Esito rnm per sospetto epatocarcinoma

Gentilissimi dottori, vorrei sottoporre alla vostra gentilissima attenzione il caso di mio padre di anni 72 affetto da epatite cronica evoluta HCV correlata.
Nel mese di settembre (2010) a seguito del periodico controllo di routine (ecografia CEUS e esami ematici) ci fu segnalata la seguente diagnosi: ad s3-s4 area isocogena di circa 3 cm (dubbia LOS) che dopo mdc non presenta alterazioni dell’enhancement rispetto al rimanente parenchima epatico; altra LOS ad s5 che bozza la vena sovraepatica dx di circa 1,5 cm che acquisisce enhancement in fase arteriosa (ascrivibile ad HCC) confermata da successiva TAC bifasica elicoidale nel quale referto si legge: nelle fasi precoci dell’indagine sono aprezzabili minute areole di enhancement precoce senza corrispettivo venoso (la più evidente in sede subglissoniana al III segmento) meritevoli di stretto controllo d’imaging (turbe dell’arterializzazione? Minuti HCC?) …
Il 26 febbraio 2011, abbiamo ripetuto l’ecografia che riconferma la diagnosi della precedente specificando che al controllo odierno la LOS ad S5 (ascrivibile ad HCC), bozza la vena sovraepatica destra di circa 2 cm e rimane dubbio il significato del comportamento contrastografico della lesione ad S3-S4. Per quanto riguarda gli esami del sangue, ci sono i seguenti valori (vengono elencati alcuni, spero quelli utili ad una vostra valutazione, tra parentesi i valori di riferimento):
ANTIGENE CEA 2.92 ng/ml (0.00-3.00), ALFA-FETOPROTEINA 3.9 ng/ml (< 9), ANTIGENE CA15-3 8,3 U/ml (< 30), ANTIGENE CA125 11,3 u/ml (< 35), ANTIGENE 47,9 U/ml (< 37), PT attività 85% (77-127), INR 1,08 INR (0,89-1,20), A PTT 25,1 sec (22,1-28,1), ALBUMINA 3,72 g/dl (3,50-5,10) e 44,3% (53,00-65,00), ALFA1 0,34 g/dl (0,19-0,40) e 4,00% (1,50-5,00), IMMUNOGLOBINE 2,61 g/dl (0,64-1,51) e 31,1%, RAPPORTO ALBUMINA/IMMUNOGLOBINE 0,80 inoltre GLICEMIA 99mg/dl (65-110), AZOTEMIA 45 mg/dl (16-50), ACIDO URICO 8 mg/dl (2-6), BILIRUBINA totale 1,3 mg/dl (<1,3), BILIRUBINA DIRETTA 0,40 mg/dl (<0,4), BILIRUBINA INDIRETTA 0,9 mg/dl (< 1,00), PROTEINE TOTALI 8,4 g/dl (6,00-8,20), GOT 78 U/L (15-46), GPT 80 U/L (11-56), GGT 59 (12-58), FOSFATASI ALCALINA 134 U/L (38-126), COLINESTERASI TOTALE 4151UI/I (4650-12220).
Oggi ho ritirato la RMN e nel referto si legge quanto segue: "FEGATO RIDOTTO DI VOLUME, CON MARGINI LOBULATI E DISOMOGENEA INTENSITA' DI SEGNALE ED ENHANCEME DI TIPO MICRONODULARE. A LIVELLO IV SEGMENTO EPATICO SI RILEVA FORMAZIONE NODULARE DEL DIAMETRO MAX DI 2,2 CM CHE PER CARATTERISTICHE MORFO-INTENSITO-CONTRASTOGRAFICHE E' RIFERIBILE A NODULO HCC. NON EVIDENTI ULTERIORI IMMAGINI DEGNE DI NOTA AI RESTANTI ORGANI DELL'ADDOME SUPERIORE ESAMINATI."
Cosa mi consigliate di fare? Intervenire sul nodulo? Con quale tecnica? Nel reparto di diagnostica che mi ero affidato per i controlli periodici mi hanno prospettato di far eseguire la TACE, da quanto mi sono informato è preferibile (quando è possibile) eseguire una termoablazione a radiofrequenza o altre tecniche? AIUTO
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Dr. Rodolfo Lanocita Radiologo, Radiologo interventista 344 14
Gentile Utente,
il quadro appare complesso e non univoco senza poter valutare le immagini. La scelta del trattamento dipende da molteplici fattori medici e radiologici. Se effettivamente il modulo patologico fosse unico al lobo di sin si dovrebbe considerare l'ipotesi chirurgica. In alternativa un trattamento ablativo (RF o microonde) potrebbe essere adeguato.

Le opzioni a disposizione sono molteplici, le valuti serenamente con i suoi Curanti.

Ci tenga aggiornati.

Cordialità ,

Dr. Rodolfo Lanocita, Fondazione Istituto Nazionale Tumori - Milano

[#2]
Utente
Utente
Gentilissimo dottore, nel ringrarla della risposta vorrei, sia pur giustamente nella precarietà delle informazioni in suo possesso, confrontarmi con un suo giudizio circa l'operato che i medici hanno preso per la situazione di mio padre. Infatti ci hanno preventivato di eseguire la tecnica di alcolizzazione, inquanto a seguito di ulteriore e solo controllo ecografico con CEUS, emerge la presenza di vene sovraepatiche nell'immediata vicinza e quindi nell'impossibilità di effettuare una termoablazione, inoltre esssendo la lesione ben incapsulata c'è la forte possibilità che un'intervento di alcolizzazione (che verrà eseguita in anestesia parziale, ossia con il paziente sveglio) possa risultare efficace e con l'accortezza di verificare (o ripetere un ulteriore alcolizzazione a distanza di 15 giorni). Non viene eseguita TACE perchè si vuole tenere a loro parole "come ruota di scorta" nell'eventualità di nuovi interventi sul fegato o se l'alcolizzazione non abbia dato i risultati dovuti.
[#3]
Dr. Rodolfo Lanocita Radiologo, Radiologo interventista 344 14
Gentile Utente,
l'alcolizzazione dei noduli è tecnica ancora oggi utilizzata nel trattamento del piccolo HCC. Le motivazioni espresse dai suoi curanti appaiono ragionevoli (con i limiti a me imposti dal fatto che non ho visto l'esame ecografico). Una via alternativa per non risentire dell'effetto di dispersione termica che affligge la radiofrequenza potrebbe essere costituita dall'utilizzo delle microonde, la cui disponibilità non è però estesa come quella dell'acolizzazione che inoltre presenta il vantaggio di utilizzare un ago di piccolo calibro.

Cordialità,
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