Esami radiologici nel corso della vita e rischi

Gentili medici, nel corso della mia vita (52 anni) ho eseguito una serie di esami con rx piuttosto "pesanti", sopratutto a causa di ricorrenti calcolosi renali.

In particolare 5 urografie da 16 lastre l'una, una TC addome e una serie di altri esami per vari motivi (scoliosi nell'adolescenza, rx alla testa all'età di un anno per una caduta, moltissimi addomi in bianco (una trentina) sempre per i calcoli, qualche rx torace, 3 o 4 panoramiche dentali, puntamenti vari per la litotrissia ecc.)

Con l'aiuto di alcuni prontuari, poichè conservo tutte le lastre, ho fatto un calcolo (sicuramente molto approssimativo ed assolutamente dilettantistico) e ho valutato una esposizione totale tra i 100 e i 180 mSv, e sicuramente non minore. Sono chiaramente consapevole che non è possibile calcolare un valore pienamente attendibile.

Ho letto degli effetti deterministici e stocastici, del rapporto rischi/benefici, dei limiti di esposizione dei lavoratori che operano nel settore delle radiazioni, non solo medico.

Considerazione: secondo me, anche se gli esami sono stati tanti e l'esposizione negli anni presumibilmente abbastanza alta i rischi sono minimi e dormo tranquillo.

Domanda: un medico radiologo cosa ne pensa del mio caso, in base al tipo e numero di esami che ho enunciato?

Grazie!


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Dr. Pierluigi Giordano Radiologo, Radiologo interventista 196 5
Gentile utente, effettivamente gli esami con radiazioni ionizzanti da lei effettuati sono davvero tanti. Ma comunque decisamente inferiori a quelli di altre persone, ben più sfortunate di lei, che eseguono ripetutamente TC total body, PET/TC e scintigrafie, per il controllo di tumori. In passato, quando mancavano alcune opportunità diagnostiche e terapeutiche, la gente moriva con dolori atroci. Immagini cosa possa essere una colica renale senza un antidolorifico, e soprattutto quali danni ai reni possano creare i calcoli ostruenti, in assenza della litotrissia. Per ogni cosa c'è sempre un prezzo da pagare.
Ad ogni modo, da Radiologo Interventista, quindi da persona che di lavoro si sottopone a radiazioni ionizzanti, le posso dire che ciò che è più importante è incidere sui fattori di rischio, quelli sui quali possiamo attivamente agire. Bisogna condurre una vita quanto più sana possibile, cercando di mangiare bene (tanta frutta e verdura, possibilmente biologiche, poca o niente carne e derivati), praticare attività fisica, rimanere o diventare normopeso, non fumare.

Dott. Pierluigi Giordano

[#2]
Attivo dal 2015 al 2018
Ex utente
Grazie mille per la Sua gentile risposta.

Indipendentemente dagli esami che ho effettuato è uno stile di vite che ho intrapreso già da alcuni anni e che sto implementando ulteriormente.

Vorrei chiederle infine, non c'entra col mio caso ma ha la Sua risposta ha suscitato in me questa curiosità, a quali livelli di radiazioni siete esposti effettivamente voi Radiologi Interventisti nel corso della vostra attività?

Grazie e buona serata.

[#3]
Dr. Pierluigi Giordano Radiologo, Radiologo interventista 196 5
Noi Radiologi interventisti utilizziamo delle protezioni al piombo su torace addome e tiroide. Personalmente sono ancora in attesa delle protezioni agli occhi per il cristallino. Ad ogni modo, se le radiazioni dirette sono poche (eccetto alle mani, dove spesso siamo sotto il tubo), quelle diffuse per forza di cose sono tante, ma comunque sempre al di sotto dei limiti di legge...Speriamo che il danno biologico sia ben sopra tali limiti ; )
[#4]
Attivo dal 2015 al 2018
Ex utente
Grazie!