Prostata ormonoterapia recidiva radioterapia

Buongiorno dott. Alongi,
scrivo per la situazione di mio padre 87enne e in dialisi da 10 anni.

- prostatectomia nel 2005 (gleason 3+3); qualche mese dopo intervento, psa in crescita fino a 2, 3;
- nel gennaio 2008 viene trovata una localizzazione alla branca ischio-pubica trattata con radioterapia stereotassica 3000Gy in 3 sedute; il psa (senza ormonoterapia) scende fino a 0, 08;
dopo qualche mese il psa comincia di nuovo a salire e
- nel 2010 (con psa a 1, 47) viene iniziato il BAT (casodex+Decapeptyl) con psa che in poco tempo si azzera;
- nel 2013 viene tolto il casodex e lasciato solo decapeptyl con psa sempre indosabile;
- nel 2015 (dopo 5 anni di ormonoterapia e psa indosabile) si decide per la sospensione e vigile attesa con la certezza di doverla iniziare dopo qualche mese; in realtà papà rimane con psa a zero fino al 2018
- dal 2018 piano piano psa in crescita; è stato deciso di aspettare prima di riprendere ormonoterapia perchè mio padre fa da 10 anni la dialisi ed è stato valutato maggiore il possibile impatto a livello cardiovascolare piuttosto che la situazione prostatica ritenuta abbastanza "tranquilla";
- si è atteso fino ad un valora di psa di 3, 6 (un mese dopo sceso a 3, 1) e ripetuta pet con colina qualche giorno fa;
- la PET colina evidenza 2 linfonodi otturatori captanti (uno purtroppo di 4 cm, l'altro subcentimetrico).


E' stata proposto un approccio di ormonoterapia di un anno+radioterapia (dobbiamo ancora fare visita ma immagino sarà stereotassica sui linfonodi individuati) mentre la branca ischio-pubica che aveva sempre captato nelle pet del 2011 - 2013 - 2015 (nel 2012 ha avuto anche frattura) non risulta piu' captante.

Le vorrei chiedere:

1- ritiene che la strategia ormonoterapia+radioterapia sia la migliore?
(nel 2008 si scelse di non fare ormonoterapia per vedere l'impatto della radioterapia sul valore di psa)
2- quale tipologia di radioterapia sarebbe la migliore?
(leggevo anche della cyberknife disponibile però solo in alcuni centri a Roma)
3- dopo 16 anni dall'inizio della malattia potremmo ritenerci "contenti" di come sta andando?; pensa che un trattamento aggressivo come la radioterapia ad alte dosi potrebbe far mutare le cellule rendendole più aggressive?

4- saremmo anche disposti a far spostare papà in un centro di eccellenza (so che voi del Sacro Cuore Negrar) lo siete; pensa sia utile o, per quello che serve a mio padre, potremmo trovare buoni riferimenti anche a Roma?
(Ifo o Gemelli?)

Perdoni la lunghezza del messaggio e grazie dei suoi pareri sempre super competenti
[#1]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Carissimo,

sono disponibile a vedere il caso nel dettaglio anche qui in sede a Verona(Negrar), vista la vostra motivazione espressa.

Posso anticipare che il quadro è stato gestito a mio avviso bene e che la malattia è ancora con un carico contenuto, quindi ci sono margini per gestirla ancora con terapie locali.
Le due localizzazioni linfonodali sono approcciabili a mio avviso senza problemi con una radioterapia stereotassica ablativa. Sulla terapia ormonale mi riservo di potergliene parlare alla luce della completezza del quadro se, come ho capito, è disponibile ad un eventuale consulto più dettagliato di persona con tutti gli esami da visionare di presenza.

Rimango disponibile

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#2]
Utente
Utente
Buonasera prof. Alongi,
grazie per la risposta e per LE risposte fornite in visita dal vivo che mi hanno confermato, non solo la sua grande preparazione ma anche la sua grande disponibilità.

la aggiorno: come ipotizzavamo, su Roma abbiamo incontrato tempistiche lunghe che hanno fatto trascorrere quasi un mese dal nostro consulto:
il radioterapista dell'ospedale che ha papà attualmente in cura lo ha "dirottato" nell' istituto in cui papà venne trattato con radioterapia la prima volta perchè li il trattamento sarebbe stato più preciso (Avendo il piano di trattamento dettagliato).
Purtroppo in questo istituto, dopo 2 visite a distanza di una settimana e dopo consultazione collegiale, hanno ritenuto di procedere come una Pet PSMA per avere maggiori certezze in merito alla situazione; le tempistiche di esecuzione della PET psma però sono di almeno un mese e mezzo (giugno)e nel frattempo papà non ha ripreso neppure ormonoterapia.

Le vorrei chiedere gentilmente:
- ritiene che questo esame sia così importante da attendere un ancor più tardivo inizio della terapia (ormono e/o radio) oppure ritiene che a quei valori di psa (3,1) la pet colina sia sufficientemente indicativa e precisa? (ricordo bene che lei mi disse che la priorità era non ritardare troppo con l'inizio della terapia mentre è già passato quasi un mese inutilmente)

- ritiene sia importante che mio padre venga trattato nello stesso istituto della prima volta in modo da "ricostruire" precisamente il piano terapeutico di allora?

- pensa che con la strategia da lei ipotizzata (RM pelvi ad integrazione della tac) si possa procedere con sicurezza al trattamento senza dover proseguire in questo iter di indagini e incertezze che non fanno altro che disorientarci? (consideri che mio padre, 87enne, viste le difficoltà e le tempistiche incontrate sta pensando di fare solo ormonoterapia!!!.....)

Grazie mille del suo parere e COMPLIMENTI per la struttura e le persone che la supportano nel suo lavoro (parlo della gentilezza, anche telefonica, che ho riscontrato in tutto il personale del suo reparto!...se dipendesse da me non avrei dubbi a farmi trattare li da voi)
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