Rischi stocastici da ripetuti esami radiologici
Buonasera,
a 40 anni ho cominciato ad eseguire su consiglio del mio ginecologo - pur in assenza di familiarità - la mammografia annuale + 1 a 35 anni eseguita non ricordo su indicazione di chi!!!!
Totale 7 mammografie finora ( le prime 6 analogiche , l'ultima, quella di quest'anno digitale ma con 6 proiezioni invece delle solite 4).
Nella mia vita ho eseguito finora :
- 2/3 lastre dal dentista
- qualche radiografia al torace ( 2/3 di sicuro negli ultimi 25 anni e qualcuna probabilmente da bambina quando avevo la bronchite )
- a 27 anni e mezzo una TAC addominale
Tutti i medici - ginecologo,senologo e radiologi - ai quali chiedo consiglio in merito alla dannosità dello screening mammografico annuale mi rispondono che anche in caso di carcinoma mammario radioindotto , facendo la mammografia annualmente è possibile diagnosticarlo in tempo utile per ottenere la guarigione ( come dire lo provochiamo cosi' lo scopriamo e dimostriamo quanto siamo bravi nel curarlo!!).
Sono molto preoccupata in relazione all'eventualità di sottopormi durante i prox anni ad almeno altre 25 mammografie rispettando la cadenza annuale, soprattutto in relazione alla TAC effettuata in giovane età, al fatto di aver iniziato lo screening mammografico forse troppo presto e alla particolare radiosensibilità dei tessuti attraversati.
Proprio alla luce di cio' volevo chiedere :
- non sarebbe meglio distanziare lo screening mammografico o addirittura sostituire la mammografia con la RMN?
- qual è la differenza di radiazioni tra la mammografia analogica e quella digitale e qual è la dose complessivamente assorbità -considerando anche il coefficiente di radiosensibilità del tessuto mammario -durante l'intero esame mammografico (totalità delle proiezioni)
In attesa di un cortese riscontro,
porgo distinti saluti
ilaria
a 40 anni ho cominciato ad eseguire su consiglio del mio ginecologo - pur in assenza di familiarità - la mammografia annuale + 1 a 35 anni eseguita non ricordo su indicazione di chi!!!!
Totale 7 mammografie finora ( le prime 6 analogiche , l'ultima, quella di quest'anno digitale ma con 6 proiezioni invece delle solite 4).
Nella mia vita ho eseguito finora :
- 2/3 lastre dal dentista
- qualche radiografia al torace ( 2/3 di sicuro negli ultimi 25 anni e qualcuna probabilmente da bambina quando avevo la bronchite )
- a 27 anni e mezzo una TAC addominale
Tutti i medici - ginecologo,senologo e radiologi - ai quali chiedo consiglio in merito alla dannosità dello screening mammografico annuale mi rispondono che anche in caso di carcinoma mammario radioindotto , facendo la mammografia annualmente è possibile diagnosticarlo in tempo utile per ottenere la guarigione ( come dire lo provochiamo cosi' lo scopriamo e dimostriamo quanto siamo bravi nel curarlo!!).
Sono molto preoccupata in relazione all'eventualità di sottopormi durante i prox anni ad almeno altre 25 mammografie rispettando la cadenza annuale, soprattutto in relazione alla TAC effettuata in giovane età, al fatto di aver iniziato lo screening mammografico forse troppo presto e alla particolare radiosensibilità dei tessuti attraversati.
Proprio alla luce di cio' volevo chiedere :
- non sarebbe meglio distanziare lo screening mammografico o addirittura sostituire la mammografia con la RMN?
- qual è la differenza di radiazioni tra la mammografia analogica e quella digitale e qual è la dose complessivamente assorbità -considerando anche il coefficiente di radiosensibilità del tessuto mammario -durante l'intero esame mammografico (totalità delle proiezioni)
In attesa di un cortese riscontro,
porgo distinti saluti
ilaria
[#1]
IL discorso, cara Signora, va impostato diversamente...
il rischio stocastico (che vuol dire "statistico", ma dire e scrivere stocastico fa più scientifico) è un calcolo che si fa per ipotizzare (sottolineo, ipotizzare) che ogni tot persone che fanno per esempio una radiografia del torace ci sarà uno che svilupperà un danno.
Consideri adesso che, prendendo numeri estremamente generici ed approssimativi:
1) le incidenze sono dell'ordine delle migliaia a uno, cioè ogni 10000 (arrotondando) persone, uno o meno sviluppa un danno (se lo capovolge su sé stessa, significa che ogni 10000 radiografie lei ha la possibilità di riceverne un danno)
2) si parla sempre e comunque di probabilità, non di certezze
3) un vecchio paragone che si faceva,per far capire l'entità del rishcio della mammografia, era che una mammografia (e si parlava di apparecchiature di venti e più anni fa, quindi con dosi nettamente superiori alle attuali) equivaleva in termini di rischio ad 1/8 di sigaretta
Insomma, cara Signora, stia pure tranquilla, gli esami che lei ha effettuato ed effettuerà non incideranno significativamente sulla possibilità che si sviluppi un qualsiasi tuomre, compreso quello al seno.
In merito alla RM, la sua utilità per lo screening (cioè la ricerca di lesioni piccolissime, spesso ancora non visibili direttamente ma solo attraverso segni indiretti come le microcalcificazioni) è assai scarsa... consideri solo che le calcificazioni, che spesso sonoil primo segnale di una lesione, sono invisibili con la RM.
Quanto alle sue ultime due domande, purtroppo è impossibile darLe una risposta, in quanto la cosa dipende da innumerevoli fattori; posso dirle che in genere dal digitale all'analogico la differenza è dell'ordine di almeno 10 volte (digitale= almeno 1/10 dell'analogico)
il rischio stocastico (che vuol dire "statistico", ma dire e scrivere stocastico fa più scientifico) è un calcolo che si fa per ipotizzare (sottolineo, ipotizzare) che ogni tot persone che fanno per esempio una radiografia del torace ci sarà uno che svilupperà un danno.
Consideri adesso che, prendendo numeri estremamente generici ed approssimativi:
1) le incidenze sono dell'ordine delle migliaia a uno, cioè ogni 10000 (arrotondando) persone, uno o meno sviluppa un danno (se lo capovolge su sé stessa, significa che ogni 10000 radiografie lei ha la possibilità di riceverne un danno)
2) si parla sempre e comunque di probabilità, non di certezze
3) un vecchio paragone che si faceva,per far capire l'entità del rishcio della mammografia, era che una mammografia (e si parlava di apparecchiature di venti e più anni fa, quindi con dosi nettamente superiori alle attuali) equivaleva in termini di rischio ad 1/8 di sigaretta
Insomma, cara Signora, stia pure tranquilla, gli esami che lei ha effettuato ed effettuerà non incideranno significativamente sulla possibilità che si sviluppi un qualsiasi tuomre, compreso quello al seno.
In merito alla RM, la sua utilità per lo screening (cioè la ricerca di lesioni piccolissime, spesso ancora non visibili direttamente ma solo attraverso segni indiretti come le microcalcificazioni) è assai scarsa... consideri solo che le calcificazioni, che spesso sonoil primo segnale di una lesione, sono invisibili con la RM.
Quanto alle sue ultime due domande, purtroppo è impossibile darLe una risposta, in quanto la cosa dipende da innumerevoli fattori; posso dirle che in genere dal digitale all'analogico la differenza è dell'ordine di almeno 10 volte (digitale= almeno 1/10 dell'analogico)
Dr. Vincenzo Portolano
Specialista in radiodiagnostica
Ecografia ambulatoriale
Consulenze TAC - Rx
[#2]
Ex utente
Gentile Dottore,
innanzi tutto La ringrazio veramente per la Sua disponibilità.
E ne approfitto per farle direttamente la domanda che ha scatenato tutte le mie ansie.
So benissimo che le radiazioni ionizzanti in radiodiagnostica sono forse uno dei fattori minori rispetto a tutti quelli ai quali siamo esposti giornalmente nell'ipotetico ed eventuale sviluppo di un tumore ma evidentemente ho somatizzato il numero di mammografie alle quali se tutto va bene dovro' ancora sottopormi nella vita ( mantenendo la periodicitò annuale almeno una trentina!!!)
Quindi Le chiedo :
- questo numero elevato di mammografie secondo Lei comporterà un aumento rilevante o trascurabile del rischio? E vero potrei diradarle ma in questo caso ci sarebbe il rischio di non intervenire in tempo e quindi compromettere seriamente le eventuali possibilità di guarigione. E come se fossi entrata in un circolo vizioso dal quale non riesco ad uscire perchè ogni decisione presenta aspetti sia positivi che negativi ed io non riesco ad attribuire loro il giuso peso.
Lo so che è una domanda da un milione di dollari : confido tuttavia nella sua esperienza sul campo per avere un'indicazione di massima per il futuro.
Ancora grazie e buon lavoro.
innanzi tutto La ringrazio veramente per la Sua disponibilità.
E ne approfitto per farle direttamente la domanda che ha scatenato tutte le mie ansie.
So benissimo che le radiazioni ionizzanti in radiodiagnostica sono forse uno dei fattori minori rispetto a tutti quelli ai quali siamo esposti giornalmente nell'ipotetico ed eventuale sviluppo di un tumore ma evidentemente ho somatizzato il numero di mammografie alle quali se tutto va bene dovro' ancora sottopormi nella vita ( mantenendo la periodicitò annuale almeno una trentina!!!)
Quindi Le chiedo :
- questo numero elevato di mammografie secondo Lei comporterà un aumento rilevante o trascurabile del rischio? E vero potrei diradarle ma in questo caso ci sarebbe il rischio di non intervenire in tempo e quindi compromettere seriamente le eventuali possibilità di guarigione. E come se fossi entrata in un circolo vizioso dal quale non riesco ad uscire perchè ogni decisione presenta aspetti sia positivi che negativi ed io non riesco ad attribuire loro il giuso peso.
Lo so che è una domanda da un milione di dollari : confido tuttavia nella sua esperienza sul campo per avere un'indicazione di massima per il futuro.
Ancora grazie e buon lavoro.
[#3]
Gentile Signora,
non si può quantificare il rischio con precisione, se non altro perché non solo non sappiamo che dose ha ricevuto finora, ma nemmeno possiamo immaignare che dose riceverà in futuro, anche solo considerando l'evoluzione della tecnologia che porta ad una costante riduzione della dose...
Una cosa posso comunque dirLe con certezza: il rischio, comunque lo si voglia calcolare, anche prendendo come riferimento la mammografia "peggiore" da lei fatta finora, è sicuramente minimo, ed altrettanto sicuramente assai inferiore al rischio che correrebbe non sottoponendosi allo screening.
non si può quantificare il rischio con precisione, se non altro perché non solo non sappiamo che dose ha ricevuto finora, ma nemmeno possiamo immaignare che dose riceverà in futuro, anche solo considerando l'evoluzione della tecnologia che porta ad una costante riduzione della dose...
Una cosa posso comunque dirLe con certezza: il rischio, comunque lo si voglia calcolare, anche prendendo come riferimento la mammografia "peggiore" da lei fatta finora, è sicuramente minimo, ed altrettanto sicuramente assai inferiore al rischio che correrebbe non sottoponendosi allo screening.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.9k visite dal 31/03/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Tumore al seno
Il tumore al seno è il cancro più diffuso in Italia: quali sono i fattori di rischio e come fare prevenzione? Sintomi, diagnosi e cura del carcinoma mammario.