa a partire dal 2011 (terminus post quem orientativo: prima mi sottoponevo assai di rado a controlli di routine), è una lieve eosinofilia. Intorno al 2011 i valori erano relativamente alti, anche intorno ai 10 su un valore massimo di 6. Negli ultimi due/tre anni si sono assestati intorno ai 6,7. Ho effettuato una miriade di esami a partire dal 2011, in particolare in relazione alla comparsa di eosinofilia, che mi hanno condotto, dapprima, ad un errata diagnosi di policitemia vera (complice una malinterpretata tendenza costituzionale alla poliglobulia), confutata in un secondo momento (è presente, invece, trombofilia). Successivamente ho seguito un tortuoso iter diagnostico relativo a disturbi gastrointestinali (ricorrente senso di vomito, conati generalmente improduttivi presenti prevalentemente al mattino, etc.) nei confronti dei quali ho sviluppato nel corso del tempo farmacoresistenza a procinetici in un primo tempo efficaci (su tutti, il levopraid). La persistenza del disturbo, unitamente all'eosinofilia sopramenzionata, a ricorrente aftosi orale e ad un essudato rilevato incidentalmente nel corso di una visita oftalmologica, hanno destato sospetto di sindrome di behcet o altra vasculite autoimmune, accantonato in seguito ad esecuzione di angiotac addominale negativa, nonchè riassorbimento spontaneo dell'essudato all'occhio. Attualmente convivo con le fluttuazioni della sintomatologia gastrica ed un altro carosello di sintomi che spaziano dai sopradescritti dolori articolari a sporadici ma ricorrenti dolori ai genitali (diverse ecografie eseguite a pene e testicoli, sempre negative, ad eccezione di un varicocele di vecchia data). Per soprammercato, ma forse è una importante chiave di letture di questo proteiforme corteo di disturbi, devo far presente che sono un soggetto estremamente ansioso, in corso di psicoterapia da diversi anni. Ma immagino che quest'ultimo dato emergesse nitidamente da sé alla lettura delle mie verbose geremiadi.
Non so se e in che misura queste informazioni aggiuntive possano essere utili ad orientare/riorentare la valutazione dei dolori articolari. La ringrazio della paziente e cortese attenzione e resto in attesa di eventuali nuove considerazioni da parte sua.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.6k visite dal 17/10/2017.
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