Ortopanoramica digitale
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Gentile Utente,
come criterio generale è sempre buona prassi medica proteggere e schermare quanto più possibile gli organi radiosensibili dall'irradiazione durante esami diagnostici. Esiste inoltre tutta una serie di normative che prescrivono l'utilizzo dei dispositivi di protezione.
Quando allora si può omettere di schermare le parti anatomiche? Quando tale schermatura comporti un ostacolo all'interpretazione delle immagini o possa comportare un'impossibilità a "leggere" gli esami eseguiti.
La tiroide rientra tra gli organi radiosensibili, così come le gonadi ad esempio, e deve pertanto essere schermata (quando non costituisca essa stessa oggetto di studio) avendo l'accortezza che questa schermatura non disturbi la corretta acquisizione del radiogramma diagnostico.
Come avrà avuto sicuramente modo di leggere in rete inoltre le apparecchiature digitali hanno contribuito in maniera sostanziale ai fini di una riduzione della dose di radiazioni.
In ultimo il fascio di radiazioni erogato durante l'esame è strettamente limitato alla porzione di superficie della cute che viene colpita dal fascio radiogeno in ogni momento dell’esposizione. Se le protezioni fossero davvero dannose non verrebbero utilizzate nè prescritte dalle normative.
Cordialità.
come criterio generale è sempre buona prassi medica proteggere e schermare quanto più possibile gli organi radiosensibili dall'irradiazione durante esami diagnostici. Esiste inoltre tutta una serie di normative che prescrivono l'utilizzo dei dispositivi di protezione.
Quando allora si può omettere di schermare le parti anatomiche? Quando tale schermatura comporti un ostacolo all'interpretazione delle immagini o possa comportare un'impossibilità a "leggere" gli esami eseguiti.
La tiroide rientra tra gli organi radiosensibili, così come le gonadi ad esempio, e deve pertanto essere schermata (quando non costituisca essa stessa oggetto di studio) avendo l'accortezza che questa schermatura non disturbi la corretta acquisizione del radiogramma diagnostico.
Come avrà avuto sicuramente modo di leggere in rete inoltre le apparecchiature digitali hanno contribuito in maniera sostanziale ai fini di una riduzione della dose di radiazioni.
In ultimo il fascio di radiazioni erogato durante l'esame è strettamente limitato alla porzione di superficie della cute che viene colpita dal fascio radiogeno in ogni momento dell’esposizione. Se le protezioni fossero davvero dannose non verrebbero utilizzate nè prescritte dalle normative.
Cordialità.
Dott. Alessandro Aiello
Dirigente Medico di Radiodiagnostica
U.O. Radiologia - Ospedale Giovanni Paolo II° - Sciacca (AG)
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.2k visite dal 25/01/2015.
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