K prostata con singola metastasi ossea, che tipo di radioterapia?
Gentilissimi, volevo richiedere un consulto riguardo la mia malattia che descrivo in breve: età 57 anni, nessuna altra patologia, PSA preoperatorio 35, scintigrafia ossea e TAC total body con contrasto negative per metastasi viscerali ed ossee. Effettuato intervento di prostatectomia con linfoadenectomia pelvica, stadiazione pT3b N1 adenocarcinoma prostatico Gleason 9 (5+4). PSA tot. ad un mese dall'intervento 1.8 per cui ho effettuato PET con colina con riscontro di focale accumulo a livello di L5. Sto assumendo Casodex ed Enantone e dovrò effettuare radioterapia adiuvante ed a livello di L5 a distanza di tre mesi dall'intervento. Le mie domande sono: che tipo di radioterapia è più indicata in un caso come al mio? Rapid Arc o Cyberknife o altre? si devono aspettare questi tre mesi o si può farla subito? è da preferire il Firmagon come terapia ormonale o il Decapeptyl con il Casodex? oppure è più efficace la terapia con Xtandi o Zytiga rispetto al Casodex? Si può intervenire chirurgicamente su L5 o ci sono altre terapie? scusate per le tante domande. Certo di una cortese risposta porgo cordiali saluti
Carissimo,
Lei mette troppe opzioni sul tavolino. Molte delle quali inutili nel suo caso, attualmente( xtandi, Zytiga, etc). Provo a mettere un po'in ordine le risposte ai suoi quesiti, sebbene manchino molti elementi compresi la visita per capire il quadro clinico completo.
Concorderei sulla opzione della radioterapia post-operatoria per sterilizzare la sede loco-regionale della loggia e della pelvi e quindi ridurre il rischio di colonizzazione sulla sede di Prostatectomia e in quella linfatica. Essendoci però già una malattia esordita contemporaneamente anche all'osso, risulta imperativo un trattamento sistemico di deprivazione androgenica(analogo LH-RH qualsiasi più o meno in associazione a bicalutamide) al fine di sottrarre il carburante del testosterone alle cellule tumorali prostatiche verosimilmente in circolo in quanto già fuori dalla sede loco-regionale. Questo approccio riduce il rischio di altre metastasi a distanza e sopprime in ogni sede i focolai di malattia insieme alle terapie locali. A tal proposito, la radioterapia sulla sede ossea contribuirà a controllare la sede per evitare dolori o la destrutturazione ossea oltre che ridurre il carico di malattia di concerto alla terapia ormonale.
Sulle tempistiche della radioterapia adiuvante, il tempo giusto è' entro i 6 mesi sebbene farla prima possibile se non ci sono problematiche post-operatorie è' assolutamente ragionevole. In merito alla tecnica radiante sulla pelvi, le metodiche ad intensità modulata (incluse quelle rotazionali che cita come il RapidArc o la Tomoterapia ) possono ridurre il coinvolgimento degli organi pelvici al meglio; cyberknife potrebbe essere indicato sull'osso sebbene un trattamento con acceleratore lineare mirato sull'intera vertebra sia il gold standard e mi sento a priori di sconsigliare la chirurgia ossea se non necessita di stabilizzazione per rischio strutturale immediato.
Senta comunque il radio-oncologo che la segue.
Lei mette troppe opzioni sul tavolino. Molte delle quali inutili nel suo caso, attualmente( xtandi, Zytiga, etc). Provo a mettere un po'in ordine le risposte ai suoi quesiti, sebbene manchino molti elementi compresi la visita per capire il quadro clinico completo.
Concorderei sulla opzione della radioterapia post-operatoria per sterilizzare la sede loco-regionale della loggia e della pelvi e quindi ridurre il rischio di colonizzazione sulla sede di Prostatectomia e in quella linfatica. Essendoci però già una malattia esordita contemporaneamente anche all'osso, risulta imperativo un trattamento sistemico di deprivazione androgenica(analogo LH-RH qualsiasi più o meno in associazione a bicalutamide) al fine di sottrarre il carburante del testosterone alle cellule tumorali prostatiche verosimilmente in circolo in quanto già fuori dalla sede loco-regionale. Questo approccio riduce il rischio di altre metastasi a distanza e sopprime in ogni sede i focolai di malattia insieme alle terapie locali. A tal proposito, la radioterapia sulla sede ossea contribuirà a controllare la sede per evitare dolori o la destrutturazione ossea oltre che ridurre il carico di malattia di concerto alla terapia ormonale.
Sulle tempistiche della radioterapia adiuvante, il tempo giusto è' entro i 6 mesi sebbene farla prima possibile se non ci sono problematiche post-operatorie è' assolutamente ragionevole. In merito alla tecnica radiante sulla pelvi, le metodiche ad intensità modulata (incluse quelle rotazionali che cita come il RapidArc o la Tomoterapia ) possono ridurre il coinvolgimento degli organi pelvici al meglio; cyberknife potrebbe essere indicato sull'osso sebbene un trattamento con acceleratore lineare mirato sull'intera vertebra sia il gold standard e mi sento a priori di sconsigliare la chirurgia ossea se non necessita di stabilizzazione per rischio strutturale immediato.
Senta comunque il radio-oncologo che la segue.
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

Ex utente
La ringrazio molto Dottor Alongi per la risposta rapida, completa ed assolutamente esaustiva.
Cordialissimi saluti
Cordialissimi saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.7k visite dal 23/04/2016.
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