Un reumatologo il quale è giunto alla diagnosi dell'arterite
Gentile dottore,
Le chiedo cortesemente un consulto on-line in quanto in febbraio u.s., ho iniziato a soffrire di dolori articolari (in particolare coscia e avambracci), accompaganti da febbricola (ca 2/3 linee giornaliere, fino ad arrivare a 7 linee max e soprattutto verso pomeriggio/sera verso le 16). Il medico di famiglia mi ha prescritto molti esami, dal quale non è risultato niente se non l'alterazione della PCR (valori elevati). In seguito, mi sono rivolto da un reumatologo il quale è giunto alla diagnosi dell'arterite di horton, ho fatto anche l'esame dell'arteria sulle tempie che però è risultato negativo. Dopodiché mi sono sottoposto ad una cura di cortisone. Ora avverto ancora, nonostante prenda il cortisone (in dosi che gradualmente vado a diminuire secondo un programma del reumatologo). Le chiedo se la diagnosi è corretta e se posso rivolgermi a qualche altro centro o fare qualche esame specialistico per essere certi della malattia di cui soffro, sapere se esiste cure, e/o possibilità di migliorare la mia condizione e se il mare o terme ... mi possono giovare. Grazie mille e buona giornata.
Le chiedo cortesemente un consulto on-line in quanto in febbraio u.s., ho iniziato a soffrire di dolori articolari (in particolare coscia e avambracci), accompaganti da febbricola (ca 2/3 linee giornaliere, fino ad arrivare a 7 linee max e soprattutto verso pomeriggio/sera verso le 16). Il medico di famiglia mi ha prescritto molti esami, dal quale non è risultato niente se non l'alterazione della PCR (valori elevati). In seguito, mi sono rivolto da un reumatologo il quale è giunto alla diagnosi dell'arterite di horton, ho fatto anche l'esame dell'arteria sulle tempie che però è risultato negativo. Dopodiché mi sono sottoposto ad una cura di cortisone. Ora avverto ancora, nonostante prenda il cortisone (in dosi che gradualmente vado a diminuire secondo un programma del reumatologo). Le chiedo se la diagnosi è corretta e se posso rivolgermi a qualche altro centro o fare qualche esame specialistico per essere certi della malattia di cui soffro, sapere se esiste cure, e/o possibilità di migliorare la mia condizione e se il mare o terme ... mi possono giovare. Grazie mille e buona giornata.
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Caro signore l'arterite gigantocellulare o arterite di Horton è una vasculite granulomatosa dell'anziano che colpisce generalmente l'aorta e i suoi rami principali (generalmente quelli carotidei extracranici). le manifestazioni cliniche che ne conseguono dipendono dal distretto arterioso colpito dall'infiammazione e quindi dal danno ischemico d'organo.
I sintomi possono essere svariati. Di solito quelli generali sono febbre, stanchezza, inappetenza, dimagrimento, ecc. I sintomi più tipici sono cefalea temporale (talvolta con indurimento delle arterie temporali), dolore occipitale, dolore orbitario, auricolare, del cuoio capelluto, claudicatio masticatoria (cioè dolore mandibolare-auricolare, con necessità di fermarsi durante la masticazione),dolore al collo, lungo il decorso delle carotidi, disturbi di tipo visivo, in alcuni casi anche dolore alla radice della lingua e tosse stizzosa persistente ed inspiegabile. Altri disturbi possono essere di tipo ischemico cerebrale, cardiaco e addominale.
Spesso può esservi la coesistenza di dolore articolare e muscolare di notevole entità al cingolo scapolare e al cingolo pelvico, generalmente notturno/mattutino associato a rigidità prolungata; teumefazione delle estremità ecc. Questi ultimi sintomi sono altrettanto tipici di un'altra malattia reumatologica dell'anziano:la Polimialgia Reumatica, con la quale la'arterite temporale condivide molti aspetti.
In entrambe le 2 malattie vi sono segni di laboratorio essenziali ma aspecifici, come l'aumento notevole degli indici di infiammazione (VES,PCR,fibrinogeno, ecc) ed anemia. In un quarto dei casi tuttavia gli indici di infiammazione possono risultare del tutto normali e trarre in inganno il reumatologo.
LA diagnosi di arterite di Horton si pone con assoluta certezza quando è possibile eseguire la biopsia dell'arteria temporale. Occorre notevole accuratezza nel prelievo ed esperienza. Infatti sono possibili falsi negativi perchè le lesioni arteritiche sono a salto. Per aumentare la probabilità di "centrare" la lesione è necessario prelevare un frammento arterioso di svariati cm (almeno 3-5 cm).
La terapia cortisonica è al momento quella elettiva. Sono necessri dosaggi medio-alti per almeno le prime 2 settimane per poi scalare gradualmente la dose fino al mantenimento minimo efficace. Il cortisone va comunque assunto per un periodo medio-lungo (da 12 a 18 -24 mesi) anche quando i sintomi e i segni di laboratortio sembrano essersi risolti. Ciò serve ad evitare recidive.
In genere la prognosi è buona ma occorre fare molta attenzione alle complicazioni legate alla malattia e agli effetti collaterali del cortisone. Sono in studio terapie sperimentali con altri farmaci immunosoppressori.
Detto questo è necessario che lei si faccia vedere dal suo reumatologo allo scopo di stabilire se i sintomi residui sono legati alla attività della malattia a lei diagnosticata oppure a dolori semplicemente di tipo degenerativo. suppongo inoltre che sia stata fatta la diagnosi differenziale verso altre forme patologiche che danno manifestazioni sistemiche e locali simili.
Per ciò che concerne il mare o le terme essi non hanno alcun effetto terapeutico verso la sua malattia.
Saluti
GG
I sintomi possono essere svariati. Di solito quelli generali sono febbre, stanchezza, inappetenza, dimagrimento, ecc. I sintomi più tipici sono cefalea temporale (talvolta con indurimento delle arterie temporali), dolore occipitale, dolore orbitario, auricolare, del cuoio capelluto, claudicatio masticatoria (cioè dolore mandibolare-auricolare, con necessità di fermarsi durante la masticazione),dolore al collo, lungo il decorso delle carotidi, disturbi di tipo visivo, in alcuni casi anche dolore alla radice della lingua e tosse stizzosa persistente ed inspiegabile. Altri disturbi possono essere di tipo ischemico cerebrale, cardiaco e addominale.
Spesso può esservi la coesistenza di dolore articolare e muscolare di notevole entità al cingolo scapolare e al cingolo pelvico, generalmente notturno/mattutino associato a rigidità prolungata; teumefazione delle estremità ecc. Questi ultimi sintomi sono altrettanto tipici di un'altra malattia reumatologica dell'anziano:la Polimialgia Reumatica, con la quale la'arterite temporale condivide molti aspetti.
In entrambe le 2 malattie vi sono segni di laboratorio essenziali ma aspecifici, come l'aumento notevole degli indici di infiammazione (VES,PCR,fibrinogeno, ecc) ed anemia. In un quarto dei casi tuttavia gli indici di infiammazione possono risultare del tutto normali e trarre in inganno il reumatologo.
LA diagnosi di arterite di Horton si pone con assoluta certezza quando è possibile eseguire la biopsia dell'arteria temporale. Occorre notevole accuratezza nel prelievo ed esperienza. Infatti sono possibili falsi negativi perchè le lesioni arteritiche sono a salto. Per aumentare la probabilità di "centrare" la lesione è necessario prelevare un frammento arterioso di svariati cm (almeno 3-5 cm).
La terapia cortisonica è al momento quella elettiva. Sono necessri dosaggi medio-alti per almeno le prime 2 settimane per poi scalare gradualmente la dose fino al mantenimento minimo efficace. Il cortisone va comunque assunto per un periodo medio-lungo (da 12 a 18 -24 mesi) anche quando i sintomi e i segni di laboratortio sembrano essersi risolti. Ciò serve ad evitare recidive.
In genere la prognosi è buona ma occorre fare molta attenzione alle complicazioni legate alla malattia e agli effetti collaterali del cortisone. Sono in studio terapie sperimentali con altri farmaci immunosoppressori.
Detto questo è necessario che lei si faccia vedere dal suo reumatologo allo scopo di stabilire se i sintomi residui sono legati alla attività della malattia a lei diagnosticata oppure a dolori semplicemente di tipo degenerativo. suppongo inoltre che sia stata fatta la diagnosi differenziale verso altre forme patologiche che danno manifestazioni sistemiche e locali simili.
Per ciò che concerne il mare o le terme essi non hanno alcun effetto terapeutico verso la sua malattia.
Saluti
GG
Giuseppe Germanò
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I sintomi da lei descritti farebbero pensare più ad una Polimialgia reumatica che ad una Arterite di Horton. Considerata la persistenza della sintomatologia sarebbe interessante sapere anche l’eventuale successivo interessamento delle articolazioni delle mani, dei polsi e dei piedi al fine di escludere un’altra malattia caratteristica della sua fascia di età rappresentata dalla “Artrite reumatoide senile sieronegativa ad esordio polimialgico”. Ritengo necessaria questa puntualizzazione per il diverso approccio terapeutico alle varie malattie. E’ d’altronde evidente come sarebbe impossibile essere più precisi in un ambito così poco convenzionale come quello di un consulto on line. MG
Mauro Granata
https://www.idoctors.it/medico/16613/0
[#3]
Utente
Gentile dottore, non ho altri disturbi, in febbraio erano accentuati i disturbi alla coscia destra ed alle braccia, entrambe, ora invece sento un leggero male alla coscia destra. Le volevo chiedere se con la rissonanza magnetica si vede qualcosa in merito alle malattie reumatiche, ho fatto i raggi ma senza vedere grandi cose. Inoltre Le chiedo cosa devo fare per poter convivere con il male o migliorare (cure, dieta, tipo di vita ....). La mia professione è agricoltore (coltivatore di mele), posso ancora lavorare o mi fa male? Grazie per le sue risposte
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La risonanza magnetica trova indicazione verso diverse patologie reumatiche ma nel suo caso ritengo sia necessario che si debba fare prima una valutazione clinica, senza necessariamente ricorrere ad esami magari non necessari e costosi. Come vede i pareri espressi fino ad ora sono univoci nel ribadire che le diagnosi debbono essere fatte opportunamente a contatto con il paziente, quindi dovrebbe esporre tali quesiti al medico che ha l'opportunità di visitarla.
Quanto espresso fino ad ora ha infatti solo valore informativo e teorico.
Cordiali saluti.
Giuseppe Germanò
Quanto espresso fino ad ora ha infatti solo valore informativo e teorico.
Cordiali saluti.
Giuseppe Germanò
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La risonanza magnetica rappresenta ancora, anche se incalzata dalla moderna ecografia articolare, il gold standard dell’imaging reumatologico. La RMN permette infatti di ricavare sezioni multiplanari delle strutture articolari e in particolare della cartilagine articolare e dell’eventuale interessamento sinoviale. Purtroppo è una metodica costosa o non sempre disponibile. MG
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 66.4k visite dal 04/07/2005.
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