Le radiazioni delle tac si accumulano

Gent.mo dott.re
sono stata operata di carcinoma maligno al pancreas nel novembre del 2005
e a seguito dell'operazione (duodenocefalopancreasectomia) ho fatto un ciclo di chemioterapia e di radioterapia come terapie audiovanti.
Ad oggi (incociando le dita) non ci sono riprese della malattia, godo di buona salute e periodicamente effettuo esami di controllo.
Ed è proprio in merito a questi esami che le pongo la mia domanda. Essendo stata sottoposta a un ciclo di radioterapia (Dal 3/7/2006 al 4/8/2006 43,2 GY) mi chiedo se le radiazioni delle TAC si accumulano a quelle della radioterapia e possono aumentare il rischio che la patologia possa ripresentarsi. Oggi ho fatto la TAC e per tutto il pomeriggio ho sentito la parte addominale indolenzita e dolorante. Inoltre qual'è il rapporto fra i gradi Gray con i quali si misura la radioterapia e i gradi Siviert con i quali si misurano le TAC? Quanti gradi Siviert il mio fisico può sopportare senza conseguenze? La ringrazio moltissimo!
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Carissima,
i suoi timori sono assolutamente leciti ma non devono preoccuparla più di tanto, contestualizzandoli con la sua patologia e le cure effettuate per combatterla.
Il Gy è l'unità di misura assorbita dal tessuto irradiato. Nel caso delle TC la dose è molto più bassa rispetto alla unità di misura suddetta.
In merito all'effetto cumulativo giocano diversi fattori: casuali e deterministici. Alcuni, quelli casuali, sono proporzionali alla dose in modo lineare e non hanno dose soglia e basta un evento, anche dosi bassisime, per recare danno al DNA e determinare mutazioni. Il danno deterministico invece dipende da una soglia, di solito molto alta.
Quindi, quasi eliminato il fattore casuale, che fortunatamente è infrequente nel tramutarsi in reale danno, anche se non inesistente, il rischio additivo degli esami diagnostici, rispetto alle alte dosi teraputiche ricevute è da considerarsi molto basso, sebbene non ponderabile con precisione.
In tutte le cose bisogna considerare il rapporto rischio/beneficio. In caso di RT, visti poi i suoi buoni risultati, il rapporto è tutto a favore del beneficio. Inoltre gli esami diagnostici, sebbene non scevri da radiazioni, sono utilissimi a controllare la malattia e gli esiti del trattamento.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)