Severa discopatia degenerativa ed ernia del disco
Buongiorno,
Sono una ragazza di quasi 27 anni, normopeso, che da anni soffre di dolori lombosacrali che prendono anche il nervo sciatico.
Tre anni fa feci una rm che individuò delle protusione discali tra le vertebre L5 e S1.
Iniziai la ginnastica posturale e la situazione sembrò migliorare, i dolori lombari si presentavano molto raramente ed in forma lieve.
Il 3 giugno però mi si presenta una lombosciatalgia acuta, con dolori tanto forti da non riuscire ad alzarmi dal letto.
Il medico curante mi ha dato delle punture di voltaren 75 mg/3 ml combinate con miotens 4mg/2 ml per una settimana.
Il dolore lombare è diminuito, si ripresenta solo in posizione supina quando mi alzo, mentre il dolore all'osso sacro e al nervo sciatico persiste a distanza di 12 giorni.
Ho effettuato una rm lombosacrale che ha dato questo esito: "riduzione della lordosi lombare.
Severa discopatia degenerativa in sede L5-S1; a tale livello è presente ernia mediana-paramediana destra, sottolegamentosa, in contatto con il sacco durale e con l'origine durale delle radici S1.
Sostanzialmente conservata l'idratazione e lo spessore dei restanti dischi intersomatici.
Regolare rappresentazione del cono midollare e delle radici della cauda.
Non lesioni focali vertebrosomatiche.
Canale vertebrale di calibro conservato.
"
Non sono riuscita a capire se è tutto collegato all'ernia o se ci sono più problemi.
A questo punto dovrei rivolgermi ad un fisioterapista/osteopata e/o ad un neurologo?
Attualmente sono disoccupata e temo per i costi delle terapie.
Nel frattempo non ho assunto antinfiammatori perché il dolore era minimo e dormendo su un fianco va leggermente meglio.
Vi scrivo per un chiarimento della diagnosi e per sapere quali sono gli specialisti più indicati.
Vi ringrazio, buon lavoro.
Sono una ragazza di quasi 27 anni, normopeso, che da anni soffre di dolori lombosacrali che prendono anche il nervo sciatico.
Tre anni fa feci una rm che individuò delle protusione discali tra le vertebre L5 e S1.
Iniziai la ginnastica posturale e la situazione sembrò migliorare, i dolori lombari si presentavano molto raramente ed in forma lieve.
Il 3 giugno però mi si presenta una lombosciatalgia acuta, con dolori tanto forti da non riuscire ad alzarmi dal letto.
Il medico curante mi ha dato delle punture di voltaren 75 mg/3 ml combinate con miotens 4mg/2 ml per una settimana.
Il dolore lombare è diminuito, si ripresenta solo in posizione supina quando mi alzo, mentre il dolore all'osso sacro e al nervo sciatico persiste a distanza di 12 giorni.
Ho effettuato una rm lombosacrale che ha dato questo esito: "riduzione della lordosi lombare.
Severa discopatia degenerativa in sede L5-S1; a tale livello è presente ernia mediana-paramediana destra, sottolegamentosa, in contatto con il sacco durale e con l'origine durale delle radici S1.
Sostanzialmente conservata l'idratazione e lo spessore dei restanti dischi intersomatici.
Regolare rappresentazione del cono midollare e delle radici della cauda.
Non lesioni focali vertebrosomatiche.
Canale vertebrale di calibro conservato.
"
Non sono riuscita a capire se è tutto collegato all'ernia o se ci sono più problemi.
A questo punto dovrei rivolgermi ad un fisioterapista/osteopata e/o ad un neurologo?
Attualmente sono disoccupata e temo per i costi delle terapie.
Nel frattempo non ho assunto antinfiammatori perché il dolore era minimo e dormendo su un fianco va leggermente meglio.
Vi scrivo per un chiarimento della diagnosi e per sapere quali sono gli specialisti più indicati.
Vi ringrazio, buon lavoro.
[#1]
Gentile Utente,
la Sua sintomatologia corrisponde perfettamente a quanto descritto nel referto della indagine RM da Lei eseguita.
Personalmente ritengo (nella mia pratica clinica...non esattamente recente!) indispensabile abbinare all'esame RM del rachide anche una valutazione radiografica (RX) da eseguirsi tassativamente in ortostatismo e corredata da proiezioni "dinamiche" in flessione ed estensione. In caso di irradiazione sciatalgica (il Suo caso) è estremamente utile una valutazione Elettromiografica degli arti inferiori per stabilire il livello di danno e/o sofferenza radicolare.
Per quanto riguarda l'approccio terapeutico, questo deve essere necessariamente graduale, step by step; si inizia sempre e comunque con trattamento conservativo (farmacologico e fisiatrico); se questi provvedimenti non riescono ad ottenere risultati apprezzabili, il secondo step è costituito dalle procedure interventistiche, di appannaggio degli Specialisti Radiologi Interventisti, ossia procedure microinvasive quali la chemionucleolisi, la microdiscectomia, il posizionamento di distanziatori percutanei, la neuromodulazione a RF etc etc, procedure in grado di risolvere la maggior parte delle patologie disco-somatiche.
E, come ulteriore passo, laddove non si sia raggiunto con le metodiche microinvasive un apprezzabile risultato, è indispensabile considerare l'approccio neurochirurgico.
La scelta deve essere frutto di una accurata valutazione Clinica, iconografica (ossia degli esami strumentali) e soprattutto di un adeguato ed esaustivo colloquio con il Paziente.
la Sua sintomatologia corrisponde perfettamente a quanto descritto nel referto della indagine RM da Lei eseguita.
Personalmente ritengo (nella mia pratica clinica...non esattamente recente!) indispensabile abbinare all'esame RM del rachide anche una valutazione radiografica (RX) da eseguirsi tassativamente in ortostatismo e corredata da proiezioni "dinamiche" in flessione ed estensione. In caso di irradiazione sciatalgica (il Suo caso) è estremamente utile una valutazione Elettromiografica degli arti inferiori per stabilire il livello di danno e/o sofferenza radicolare.
Per quanto riguarda l'approccio terapeutico, questo deve essere necessariamente graduale, step by step; si inizia sempre e comunque con trattamento conservativo (farmacologico e fisiatrico); se questi provvedimenti non riescono ad ottenere risultati apprezzabili, il secondo step è costituito dalle procedure interventistiche, di appannaggio degli Specialisti Radiologi Interventisti, ossia procedure microinvasive quali la chemionucleolisi, la microdiscectomia, il posizionamento di distanziatori percutanei, la neuromodulazione a RF etc etc, procedure in grado di risolvere la maggior parte delle patologie disco-somatiche.
E, come ulteriore passo, laddove non si sia raggiunto con le metodiche microinvasive un apprezzabile risultato, è indispensabile considerare l'approccio neurochirurgico.
La scelta deve essere frutto di una accurata valutazione Clinica, iconografica (ossia degli esami strumentali) e soprattutto di un adeguato ed esaustivo colloquio con il Paziente.
Dr. Casimiro Simonetti
http://www.villastuart.it/i-nostri-medici/dottor-casimiro-simonetti?rq=simonetti
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.4k visite dal 15/06/2020.
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