Psa in crescita dopo radioterapia di salvataggio.

Buonasera,

a maggio del 2010 sono stato sottoposto a intervento chirurgico di prostatectomia radicale e linfoadenectomia pelvica. E.I.: “adenocarcinoma del lobo destro e sinistro della prostata, infiltrante la capsula senza diffusione extraprostatica. GS 9 (4+5). Stadio pT2cN0M0”.
A giugno PSA 0,03. Successivamente progressivo incremento del PSA fino a 0,64 (28/10/2011). PET colina negativa.
Dal 17 novembre 2011 al 30 dicembre 2011 trattamento radiante con tecnica VMAT-RA a livello dei linfonodi pelvici con sovradosaggio sulla loggia prostatica per una dose di 51,8/70 in 28 frazioni.
Successivo e costante decremento del PSA fino a 0,02 dopo un anno esatto. Un risultato più che confortante. Invece poi il PSA è andato crescendo: 0,03 dopo quattro mesi, 0,04 dopo altri quattro mesi, e, ahimè!, 0,14 qualche giorno fa.
Come spiegare questo ultimo consistente e improvviso aumento del PSA? E’ un pessimo segnale, vero?
Forse si tratta di cellule che erano già in circolo al momento della radioterapia?
Ma se così fosse, come mai si manifestano con tanto ritardo?
Domande ingenue, le mie, ma proprio non riesco a capire.
Comunque, cosa si può fare adesso? Cominciare subito l’ormonoterapia o aspettare che il PSA salga a livelli tali da rendere possibile una PET? Quali vantaggi deriverebbero da questa ultima opzione? Si potrebbe forse intervenire con una radioterapia mirata nel caso fosse interessato solo qualche linfonodo e non ci fossero altri secondarismi?
Ringrazio fin d’ora gli illustri specialisti per i consigli e i chiarimenti che vorranno gentilmente fornirmi.
[#1]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Carissimo,

L'aumento del PSA è senza dubbio da monitorizzare. Ma i valori del PSA al momento sono al di sotto di 0,20ng/mL e non si ritengono, al momento, allarmanti.

Se dovesse esserci un trend in ulteriore rialzo, solo:
1) valori intorno o superiori ad 1-1.5 ng/mL di PSA oppure
2) una crescita del PSA tumultuosa che si raddoppi in pochi mesi,

consentirebbero alla PET con colina di essere sufficientmente in grado di evidenziare l'eventuale sede di ripresa.

Inoltre, a livelli ancora così bassi, l'utilità della terapia ormonale, in termini di impatto sull'andamento di malattia, sarebbe minima o nulla in questa fase.

Pertanto, aspetti i prossimi controlli ed in base ai valori del marcatore PSA o di sintomi evidenziabili alla visita degli oncologi radioterapisti che la seguono, si potranno fare le valutazioni suddette.

Rimango a disposizione,
cordialmente

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#2]
Utente
Utente
Grazie dott. Alongi per la gentilezza e la chiarezza della risposta. Devo dirle che io ho avuto il piacere di conoscerla personalmente, anche se solamente di vista, quando ho fatto la radioterapia a Rozzano, Ci siamo scambiati qualche cenno di saluto ogni tanto nel corridoio, durante l’attesa, ma niente di più. Altri dottori mi seguivano più da vicino e non c’è stata occasione per me di parlarle.
Ora, ho visto che Lei è diventato direttore dell’unità operativa complessa di Radioterapia Oncologica dell’ Ospedale S.Cuore di Negrar (Verona) e Le faccio i miei più vivi auguri.
Non escludo di poter un giorno venire a visita da Lei, anche se vivo lontano, nel Salento. Dopo la radioterapia non mi sono più fatto visitare da nessuno, visto che le cose andavano bene. Ho avuto l’anno scorso un episodio di macroematuria, che mi è durata tre giorni, e per questo ho avuto contatti con qualche urologo, ma leggendo qualche suo intervento per fatti analoghi accaduti ad altri pazienti, un po’ mi tranquillizzavo. Ho fatto delle indagini, anche l’esame citologico delle urine: sono risultate tutte negative. Non ho fatto la cistoscopia, perché, soffrendo un po’ di incontinenza urinaria, ho avuto paura che il disturbo potesse aggravarsi. Quindi, non ho nessun oncologo di riferimento. Ho mantenuto dei contatti periodici, via email, con la dottoressa radiologa di Rozzano a cui mandavo ogni tre mesi i valori del PSA, come mi era stato richiesto. Ma poi il suo indirizzo elettronico è stato disattivato e quindi non ho più avuto contatti con nessuno. Ora ho prenotato una visita presso un urologo dell’Ospedale di Tricase, dove esiste un ottimo reparto di urologia oncologica, per farmi seguire più da vicino, visto l’esito di quest’ultimo esame del PSA. Non sento per ora particolari disturbi, eccetto una lieve incontinenza da urgenza, e qualche macchia di sangue ogni tanto nelle urine. Non sto facendo nessuna cura. La ringrazio di nuovo per la cortesia. Se non le dispiace La terrò aggiornato sugli sviluppi futuri. Di nuovo grazie e cordiali saluti.
[#3]
Utente
Utente
Buongiorno dott. Alongi,

non vorrei abusare della sua disponibilità, ma mi sembra che i quesiti che sto per porle possano interessare non solo me, ma diversi altri pazienti nella mia situazione. Per questo la disturbo ancora. Di fronte a un rialzo del PSA dopo trattamenti di prima e seconda linea, come nel mio caso, si è presi un po’ dallo sconforto e anche dalla paura, e il primo impulso è di non far passare altro tempo e iniziare subito l’ormonoterapia, nella speranza che un suo inizio precoce possa essere d’aiuto. Però, lei ci ha spiegato che riuscire a individuare la sede o le sedi di recidiva con una pet colina sarebbe molto utile, in quanto si potrebbe intervenire ancora con tecniche radioterapiche, e quindi guadagnare altro tempo. Ora, io le chiedo:

1) è possibile re-irradiare i linfonodi già trattati, nel caso la PET colina segnalasse una ripresa proprio in quelle sedi?

2) se ciò è possibile, e in previsione di tale ri-trattamento, conviene effettuare l’esame PET presso il Centro radioterapico che si prenderà eventualmente cura del paziente?

La ringrazio fin d’ora per l’attenzione, e le rinnovo tutta la mia stima.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Ho il dovere di dirle che quanto citato da lei, fa parte di strategie sperimentali o all'interno di rigidi protocolli perché la terapia ormonale, sebbene abbia i suoi limiti, rappresenta lo standard in questa fase.
Cominciare subito o a valori differiti la terapia ormonale, in assenza di evidenza della malattia a distanza, non sembrerebbe avere un impatto differente sui risultati. Qui nasce la possibilità di inserire esami diagnostici come la PET colina per ristadiare il paziente, in casi selezionati.


Un caro saluto
[#5]
Utente
Utente
Gent.mo dott. Alongi,

Le sono molto grato per la risposta. Comprendo quanto sia difficile, a volte, rispondere a determinate domande, perché so bene che in medicina accanto alle certezze, che pure ci sono, ci sono anche moltissimi dubbi, e un bravo dottore non può spingersi oltre un certo limite nel dare consigli o proporre soluzioni, specialmente on line.
Convengo che il rapporto diretto tra medico e paziente è insostituibile.
Tuttavia, i suoi pareri sono stati per me, e spero anche per gli altri, estremamente utili e significativi.

La saluto con viva cordialità.
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