Gadolinio

Probabilmente dovrò effettuare una risonanza magnetica con contrasto, deduco che il contrasto sarà il noto gadolinio (o se ne usano anche altri in risonanza magnetica?)
Ho letto notizie terribili sul gadolinio online, addirittura un noto malato di sclerosi multipla e politico (matteo dall'osso, famoso in rete) ha descritto gli effetti negativi del gadolinio e nel suo caso ha dovuto fare moltissime flebo chelanti per "disintossicarsi".
Molti intervengono parlando della loro storia col gadolinio e di come li abbia intossicati.
So anche, però, che il gadolinio è molto usato in medicina.
Non so più cosa pensare.
La morte di un uomo a brindisi dopo un'iniezione di gadolinio è un altro caso terribile.
Cos'è questo gadolinio ed è davvero dannoso?
Quanto è vero che non attraversa la barriera ematoencefalica e poi, come si può sapere di avere una integra barriera ematoencefalica?
La risonanza magnetica mi è stata prescritta a scopo preventivo per valutare una eventuale arvd, mia madre ne è affetta ed avendo una certa ereditarietà mi hanno consigliato la rm.
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Dr. Alessandro Aiello Radiologo 808 21
Gentile Utente,
il gadolinio è un elemento che viene adoperato, in una particolare costituzione chimica detta "chelato", per la preparazione di mezzi di contrasto paramagnetici impiegati in risonanza. I mezzi di contrasto a base di gadolinio sono delle sostanze abbastanza sicure ed adoperate in minima quantità. Raramente danno effetti collaterali. Le reazioni allergiche seppur molto rare sono sempre un'evenienza di cui il paziente viene informato, in quanto non prevedibili. Se il paziente riferisce una storia clinica di allergie allora può essere effettuata una premedicazione, nei giorni antecedenti l'esame, che riduca la possibilità di tale evento.
Stia sereno. Reazioni allergiche, anche gravi, possono svilupparsi pure assumendo farmaci di comune utilizzo, come gli antibiotici o antidolorifici, o per punture di insetti. Siccome i mezzi di contrasto sono dei farmaci a tutti gli effetti, non servono a curare nulla ma a fare diagnosi, il paziente deve essere informato della loro somministrazione e dei possibili effetti avversi e deve dare il consenso scritto per effettuare l'esame.
La barriera ematoencefalica, se integra non viene attraversata, mentre lo è in determinate condizioni patologiche in cui è alterata (tumori, sclerosi multipla, flogosi...); questo il motivo per cui il gadolinio consente in qualche modo di evidenziare il problema esistente a livello cerebrale. Anche in questo caso non si verificherebbero danni cerebrali.
Se Lei deve effettuare una Cardio-RM non è il suo caso.
Stia sereno e faccia la Sua RM con tranquillità. Il collega Medico Radiologo che seguirà l'esame Le darà tutte le delucidazioni necessarie.
Disponibile per ulteriori chiarimenti.
Cordialità.

Dott. Alessandro Aiello
Dirigente Medico di Radiodiagnostica
U.O. Radiologia - Ospedale Giovanni Paolo II° - Sciacca (AG)

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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Ho preso contatti con alcune persone in dei forum (malati di sclerosi multipla)
che hanno scoperto, tramite delle analisi la presenza del gadolinio ad anni di distanza dalla risonanza con mdc!
Alcuni hanno ricorso a terapie chelanti.
La posizione ufficiale è che appunto, 48 ore e tutto passa.
Ma siamo davvero sicuri che è così?
Perché per molte persone, le cui esperienze sono facilmente rintracciabili in rete, non è così?
Cosa nasconde questo gadolinio, cosa fate finta di non sapere o cosa ancora non sappiamo davvero sul gadolinio?
Posso chiedere al radiologo un altro mezzo di contrasto che non sia gadolinio?

Grazie della tempestiva risposta.
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Dr. Alessandro Aiello Radiologo 808 21
Gentile Signore,
sono del tutto legittime le enormi perplessità che argomentazioni così importanti e complesse (peraltro ancora in fase di studio) possono generare nei pazienti. Quello che ci tengo a sottolineare è che - mi metto anche dalla parte dei Colleghi - nessuno fa finta di non sapere o cela chissà quali misteri oscuri... Mi ritengo estraneo a questi atteggiamenti così come credo anche tutti i miei Colleghi Medici che svolgono con passione e dedizione il loro lavoro mettendo a disposizione le proprie conoscenze per cause nobili come la salute dei pazienti in senso lato. Il Gadolinio non nasconde nulla, ma essendo componente di alcuni farmaci diagnostici, come tutti i farmaci viene ovviamente sottoposto ad osservazione e monitoraggio da parte del mondo scientifico.
Dando questo per scontato, la questione da Lei sollevata è in fase di approfondimento, come dimostrano del resto alcuni recenti lavori scientifici volti proprio allo studio dell'accumulo di Gadolinio nell'organismo umano.
La sclerosi multipla è una patologia notoriamente caratterizzata da svariate modalità di presentazione e decorsi talvolta capricciosi. Bisogna essere cauti!
E' fuor di dubbio tuttavia (senza poter scendere nei dettagli in questa sede per ovvie motivazioni) che la risonanza con mezzo di contrasto fornisce fondamentali informazioni nello studio di diverse patologie compresa la sclerosi multipla, su questo non si discute. D'altronde nessuno può essere sottoposto a somministrazione di sostanze farmacologiche terapeutiche o diagnostiche senza un manifesto consenso.
Attualmente penso si possa darLe la certezza che gli esami diagnostici vengono eseguiti tenendo in considerazione sempre le linee guida ufficiali inerenti la sicurezza in RM ed i protocolli diagnostici accettati dalle comunità scientifiche.
Ad oggi il mezzo di contrasto utilizzabile in cardio-RM è a base di Gadolinio.
Conferisca con il Suo Radiologo di fiducia che provvederà a rassicurarLa.
Cordialità.
[#4]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Mi fa piacere che è al corrente del problema dell'accumulo di gadolinio nell'organismo, ho avuto la sensazione dalle mie ricerche che fosse un argomento molto tralasciato.
Svariate persone mi hanno detto che da anni hanno ancora gadolinio in circolo, ma come è possibile questo e perché accade?
Cosa è emerso dalle indagini, se la comunità scientifica si è occupato di questo?
Farmi iniettare in vena un metallo, pure pure, ma se questo metallo rimane nel mio organismo credo proprio che eviterò questa risonanza, seppur ahimè molto importante per comprendere se ho ereditato da mia madre l'arvd.

Saluti.
[#5]
Dr. Alessandro Aiello Radiologo 808 21
Come Le dicevo l'argomento è alquanto complesso ed in fase di approfondimento. E' intuitivo pertanto comprendere come le certezze siano ancora poche e frammentarie.
In estrema sintesi ed in definitiva (anche per le finalità che ci si prefigge in questa sede) vi è un'attenzione da parte degli studiosi nel definire il rapporto tra esami RM con mezzo di contrasto (gadolinio) e rilievo di alcuni aspetti particolari riscontrati in alcune zone specifiche dell'encefalo. Proprio per questo sono al vaglio attualmente possibili nessi di causalità, meccanismi, modalità di questo fenomeno. Non possiamo, ripeto, in questa sede esaminare in maniera esaustiva e completa un argomento ancora in fase di approfondimento che meriterebbe di sicuro trattazioni alquanto estese con necessità di una meticolosa revisione della letteratura attuale.
Consideri che allo stato attuale delle conoscenze, la risonanza con mdc riveste in molteplici specifiche condizioni cliniche una importanza indiscussa.
Si faccia guidare nelle Sue scelte dai Colleghi Radiologi che la seguiranno e valuti insieme a loro, senza allarmismi, cosa è meglio per Lei.
Cordiali saluti.
[#6]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Ho trovato un medico disposto a somministrarmi una terapia chelante con edta dopo la risonanza, secondo voi potrebbe essermi utile?
È dannosa?
Il medico mi ha detto che non è semplice eliminare il gadolinio e che l'edta non è dannosa, perché non è una pratica comune allora post rmn?

Saluti

Grazie ancora per le delucidazioni.
[#7]
Dr. Alessandro Aiello Radiologo 808 21
Caro Signore,
non ho sufficienti elementi per esprimermi circa questa scelta terapeutica e sui benefici che può apportare. L'argomento è ancora "troppo giovane".
Quello che posso dirLe è che pazienti da noi seguiti nel tempo, e che eseguono esami RM con cadenza prestabilita da anni, non hanno mai riferito disturbi particolari dopo l'esecuzione dell'esame. In particolare pazienti affetti da sclerosi multipla nel corso degli anni hanno anche goduto di una evoluzione benigna della patologia nonostante la somministrazione di Gadolinio.
Non ci sono attuali linee guida che indichino l'opportunità di eseguire una terapia chelante con EDTA dopo aver eseguito una RM con mdc.
La cosa importante è valutare sempre il rapporto rischi-benefici.
Cordialità.
[#8]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Quello che lei dice rappresenta le linee guida ufficiali,
fondamentali.
Ciò non cancella il fatto, evidente, che a molte persone dopo terapia con edta viene riscontrato tramite delle analisi di laboratorio il gadolinio anche a distanza di anni dalla risonanza.
Ho addirittura trovato un laboratorio analisi che effettua il test per il gadolinio.
Capisco che la comunità scientifica ribadisca l'innocuità del gadolinio, ma a molte persone viene riscontrato dalle urine dopo edta e questo come può non essere un dato di fatto?
La ringrazio per le sue tempestive risposte e per l'ascolto.
Saluti.
[#9]
Dr. Alessandro Aiello Radiologo 808 21
Gentile Signore,
sono perfettamente comprensibili le Sue, le Vostre perplessità (dei pazienti in genere). Per quanto di mia competenza ho risposto alle Sue domande dicendoLe che l'attenzione degli studiosi esiste verso questa problematica. Alcuni recenti studi sono volti ad esaminare eventuali correlazioni tra ripetute somministrazioni di Gadolinio nel corso di esami diagnostici RM e specifiche alterazioni RM riscontrate in alcune strutture cerebrali.
Le conclusioni parrebbero mettere in evidenza che queste alterazioni (dal punto di vista delle immagini RM) possono essere conseguenza delle ripetute somministrazioni di Gadolinio. Tuttavia i meccanismi di questo fenomeno RM non sono ancora chiari e serviranno ulteriori studi per dare risposte più complete alle domande non solo Sue, ma anche di coloro che si stanno occupando di ciò.
Nel frattempo non ci sono elementi sufficienti per affermare che la RM con Gadolinio non debba essere eseguita se ci sono le indicazioni cliniche. Altra cosa è la volontà del paziente di non dare il consenso all'esecuzione dell'esame, scelta libera e del tutto personale, ma che va fatta dopo aver compreso l'attuale rapporto rischio-beneficio con l'aiuto dei medici che seguono il paziente stesso.
Cordialità.
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