Artrite sieronegativa - terapia -
Ho 46 anni abbondanti e faccio un lavoro per lo più sedentario; ogni tanto vado in piscina. Soffro di condropatia al ginocchio destro, che tratto con periodiche infiltrazioni di acido ialuronico. Ho l’ernia al disco tra L4 eL5 e due protusioni.
Da un paio di mesi ho gonfiore e dolore alla caviglia del piede destro (lato interno). Tutto sembra essere cominciato dopo aver cambiato tipo di scarpe, da quelle più pesanti e con plantari a quelle leggere, senza plantari.
Faccio un passo indietro. Nell’agosto del 2004, dopo una contusione piuttosto violenta allo stinco sinistro con relativo gonfiore, mi si era formata una tenosinovite (diagnosi ecografica) al tendine flessore dell’alluce che mi ha tormentato per diversi mesi e che ho risolto, dopo terapie con FANS, tra cui anche non poco Algix, solo con parecchie sedute di fisioterapia (laser ed ultrasuoni). In una delle visite dal fisiatra per risolvere il problema, lo stesso medico mi prescriveva i plantari. Questi supporti li ho usati in modo saltuario e, praticamente, solo con un tipo di scarpe (genericamente “da ginnastica”).
Più sistematicamente solo durante l’inverno-primavera scorsi, su consiglio di una podologa, alla quale mi era rivolto per un dolore al metatarso del piede sinistro, dovuto, secondo lei, ad una scorretta postura e deambulazione.
Torno, così, ad oggi, anzi alla fine dello scorso mese di aprile, quando ha avuto origine l’evento con la cui desrizione ho cominciato questo messaggio.
Il mio medico mi ha prescritto Liometacen 50 mg. (9 iniezioni) e successivo Dicloreum 150 mg., farmaco, quest’ultimo, che sto ancora assumendo ogni 2 o 3 giorni. Il medico mi ha anche prescritto qualche esame del sangue; qui riporto i soli valori fuori norma: PROTEINA C REATTIVA QUANTITATIVA 14.9 mg/L; FIBRINOGENO 412 mg/dl. Aggiungo VES 8 e FATTORE REUMATOPIDE 5 Ul/ml (valori nella norma). (2/5/2008)
Il medico mi ha anche prescritto una visita reumatologica; il reumatologo mi ha prescritto, a sua volta, altri esami, del sangue (anche di tipizzazione genomica) e delle urine ed una risonanza magnetica. I primi sono completamente negativi, anche il valore RIC. Ab ANTI CITRULLINA (CCP) che è 0.0 U/ml. (23/5/2008).
I rilievi genetici sono i seguenti:
Locus A: A24(9)
Locus B: B18,B51(5) (BW4,BW6)
Locus C: Cw*06,Cw*07
Tecniche usate: DNA Typing L.R.(SSP) (28/5/2008)
Il referto della risonanza recita così: “Nella norma spessore e intensità di segnale dei legamenti tibio peroneali distali, dei legamenti del seno del tarso e dei legamenti collaterali della caviglia. Minima paratenonite del tibiale posteriore e del flessore lungo dell’alluce. Nella norma gli altri tendini esaminati. Nei limiti della norma l’intensità di segnale del midollo osseo. Lesione focale ossea di tipo cistico è riconoscibile nel talamo del calcagno. Non sono riconoscibili alterazioni cartilaginee” (30/5/2008)
Aggiungo il referto rx piedi sotto carico (prescritti dalla podologa):
“Conservato il trofismo calcareo delle ossa. Regolari gli spazi interfalangei metatarsofalangei. Nei limiti la morfologia dei capi ossei dei piedi; bilateralmente appare ridotta la volta plantare.”
Ora, il reumatologo, alla luce degli esami compiuti, è arrivato ad una diagnosi di “artrite sieronegativa” e mi ha detto che, dagli esami genetici, risulta qualche “aggancio” (la definizione è mia) con la psoriasi, patologia di cui mi aveva già chiesto, ma che io non ho mai avuto, né mi risultano casi in famiglia (a mio fratello, parecchi anni fa, è stato riscontrato un evento di sospetto Lupus, non so quale sia la completa definizione).
(Io, piuttosto, soffro di recidivo di Herpes Zoster).
Mi avrebbe prescritto la seguente terapia:
“salazopirina, 1 c. al dì per la prima settimana; aumentare poi settimanalmente la dose giornaliera di 1 c. fino a raggiungere, alla quarta settimana, la dose di mantenimento di 4 cp. (2+2) al dì;
Artrotec 75 mg, 1 c. al dì (a cicli di 10 giorni con intervallo di sospensione di 4-5- giorni tra un ciclo e il successivo)”
In più un gastroprotettore (non leggo bene il nome del prodotto, ma il mio medico mi ha detto che è quel tipo di farmaco) 15 mg, 1 c al dì.
Segue la raccomandazione di fare una serie di esami di controllo periodici, visti i possibili effetti, indesiderati e piuttosto seri della salazopirina.
Io, nel frattempo, ho cominciato un ciclo di fisioterapia, prescritta così dal fisiatra:
“Artralgia tibio tarsica destra con tendinopatia tibiale posteriore”: n. 10 LASER ARTO INF.DX; n. 10 US MOBILE …; n: != +Ionoforesi….- Artrosilene f.
La domanda finale che pongo è la seguente:
è davvero indispensabile la terapia prescritta dal reumatologo, con tutti gli effetti collaterali che può avere?
Nell’episodio del 2004 alla caviglia sinistra, dalla sintomatologia del tutto simile a questa di oggi, il problema si è risolto con la sola fisioterapia, anche se è vero che, ogni tanto, qualche risentimento ce l’ho.
Intanto avrei deciso di aspettare gli (eventuali) effetti benefici delle terapie fisiche e di avere anche il vostro gentile parere in merito.
Altra piccola richiesta: mi dareste una definizione ed una causa chiara di artrite sieronegativa?
Ringrazio sentitamente.
Da un paio di mesi ho gonfiore e dolore alla caviglia del piede destro (lato interno). Tutto sembra essere cominciato dopo aver cambiato tipo di scarpe, da quelle più pesanti e con plantari a quelle leggere, senza plantari.
Faccio un passo indietro. Nell’agosto del 2004, dopo una contusione piuttosto violenta allo stinco sinistro con relativo gonfiore, mi si era formata una tenosinovite (diagnosi ecografica) al tendine flessore dell’alluce che mi ha tormentato per diversi mesi e che ho risolto, dopo terapie con FANS, tra cui anche non poco Algix, solo con parecchie sedute di fisioterapia (laser ed ultrasuoni). In una delle visite dal fisiatra per risolvere il problema, lo stesso medico mi prescriveva i plantari. Questi supporti li ho usati in modo saltuario e, praticamente, solo con un tipo di scarpe (genericamente “da ginnastica”).
Più sistematicamente solo durante l’inverno-primavera scorsi, su consiglio di una podologa, alla quale mi era rivolto per un dolore al metatarso del piede sinistro, dovuto, secondo lei, ad una scorretta postura e deambulazione.
Torno, così, ad oggi, anzi alla fine dello scorso mese di aprile, quando ha avuto origine l’evento con la cui desrizione ho cominciato questo messaggio.
Il mio medico mi ha prescritto Liometacen 50 mg. (9 iniezioni) e successivo Dicloreum 150 mg., farmaco, quest’ultimo, che sto ancora assumendo ogni 2 o 3 giorni. Il medico mi ha anche prescritto qualche esame del sangue; qui riporto i soli valori fuori norma: PROTEINA C REATTIVA QUANTITATIVA 14.9 mg/L; FIBRINOGENO 412 mg/dl. Aggiungo VES 8 e FATTORE REUMATOPIDE 5 Ul/ml (valori nella norma). (2/5/2008)
Il medico mi ha anche prescritto una visita reumatologica; il reumatologo mi ha prescritto, a sua volta, altri esami, del sangue (anche di tipizzazione genomica) e delle urine ed una risonanza magnetica. I primi sono completamente negativi, anche il valore RIC. Ab ANTI CITRULLINA (CCP) che è 0.0 U/ml. (23/5/2008).
I rilievi genetici sono i seguenti:
Locus A: A24(9)
Locus B: B18,B51(5) (BW4,BW6)
Locus C: Cw*06,Cw*07
Tecniche usate: DNA Typing L.R.(SSP) (28/5/2008)
Il referto della risonanza recita così: “Nella norma spessore e intensità di segnale dei legamenti tibio peroneali distali, dei legamenti del seno del tarso e dei legamenti collaterali della caviglia. Minima paratenonite del tibiale posteriore e del flessore lungo dell’alluce. Nella norma gli altri tendini esaminati. Nei limiti della norma l’intensità di segnale del midollo osseo. Lesione focale ossea di tipo cistico è riconoscibile nel talamo del calcagno. Non sono riconoscibili alterazioni cartilaginee” (30/5/2008)
Aggiungo il referto rx piedi sotto carico (prescritti dalla podologa):
“Conservato il trofismo calcareo delle ossa. Regolari gli spazi interfalangei metatarsofalangei. Nei limiti la morfologia dei capi ossei dei piedi; bilateralmente appare ridotta la volta plantare.”
Ora, il reumatologo, alla luce degli esami compiuti, è arrivato ad una diagnosi di “artrite sieronegativa” e mi ha detto che, dagli esami genetici, risulta qualche “aggancio” (la definizione è mia) con la psoriasi, patologia di cui mi aveva già chiesto, ma che io non ho mai avuto, né mi risultano casi in famiglia (a mio fratello, parecchi anni fa, è stato riscontrato un evento di sospetto Lupus, non so quale sia la completa definizione).
(Io, piuttosto, soffro di recidivo di Herpes Zoster).
Mi avrebbe prescritto la seguente terapia:
“salazopirina, 1 c. al dì per la prima settimana; aumentare poi settimanalmente la dose giornaliera di 1 c. fino a raggiungere, alla quarta settimana, la dose di mantenimento di 4 cp. (2+2) al dì;
Artrotec 75 mg, 1 c. al dì (a cicli di 10 giorni con intervallo di sospensione di 4-5- giorni tra un ciclo e il successivo)”
In più un gastroprotettore (non leggo bene il nome del prodotto, ma il mio medico mi ha detto che è quel tipo di farmaco) 15 mg, 1 c al dì.
Segue la raccomandazione di fare una serie di esami di controllo periodici, visti i possibili effetti, indesiderati e piuttosto seri della salazopirina.
Io, nel frattempo, ho cominciato un ciclo di fisioterapia, prescritta così dal fisiatra:
“Artralgia tibio tarsica destra con tendinopatia tibiale posteriore”: n. 10 LASER ARTO INF.DX; n. 10 US MOBILE …; n: != +Ionoforesi….- Artrosilene f.
La domanda finale che pongo è la seguente:
è davvero indispensabile la terapia prescritta dal reumatologo, con tutti gli effetti collaterali che può avere?
Nell’episodio del 2004 alla caviglia sinistra, dalla sintomatologia del tutto simile a questa di oggi, il problema si è risolto con la sola fisioterapia, anche se è vero che, ogni tanto, qualche risentimento ce l’ho.
Intanto avrei deciso di aspettare gli (eventuali) effetti benefici delle terapie fisiche e di avere anche il vostro gentile parere in merito.
Altra piccola richiesta: mi dareste una definizione ed una causa chiara di artrite sieronegativa?
Ringrazio sentitamente.
[#1]
Per stabilire se si tratti effettivamente di artrite sieronegativa (o meno) da quì non è facile. Quindi per forza di cose mi devo affidare alle conclusioni del medico che l'ha in cura. Tuttavia l'unico dato certo (basato sull'evidenza) è che lei ha una tenosinovite (probabilmente cronica) del flessore lungo dell'alluce e del tibiale posteriore, verosimilmente conseguenti ad un trauma. Ciò può accadere anche nel corso dell'esordio di artropatie infiammatorie croniche sieronegative, cosi come può accadere comunemente e secondariamente ad altre cause(maccaniche e non).
E' la valutazione clinica, anamnestica e basata sullo studio delle immagini a dare la precisa conferma del sospetto diagnostico. Peertanto potrebbe dar ragione al collega il possibile coinvolgimento della colonna, da lei definito come discopatia. Ma siamo certi che sia l'ernietta a darle fastidio oppure si cela una spondiloartropatia infiammatoria? La distinzione clinica è relativamente semplice: nella spondilite il dolore e la rigidità sono maggiori durante la notte ed al mattino appena svegli, cessando poi con il movimento. Nella discopatia lei dovrebbe stare meglio durante il riposo e quindi di notte. Cosi vale anche per il ginocchio: è una condropatia? Quale è stato il presupposto? clinico? RMN? Quindi descriva bene questi sintomi. forse si potrebbe capire di più.
se il tutto invece si limita all'esclusivo rilievo della tendinite della sua caviglia, personalmente tenterei un approccio terapeutico locale. Ad esempio con un'unica infiltrazione ecoguidata con cortisone in sede peritendinea (e solo in presenza di sintomi o segni). Valuterei percò l'uso della sulfasalazina o di altri farmaci sistemici di fondo solo se necessari ed in base alla gravità del quadro ed all'eventuale coinvolgimento articolare sistemico.
quanto alla definizione di artrite sieronegativa:
in breve si tratta di un gruppo di malattie articolari che condividono comuni caratteristiche cliniche ed il cui fenomeno infiammatorio principale si realizza a carico delle entesi. cioè dell'inserzione ossea dei tendini, dei legamenti e della capsula articolare. Le articolazioni più interessate sono quelle sottoposte a maggiori sollecitazioni meccaniche, quali la colonna, le articolazioni sacro-iliache e le articolazioni degli arti inferiori. Non mancano però le mani, le spalle i gomiti ecc. Inoltre possono essere coinvolti altri organi ed apparati (più frequentemente l'occhio). Si definiscono sieronegative in quanto originariamente venivano distinte dall'artrite reumatoide per la negatività sierologica del fattore reumatoide. Appartengono a questo gruppo: la spondilite anchilosante, la forma correlata a psoriasi, le forme correlate a malattie infiammatorie croniche intestinali (m. di crhon e rettocolite ulcerosa), le forme reattive a stimoli infettivi, la forma cronica giovanile e le forme indifferenziate.
Tutte queste artropatie hanno come ulteriore denominatore comune una maggiore possibilità di insorgenza negli idividui portatori dell'antigene tissutale HLA B27.
E' la valutazione clinica, anamnestica e basata sullo studio delle immagini a dare la precisa conferma del sospetto diagnostico. Peertanto potrebbe dar ragione al collega il possibile coinvolgimento della colonna, da lei definito come discopatia. Ma siamo certi che sia l'ernietta a darle fastidio oppure si cela una spondiloartropatia infiammatoria? La distinzione clinica è relativamente semplice: nella spondilite il dolore e la rigidità sono maggiori durante la notte ed al mattino appena svegli, cessando poi con il movimento. Nella discopatia lei dovrebbe stare meglio durante il riposo e quindi di notte. Cosi vale anche per il ginocchio: è una condropatia? Quale è stato il presupposto? clinico? RMN? Quindi descriva bene questi sintomi. forse si potrebbe capire di più.
se il tutto invece si limita all'esclusivo rilievo della tendinite della sua caviglia, personalmente tenterei un approccio terapeutico locale. Ad esempio con un'unica infiltrazione ecoguidata con cortisone in sede peritendinea (e solo in presenza di sintomi o segni). Valuterei percò l'uso della sulfasalazina o di altri farmaci sistemici di fondo solo se necessari ed in base alla gravità del quadro ed all'eventuale coinvolgimento articolare sistemico.
quanto alla definizione di artrite sieronegativa:
in breve si tratta di un gruppo di malattie articolari che condividono comuni caratteristiche cliniche ed il cui fenomeno infiammatorio principale si realizza a carico delle entesi. cioè dell'inserzione ossea dei tendini, dei legamenti e della capsula articolare. Le articolazioni più interessate sono quelle sottoposte a maggiori sollecitazioni meccaniche, quali la colonna, le articolazioni sacro-iliache e le articolazioni degli arti inferiori. Non mancano però le mani, le spalle i gomiti ecc. Inoltre possono essere coinvolti altri organi ed apparati (più frequentemente l'occhio). Si definiscono sieronegative in quanto originariamente venivano distinte dall'artrite reumatoide per la negatività sierologica del fattore reumatoide. Appartengono a questo gruppo: la spondilite anchilosante, la forma correlata a psoriasi, le forme correlate a malattie infiammatorie croniche intestinali (m. di crhon e rettocolite ulcerosa), le forme reattive a stimoli infettivi, la forma cronica giovanile e le forme indifferenziate.
Tutte queste artropatie hanno come ulteriore denominatore comune una maggiore possibilità di insorgenza negli idividui portatori dell'antigene tissutale HLA B27.
Giuseppe Germanò
[#2]
Ex utente
ringrazio davvero per la consulenza che mi pare di poter interpretare in chiave per lo più rassicurante. approfitto ulteriormente spedendole i referti di rx, tac ed rmn cui mi sono sottoposto nel tempo, prima per il mal di schiena, poi per il problema al ginocchio destro, trattato in artroscopia (a questo proposito aggiungo che il chirurgo, dopo l'intervento, ha definito la condropatia 'grave', appesantendo il referto della risonanza; ha regolarizzato il menisco fessurato ed ha fatto uno 'shaving' - se non erro ha usato questa definizione - cartilagineo).
grazie ancora ed attendo, se lo riterrà, un ulteriore contributo.
Paziente LAZZARI/GErmano Nato 30/10/1961 M
Esami eseguiti: TAC LOMBARE DIRETTA - TRE METAMERI in data 19/02/04 TAC SPINALE (UN ULTERIORE METAMERO) 19/02/04
Vengono esaminati gli spazi discali da L3 ad S1.
In L3-L4 lieve protrusione posteriore globale del disco.
In L4-L5 è presente ernia discale posteriore a largo raggio, con prevalenza in sede mediana paramediana destra, dove raggiunge la superficie ventrale del sacco durale.
In L5-S1 discreta protrusione posteriore globale del disco senza prevalenze di lato.
Nei limiti i diametri del canale. Note artrosiche a carico delle faccette articolari posteriori specie in L4-L5 e L5-S1.
Paziente: LAZZARIGERMANO Residente in via: Verdi 17
Nato/a il: 30/1 0/1 961
Risonanza Magnetica Ginocchio dx
Referto
Discreto aumento del liquido sinoviale. prevalentemente raccolto nella borsa sovrarotulea e nella gola intercondiloidea.
Non alterazioni di segnale a focolaio a carico delle strutture ossee.
Assottigliate le cartilagini articolari, fatti più evidenti sul comparto mediale ed a livello della rotula che tende alla iperpressione esterna.
Presenza di plica sinoviale medio patellare non ipertrofica.
Conservati i legamenti crociati ed il collaterale esterno. Sfumato il contorno del collaterale mediale per esiti di lacerazione di parte delle fibrille.
Note degenerative per tendine sottorotuleo e per i menischi. più evidenti per il mediale nel cui corno posteriore SU isola esile e stria iperintensa a decorso obliquo che ne raggiunge la superficie articolare inferiore (fissurazione)
Lacinie di tipo sinovitico deformano il corpo adiposo di Hoffa.
22/6/2005
Paziente LAZZARI/GERMANO Nato il 30/10/1961 M
Esami eseguiti: GINOCCHIO DESTRO in data 9/06/06
Salienza ossea di tipo esostosico a larga base di impianto sul profilo interno anteriore femorale in sede sovracondiloidea. Accenno a minimo appuntimento degli spigolo femoro—tibiali sul versante interno. Interlinee femoro-tibiali regolari.
Paziente LAZZARI/GERMANO
Esami eseguiti: RM MUSCOLO SCHELETRICA MONOLATEPALE in data 25.07.06
Rm ginocchio destro
Si confronta con precedente indagine RM eseguita in data 22/06/2005.
Al controllo odierno il quadro a livello del menisco mediale risulta sovrapponibile dove in corrispondenza del corno posteriore-corpo è presente esile stria iperintensa di aspetto fissurativo con apparente parziale interessamento della superficie articolare.
Nei limiti il menisco esterno, i legamenti crociati e il collaterale esterno. Integro anche il collaterale interno. Esso è leggermente ispessito con i contorni sfumati a livello prossimale come da esiti di stiramento.
Modesti segni di versamento liquido articolare tipo lieve artro- sinovite.
La cartilagine patellare presenta il segnale leggermente alterato sul versante mediale come da modesta condropatia.
Piccola areola di compatta a livello del piatto tibiale.
grazie ancora ed attendo, se lo riterrà, un ulteriore contributo.
Paziente LAZZARI/GErmano Nato 30/10/1961 M
Esami eseguiti: TAC LOMBARE DIRETTA - TRE METAMERI in data 19/02/04 TAC SPINALE (UN ULTERIORE METAMERO) 19/02/04
Vengono esaminati gli spazi discali da L3 ad S1.
In L3-L4 lieve protrusione posteriore globale del disco.
In L4-L5 è presente ernia discale posteriore a largo raggio, con prevalenza in sede mediana paramediana destra, dove raggiunge la superficie ventrale del sacco durale.
In L5-S1 discreta protrusione posteriore globale del disco senza prevalenze di lato.
Nei limiti i diametri del canale. Note artrosiche a carico delle faccette articolari posteriori specie in L4-L5 e L5-S1.
Paziente: LAZZARIGERMANO Residente in via: Verdi 17
Nato/a il: 30/1 0/1 961
Risonanza Magnetica Ginocchio dx
Referto
Discreto aumento del liquido sinoviale. prevalentemente raccolto nella borsa sovrarotulea e nella gola intercondiloidea.
Non alterazioni di segnale a focolaio a carico delle strutture ossee.
Assottigliate le cartilagini articolari, fatti più evidenti sul comparto mediale ed a livello della rotula che tende alla iperpressione esterna.
Presenza di plica sinoviale medio patellare non ipertrofica.
Conservati i legamenti crociati ed il collaterale esterno. Sfumato il contorno del collaterale mediale per esiti di lacerazione di parte delle fibrille.
Note degenerative per tendine sottorotuleo e per i menischi. più evidenti per il mediale nel cui corno posteriore SU isola esile e stria iperintensa a decorso obliquo che ne raggiunge la superficie articolare inferiore (fissurazione)
Lacinie di tipo sinovitico deformano il corpo adiposo di Hoffa.
22/6/2005
Paziente LAZZARI/GERMANO Nato il 30/10/1961 M
Esami eseguiti: GINOCCHIO DESTRO in data 9/06/06
Salienza ossea di tipo esostosico a larga base di impianto sul profilo interno anteriore femorale in sede sovracondiloidea. Accenno a minimo appuntimento degli spigolo femoro—tibiali sul versante interno. Interlinee femoro-tibiali regolari.
Paziente LAZZARI/GERMANO
Esami eseguiti: RM MUSCOLO SCHELETRICA MONOLATEPALE in data 25.07.06
Rm ginocchio destro
Si confronta con precedente indagine RM eseguita in data 22/06/2005.
Al controllo odierno il quadro a livello del menisco mediale risulta sovrapponibile dove in corrispondenza del corno posteriore-corpo è presente esile stria iperintensa di aspetto fissurativo con apparente parziale interessamento della superficie articolare.
Nei limiti il menisco esterno, i legamenti crociati e il collaterale esterno. Integro anche il collaterale interno. Esso è leggermente ispessito con i contorni sfumati a livello prossimale come da esiti di stiramento.
Modesti segni di versamento liquido articolare tipo lieve artro- sinovite.
La cartilagine patellare presenta il segnale leggermente alterato sul versante mediale come da modesta condropatia.
Piccola areola di compatta a livello del piatto tibiale.
[#4]
meglio non mettere nome e cognome per la sua privaci...
per la diagnosi è necessario il dato clinico mentre per valutare meglio l'aspetto della colonna è più utile una normale radiografia.
E' possbile, vista la ricorrenza anche alla caviglia opposta un quadro di oligoartrite.
per la diagnosi è necessario il dato clinico mentre per valutare meglio l'aspetto della colonna è più utile una normale radiografia.
E' possbile, vista la ricorrenza anche alla caviglia opposta un quadro di oligoartrite.
[#5]
Ex utente
ulteriormente rovistando tra i non pochi referti, ho rintracciato anche il seguente:
RX colonna lombosacrale: accenno di scoliosi a largo raggio dx concava lombare superiore e, più evidente scoliosi sn concava al passaggio lombo sacrale ove sono maggiormente apprezzabili alterazioni spondiloartrosiche con spazio discale fra L4-L5 discretamente ridotto. 27 08 2003
ad un successivo esame clinico, il fisiatra ha detto che la scoliosi non era più riscontrabile, passato l'episodio di contrazione muscolare.
ora non posso non chiederle anche una definizione di oligoartrite.
grazie davvero.
RX colonna lombosacrale: accenno di scoliosi a largo raggio dx concava lombare superiore e, più evidente scoliosi sn concava al passaggio lombo sacrale ove sono maggiormente apprezzabili alterazioni spondiloartrosiche con spazio discale fra L4-L5 discretamente ridotto. 27 08 2003
ad un successivo esame clinico, il fisiatra ha detto che la scoliosi non era più riscontrabile, passato l'episodio di contrazione muscolare.
ora non posso non chiederle anche una definizione di oligoartrite.
grazie davvero.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 55.3k visite dal 02/07/2008.
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