Neuroma di morton, sono stato prima dall'ortopedico e poi dal fisiatra che mi ha prescritto un

Mi è stato diagnosticato un neuroma di Morton, sono stato prima dall’ortopedico e poi dal fisiatra che mi ha prescritto un ciclo di 10 sedute di ultrasuoni in acqua e altrettante di laserterapia. Mi ha già anticipato che, se non dovesse essere risolutiva questa prima terapia, il secondo passaggio sarebbero le onde d’urto, poi le infiltrazioni di cortisone. Se neppure queste facessero effetto
non resterebbe che l’operazione. I dubbi che volevo togliermi sono questi:
1. Dal momento che soffro di questa patologia dalla fine di giugno, anche se mi è stata scoperta solo a metà agosto, non sarebbe stato meglio iniziare subito con le onde d’urto?
2. Qual è la percentuale di successo con US e laserterapia e quanto con le onde d’urto?
3. Come agiscono rispettivamente US, laserterapia, e onde d’urto? Sono solo disinfiammatori o fanno regredire il neuroma?

Grazie.
14 settembre ‘09

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Reumatologo, Medico di medicina generale, Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2009 al 2009
Reumatologo, Medico di medicina generale, Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali
intanto di sindrome di morton ne esistono almeno due tipi per cui sarebbe da verificare di quale tipo di forma si tratta... la prima terapia in ogni caso é un plantare idoneo per alzare e scaricare la testa del secondo e terzo raggio metatarsale. Di solito la patologia é secondaria ad una caduta dell'arco plantare anteriore trasverso.
Da parte mia preferisco la terapia infiltrativa alle altre, visto che a volte é determinant, ma fondamentale rimane una verifica posturologica con studio degli appoggi tramite una valutazione che sia realmente tridimensionale e non bidimensionae con pedane piatte... se sono piatte mi devono spiegare come possono fare una rilevazione tridimensionale... L'unica alternativa é che la pedana rilevi l volte con metodica cosidetta cad cam...
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Utente
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Gent.mo dott Gastaldi,
grazie infinite per la sua risposta. Se mi permette vorrei chiederle ancora due chiarimenti:
1. Quando lei dice che ci sono almeno due tipi di neuroma, si vuole riferire al loro posizionamento o a qualcosa di più specifico? Il mio si trova "tra la testa del II e II MTT, è un piccolo espanso ipo-anecogeno di pochi millimetri da referire a neuroma." Non saprei fornirle altre indicazioni sul tipo del mio neuroma.
2. Che cos'è la metodica del cad-cam? E' un "filmato" del passo?
Distinti saluti.
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Reumatologo, Medico di medicina generale, Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2009 al 2009
Reumatologo, Medico di medicina generale, Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali
No ci sono due tipi di sindrome di morton, una caratterizzata dalla presenza del neuroma, e l'altra senza neuroma. In pratica pero' pare che il neuroma non sia altro che l'evoluzione della prima patologia che col permanere del disturbo dia origine al neuroma che é rappresentato più da una ipertrofia localizzata del nervo sottoposto a infiammazione da alterata posizione della volta plantare anteriore che é assettata ad arco; se questa si abbassa, le teste dei metatarsi che costituiscono l'arco, invece di lavorare parallelamente, lavorano di spigolo dando origine ad alterazioni statiche, sovraccarico e infiammazione reatgtiva che coinvolgendo il nervo intermetatarsale puo' generare la formazione del neuroma.
La metodica cad cam é generata dall'utilizzo di due telecamere contrapposte che incrociandosi nel rilevare i vari punti della pianta del piede possono determinarne la posizione di ogni suo punto e quindi dare origine all'immagine tridimensionale. Diciamo che é una evoluzione tridimensionale della triangolazione e deriva dall'applicazione di un programma informatico che servia per effettuare i rilievi del terreno dagli aerei.
Le altre metodiche classiche sono le pedane baropodometriche a cristalli liquidi o con altri sensori, ma essendo piane non possono fornire una reale immagine tridimensionale, ma solo virtuale, e quelle con gli spuntoni che salgono e si appoggiano contro le curve delle volte dei piedi e che se collegate anche a dei rilevatori di peso possono anche determinare l'esatto peso - scarico sulle varie sezioni del piede. Queste ultime determinano una ottima rilevazione della volta, ma forniscono esclusivamente una immagine statica. Molto poi dipende dall'esperienza di chi fa la rilevazione perché a volte per avere un adeguato plantare é necessario, specie nei piedi piatti, ricostruire l'arco plantare con determinati accorgimenti tecnici e trovare sempre una soluzione compromesso che vada bne per le esigenze del pazienti e non tendente a ridare la perfezione architettonica che a volte genera più dolore....
Siamo agli inizi della posturologia e speriamo che diventi presto una specialità non autonoma, ma integrata, in particolare con la pediatria.
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Utente
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Grazie per la sua chiarezza e competenza.