Carcinoma squamoso cavo orale

Salve. A mio padre è stato diagnosticato un carcinoma squamoso del cavo orale.
Ha 79 anni. Il 25/02/2009 ha fatto la prima TAC. Non vi sono linfonodi ne metastasi ma infiltrazione dell'osso mandibolare. Ha eseguito una terapia radiante ipofrazionata di 35 GRAY (14 sedute di 2,5 GRAY ciascuna) a scopo citoriduttivo. Alla data del 27/05/2009 nuova TAC. La malattia sembra non aver progredito. Non vi sonno linfonodi ne metastasi. Ho chiesto un ulteriore consulto radioterapico e il radioterapista mi riferisce che non è necessario fare più radioterapia sia per la breve distanza temporale e che non è possibile irradiare ulteriormente tali tessuti.

la domanda che pongo è la seguente: la terapia che gli è stata praticata è di tipo citoriduttivo e quindi non curativa (visto il coninvolgimento dell'osso). Visto che la terapia che gli è stata praticata sembra aver almeno temporaneamente fermato la malattia per quale motivo non possiamo praticare un'ulteriore radioterapia visto che le dosi normali si spingono fino a 70 gray? Oltretutto non essendovi metastasi e linfonodi coinvolti?

Non riesco a comprendere perchè mi venga detto che tutto quello che doveva ricevere lo ha ricevuto e non è possibile irradiare ulteriormente. Magari attendendo alcuni mesi credo ne avrebbe beneficio.

Se qualcuno mi aiuta a comprendere perchè lo ringrazio in quanto ho visto situazioni peggiori con linfonodi e metastasi eppure sono stati fatti cicli ben più lunghi di quelli praticati a mio padre.

grazie ancora per la risposta
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Caro utente le sue domande sono lecite così come lo sono le scelte cliniche del collega radioterapista che vi ha in cura.
Cerco di spiegarle quanto più posso in modo semplice, pur essendo il suo un quesito di tipo radiobiologico, più che clinico:
1)E' vero la RT si può effettuare solo 1 volta nella stessa sede, almeno per intervalli di tempo non inferiori ad un anno. I ritrattamenti oltretutto sono molto complicati da effettuare anche dopo un anno/due anni in quanto bisogna calcolare la dose assorbita dai tessuti sani in funzione del tempo intercorso, del volume pregresso, della tollerabilità del primo trattamento, ecc.
2)La dose erogata è stata di 35 Gy in 14 sedute con dose per frazione di 2.5 Gy. Tali dosi con regime IPOFRAZIONATO in realtà sono radiobiologicamente superiori a 35 Gy erogati con la consueta dose di 1.8-2Gy frazione. C'è infatti una formula o formalismo matematico che permette di valutare la dose equivalente se la dose per frazione fosse diversa da quella normalmente prescritta di 2 Gy e si chiama EQD2. Senza scendere nei particolari che esulano da questo sito, la dose di 35 Gy a 2,5 gy frazione è una dose ben più alta di quella prescritta con 2 Gy fino a 35 Gy.
3)70 Gy sono consigliabili nei trattamenti curativi con dosi di 1.8- 2 Gy frazione.
Nel caso di suo papa l'aumento della dose per frazione ha avuto volutamente un rapido impatto sulle dimensioni della massa infiltrante l'osso ma potrebbe averlo dannosamente sui tessuti sani se la RT venisse ulteriormente continuata o ripresa anche a dosi per frazioni minori.

Quindi capisco la dose prescritta per l'intento sintomatico e di controllo locale, in questa fase di malattia e con questa età, obiettivi prioritari rispetto a qualsiasi altra intenzione.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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Utente
Utente
GRAZIE DI CUORE PER LE SUE INFORMAZIONI
Volevo completare la domanda chiedendole se la massa tumorale si espandesse in maniera tale da coinvolgere zone critiche come quelle della laringe in modo tale da impedire un respiro normale, si potrebbe prendere in considerazione un'ulteriore radioterapia? Ho parlato con mio padre e nessuno di noi è d'accordo su tracheotomia os simili soluzioni. Come paziente sarà obbligato a questa scelta? Un ulteriore approfondimento sulla prima domanda: valeva la pena una terapia fino a 70 gray? Poteva esser più utile di quella citoriduttiva? nel caso di infiltrazioni mi sembra di capire che non sia garantita la guarigione o quantomeno il controllo della malattia. Come mai l'osso ha un comportamento diverso da quello del tessuto molle?
Scusi ancora per queste richieste ma come figlio devo fare tutto il possibile per mio padre. ora comunque sono più sereno sulle scelte fatte anche se mi sembra di capire che nel caso dei tumori dell'orofaringe sia importante la diagnosi precoce e la prevenzione.
grazie ancora per quante persone aiutera nella sua carriera.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Il trattamento palliativo-sintomatico effettuato è una scelta forzata quando la malattia è così estesa da non potere essere curata o quando ci sono condizioni tali da non poterla effettuare per il costo che causerebbe a fronte di un beneficio non assicurato o limitato. Si ponderano sempre i rischi e benefici del caso.70 Gy sono una dose altissima che necessita almeno 35 sedute e spesso è gravata da effetti collaterali non indifferenti sulle mucose come mucosìte, infezioni fungine, ulcerazioni, disturbi della salivazione, del gusto, con conseguente calo di peso importante. Tutto ciò spesso, per potenziare il risultato di efficacia, è associato a chemioterapia concomitante, aumentando, con effetto spesso superadditivo, cioè potenziato,la tossicità generale. In caso di compromissione ossea, per tentare di eradicare la malattia, la radiochemioterapia avrebbe potuto provocare, se fattibile con il limite dell'età e delle altre patologie connesse all'anzianità, gravi effetti collaterali, spesso non tollerabili o causa di interruzioni che vanificano l'efficacia del trattamento.
Il problema non è l'osso in sé ma la malattia di origine che, infiltrando massivamente i tessuti contigui, rientra nelle situazioni localmente avanzate per le quali ci sono molti limiti di efficacia ad eradicare completamente la malattia.
Sulla tracheotomia farei poche problematiche o contrarietà: potrebbe essere un salva-vita in caso di ostruzione acuta delle vie aree superiori per estensione di malattia. La radioterapia non ha gli effetti così rapidi da sventare in pochi minuti un temibile soffocamento per chiusura del canale aereo.

Fidatevi pure di chi ci sta seguendo con professionalità e competenza, esponendo chiaramente i dubbi come avete fatto al sottoscritto.

Cordialmente
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Utente
Utente
Grazie per le ulteriori delucidazioni.
Nonostante non vi sia sostanziale differenza tra le due tac in questi giorni la lesione ulcerata ha di nuovo iniziato a sanguinare solo di notte (forse per compressione della guancia dove risiede la neoplasia) mentre di giorno nonostante mio padre riesca a mangiare non vi sono sanguinamenti. la radioterapia che ha fatto aveva bloccato questi sanguinamenti. ora dopo un mese sono ripresi anche se nella misura di 1/10 rispetto ai prima della RT. Mi sembra di capire osservando la sua mucosa e conoscendo la situazione pregressa che la neoplasia stia sanguinando verso altra zona. In questi casi cosa possiamo fare visto che non si può più irradiare a così breve distanza? Che tipo di consulto devo chiedere?
Grazie ancora per l'aiuto che ci ha dato. Blocco qui la mia ricerca di informazioni in quanto esasperano solo la situazione già di per se difficile.