Fibromialgia localizzata al dorso

Gentili dottori, sono qui a chiedervi un parere su una problematica di difficile inquadramento nella speranza che possiate indirizzarmi verso una soluzione.
Premetto che ho una scoliosi a doppia curva ad ampio raggio destro convessa con curva minore lombare di compenso sinistro convessa e asimmetria del bacino per maggiore altezza della cresta iliaca di sinistra.
A causa di questa condizione, nell’ultimo biennio, i dolori di origine posturale, così definiti dagli specialisti interpellati, che avvertivo tra le scapole e più in generale al dorso, come anche in zona sacro-iliaca e al gluteo SX, di intensità variabile e migrante, si sono intensificati.

A metà settembre, con l’intento di rimettermi in forma e spezzare la mia sedentarietà (passo molto tempo al PC per lavoro) mi sono riaffacciato in palestra spiegando le mie problematiche e mi viene proposto un allenamento che prevedeva tra l’altro un lavoro agli attrezzi per rafforzare i muscoli trapezi, dorsali, gran dentato.
Il punto è, che dopo solo 5 sedute di allenamento con pesi modesti, i muscoli che sono andato a sollecitare hanno incominciato letteralmente a bruciare insieme ad una sensazione di formicolio, punture di aghi, forti dolori intercostali anche all’atto respiratorio e un forte senso di tensione diffuso con evidenti contratture tra le scapole palpabili al tatto (cordoni).
Il dolore invalidante mi ha costretto a sospendere la palestra e il lavoro, a nulla sono valse le terapie antiinfiammatorie, anche con cortisonici e antidolorifici, facendomi trascorre le successive 2 settimane tra notti insonni e l’impossibilità di poggiare la schiena su una sedia o sul materasso.

Ad oggi questa dorsalgia che si è instaurata da circa 2 mesi si è attenuata, il bruciore muscolare acuto e la sensazione di punture di aghi è svanita, ma restano il senso di tensione al dorso che può arrivare sino alle costole anteriormente, le fitte dolorose ai muscoli dorsali che si attivano alla sollecitazione di quest’ultimi, talvolta il formicolio, il tutto con un andamento variabile e migrante nel senso che un giorno i disturbi sono più presenti a destra, poi durante il giorno o quello successivo, si spostano a sinistra con un’intensità che può essere tra 4 e 5 su una scala del dolore 10, oppure 8!
L’unico farmaco che pare mitigare questi sintomi è il tiocolchicoside, al dosaggio di 4mg in Cp. mattina e sera per una settimana, però appena lo sospendo i disturbi si intensificano.

Ho consultato svariati specialisti (posturologo-chinesiologo, fisiatra, psichiatra, neurologo, reumatologo) e fatto numerose indagini che se vorrete potrò fornirvi in dettaglio insieme alle terapie farmacologiche che al momento sto seguendo e quello che è emerso, con pareri anche discordanti, è che potrebbe trattarsi di una fibromialgia localizzata e/o una neuropatia.
Per la vostra esperienza, è possibile una cosa del genere?

Vi ringrazio anticipatamente per l’aiuto che mi fornirete.
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Dr. Bernardo D'Onofrio Reumatologo 413 18
Gentile utente,

Innanzitutto complimenti per la sua attitudine: interrompere la sedentarietà ed iniziare ad andare in palestra denota un approccio giusto alla problematica!

La fibromialgia è una cosiddetta diagnosi di esclusione: questo significa che in prima battute occorre escludere, tramite indagini mirate, tutte le altre patologie che potrebbero mimare la condizione. Dopodiché, è possibile applicare dei criteri diagnostici che ci aiutano nell’inquadramento della patologia.
Per definizione, la fibromialgia è una forma di dolore muscoloscheletrico diffuso, e non localizzato; inoltre, è tipicamente spesso accompagnato da altri disturbi (come astenia - ovvero stanchezza generalizzata diffusa, disturbi del sonno e così via).

Per quanto possa valere un consulto fatto per via telematica e senza poterla visitare, sicuramente la problematica scoliotica può incidere sulla natura dei suoi sintomi; un approccio fisiatrico con della fisioterapia mirata, come pure una terapia miorilassante (che già sta facendo) possono essere un’arma vincente.

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno Dott. D'Onofrio,
innanzitutto, grazie della rapida risposta, in effetti durante questo periodo di sofferenza ho cercato di documentarmi sulla sintomatologia che si è instaurata (bruciore muscolare, parestesie, contratture, dolore migrante, ecc.) e dagli articoli che ho avuto modo di leggere, in particolare sulla fibromialgia, il profilo del soggetto fibromialgico ha caratteristiche ben precise come astenia, difficoltà di concentrazione, dolori diffusi, ansia/depressione, ecc.
Ecco perché ho posto questo quesito, l'intento era capire se necessariamente bisogna essere in presenza di tutti questi disturbi o è possibile che ce ne siano solo alcuni.
Inoltre, dalle mie ricerche personali improntante sulla una sintomatologia così particolare o almeno nuova per me, mi hanno condotto a risultati in cui la persona che accussa bruciore muscolare, parestesie/punture di aghi, forti contratture e dolori migranti poteva dipendere dal fatto di non avere muscoli allenati con scarso tono muscolare e dalla sindrome dolorosa miofasciale, che un po' sembra essere l'anticamera della fibromialgia e che può coesistere nella fibromialgia, almeno da quanto ho capito.
La cosa che mi ha francamente "spaventato" è l'iperalgia, ovvero la risposta estremamente dolorosa e bruciante ai muscoli dorsali che si è scatenata dopo un allenamento tutto sommato leggero.
Senz'altro poi, il problema dovuto a cattive posture dovute alla scoliosi, fa si che alcuni muscoli lavorino di più rispetto ad altri e siano in perenne contrazione innescando dolori appunto di origine posturale, ma questi erano in un certo senso presenti già prima che si scatenasse questo fenomeno, tant'è che il posturologo-chinesiologo esperto di biomeccanica che ho consultato, dopo un'attenta valutazione, era arrivato alla conclusione che "l'esame delle catene biomeccaniche avesse instaurato una fibromialgia da mancato adattamento posturale" e che avrei dovuto affrontare un percorso di posturologia globale mirato a:

1) Apprendimento e adozione posture antalgica da applicare nella vita quotidiana
2) allungamento della catena biomeccanica posteriore - mediale
3) allungamento della catena biomeccanica antero-posteriore
4) particolare attenzione ai muscoli pelvici, ischio crurali e ileo psoas.
5) respirazione diaframmatica e sblocco della catena respiratoria . Educazione respiratoria.
6) Modifica delle posture della vita quotidiana
7) Riequilibrio delle catene biomeccaniche iperprogrammate.
8) Riequilibrio delle curve fisiologiche (in particolare di quella dorsale).
9) Miglioramento del quadro delle capacità coordinative specie dirette al miglioramento della mobilità e sicurezza dei movimenti della vita quotidiana.
10) Apprendimento e stabilizzazione di adeguate e personalizzate norme di igiene posturale (specie al lavoro)
11) Tonificazione dei muscoli del core stability (facendo attenzione all’esecuzione tecnica)
12) tonificazione dei muscoli ipotonici con particolare attenzione alle posture ed all’esecuzione corretta.
13) Infine avviamento ad una corretta, continua ed adeguata attività motoria

Ora, non so fino a che punto possa essere attendibile questa valutazione, ma mi è parso molto preparato sull'argomento pur non essendo un medico, come ha tenuto a specificare, consigliandomi poi di consultarmi anche con degli specialisti in materia.
[#3]
Dr. Bernardo D'Onofrio Reumatologo 413 18
Gentile utente,

Per quanto possa sembrare scontato, l’educazione fisica e la rieducazione posturale sono davvero delle armi imprescindibili per il miglioramento dei dolori muscolo-scheletrici aspecifici. Le consiglierei pertanto di continuare sulla strada da lei intrapresa, fermo restando che, in caso di nuovi sintomi, persistenza o peggioramento, può comunque effettuare una valutazione reumatologica di inquadramento.

Resto a disposizione

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