Dolore persistente al collo con febbre
salve dottore è da circa 25 giorni che mio nonno,di età 91, avverte un dolore persistente nella parte posteriore del collo estendendosi su tutta la testa e provocando quindi una forte cefalea e dolore agli occhi.Inizialmente pensavamo che si trattasse di una semplice influenza tanto è vero che il 3° giorno gli comparve la febbre che oscillava da 37,2 a 38,8.somministrammo cefalosporina e antibiotico e quest'ultima scomparve,però il dolore continuava ininterrottamente;allora il medico curante ha ritenuto opportuno prescrivere fiale di voltaren per far passare tale dolore!la situazione pensavamo che stesse migliorando,anche se il dolore c'era sempre ma in forma lieve,invece all'improvviso,verso il 22° giorno,si manifestò di nuovo la febbre, 37°,8 ,allora la situazione divenne insostenibile e il medico curante decise di procedere con un ricovero ospedaliero.Adesso mio nonno si trova in ospedale,ha fatto tutta una serie di accertamenti ma con esito positivo!la tac tutto bene,la radiografia idem,gli esami di sangue tutto bene tranne ves 100 e anemia bassa;ciò significa che c'è una flogosi in atto.il punto è questo:ma è possibile che i medici nn sanno diagnosticare una patologia???da premettere che mio nonno in passato,verso il 1990, ha avuto la polimialgia reumatica infatti da allora sino ad oggi ha sempre fatto uso di deltacortene da 5mg!mi potrebbe dare un consiglio sul da farsi?siamo disperati!!!qui a palermo sono tutti incompetenti!aspetto una sua risposta!grazie
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Potrebbe trattarsi di recidiva di Polimialgia reumatica o di arterite gigantocellulare. La diagnosi di tali 2 malattie, sovente concomitanti, è fondamentalmente clinica, sebbene nel caso della arterite temporale può essere necessario eseguire esami strumentali (ecografia color doppler dei vasi aortici, biopsia arterie temporali, in acluni casi PET,ecc.). Il fatto che assuma da 18 anni lo steroide per una polimialgia reumatica è strano perchè di solito la terapia steroidea alla dose minima efficace dura mediamente 9-12 mesi. Vi sono d'altro canto casi nei quali è necessario procrastinare la terapia steroidea a causa della recidiva della malattia dopo la sospensione che può accadere in circa un terzo dei pazienti, anche se 18 anni sono tanti, in quanto mediamente la recidiva avviene entro 2-3 anni...
Naturalmente il sospetto clinico delle malattie elencate sopra devono essere confortato dalla esclusione di ulteiori malattie che possono presentarsi allo stesso modo di una PMR. In particolare malattie neoplastiche ed onco-ematologiche . In tal caso la terapia con cortisone non dovrebbe dare alcun risultato benefico sui sintomi, rispetto a quanto si osserva nel caso della PMR e AGC a dosaggio adeguato.
Tornando invece alla sua vena polemica circa le difficoltà dei medici ad eseguire una diagnosi(uso un termine più leggero del suo), ritengo che tale giudizio sia un tantino qualunquistico, non dettato da sue conoscenze mediche personali in grado di giudicare l'operato di professionisti, a meno che lei non sia laurerato in medicina.Tali "pregiudizzi" sono spesso deleteri per i medici ed i pazienti in quanto innescano uno stato di sfiducia reciproca talvolta capace di alterare il regolare decorso clinico diagnostico di un paziente. Del resto l'uso di internet non aiuta certamente a guarire nella maggioranza dei casi perchè il paziente è virtuale e non presente e la possibilità di incorrere in errori molto più elevata rispetto alla situazione reale...
Sono certo che i colleghi se lo ritengono opportuno prenderanno in considerazione una consulenza reumatologica e quant'altro.
cordiali saluti.
Naturalmente il sospetto clinico delle malattie elencate sopra devono essere confortato dalla esclusione di ulteiori malattie che possono presentarsi allo stesso modo di una PMR. In particolare malattie neoplastiche ed onco-ematologiche . In tal caso la terapia con cortisone non dovrebbe dare alcun risultato benefico sui sintomi, rispetto a quanto si osserva nel caso della PMR e AGC a dosaggio adeguato.
Tornando invece alla sua vena polemica circa le difficoltà dei medici ad eseguire una diagnosi(uso un termine più leggero del suo), ritengo che tale giudizio sia un tantino qualunquistico, non dettato da sue conoscenze mediche personali in grado di giudicare l'operato di professionisti, a meno che lei non sia laurerato in medicina.Tali "pregiudizzi" sono spesso deleteri per i medici ed i pazienti in quanto innescano uno stato di sfiducia reciproca talvolta capace di alterare il regolare decorso clinico diagnostico di un paziente. Del resto l'uso di internet non aiuta certamente a guarire nella maggioranza dei casi perchè il paziente è virtuale e non presente e la possibilità di incorrere in errori molto più elevata rispetto alla situazione reale...
Sono certo che i colleghi se lo ritengono opportuno prenderanno in considerazione una consulenza reumatologica e quant'altro.
cordiali saluti.
Giuseppe Germanò
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.5k visite dal 15/03/2008.
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