Attacchi di panico e omosessualità

Sono una donna di 29 anni e vivo una sofferta e difficile storia d'amore con una donna della mia stessa età. La storia è sempre stata molto combattuta; tra ansie e un reciproco rinnegarsi e rinnegare la propria omosessualità ed ora per la mia compagna, da più di anno, anche glia attacchi di panico. Vi scrivo per capire meglio come posso comportarmi davanti alle sue crisi, la sua aggressività le sue accuse le sue forti offese e la sua sfiducia ossessiva. A volte proprio non so cosa dire, cosa fare. Abbiamo fatto terapia di coppia ma non penso possa bastare. Andrà da uno psichiatra a Roma....ma nel frattempo mentre aspetto che guarisce come posso aiutarla? cosa posso fare? Mi chiede di allontanarmi da lei, mi dice che ha bisogno di stare sola ma poco dopo mi rimprovera per il mio distacco, veramente non so più come comportarmi.Grazie infinite. E. 1976.

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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 464
Il problema non è suo, eviti di farsi responsabilizzare in modo eccessivo e totalmente inutile sul paino pratico. Affidi la responsabilità della terapia alla sua compagna ed al suo terapeuta e se ne tiri fuori. Per alcune persone è più facile, anzichè guardare in faccia le proprie imperfezioni e debolezze, scaricare le responsabilità del proprio malessere su chi invece cerca di star loro vicino, creando così rapporti gravemente ambivalenti.
Una relazione che funziona è felicità, non insana sofferenza. Eviti di creare una 'diade sado-maso'.
Un caro augurio
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
capisco perfettamente lo stato di smarrimento che lei racconta nella mail. E soprattutto il conseguente senso di impotenza, ambivalente tanto quanto alto è l'amore che prova per la sua compagna.
Senza dubbio il fatto che abbia accettato di sottoporsi ad un consulto psichiatrico è buon segno relativamente alla guarigione. Il passo successivo dovrebbe essere, se confermata la diagnosi di attacchi di panico, un intervento terapeutico di tipo cognitivo-comportamentale. Non sarà una passeggiata per la sua compagna, e per questo lei potrà aiutarla standole vicino, ad esempio, supportando l'esecuzione degli homeworks (compiti a casa) assegnati dal terapeuta.
Cordialmente

Daniel Bulla

Cordialmente

Daniel Bulla

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Attivo dal 2006 al 2008
Ex utente
Ricordati di fare il LOGIN proma di rispondere!
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Attivo dal 2006 al 2008
Ex utente
grazie infinite per la vostra risposta.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
gentile utente,

credo che cio' che descrive come attacchi di panico non lo siano affatto.
Come affermato dal collega Presta, e' il caso che non si sottoponga ad ulteriore strazio per farsi accusare di un problema che non le appartiene.
Il suo compito fondamentale e' quello di stare da parte fino a quando la sua compagna non avra' ben compreso tutte le sue problematiche, dopodiche' potra' decidere con serenita' se continuare o meno la sua relazione.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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Attivo dal 2006 al 2008
Ex utente
dott. Francesco Saverio, ringraziandola per la sua risposta, le elenco brevemente i sintomi degli attacchi di panico:sensazioni di soffocamento e morte imminente; forti dolori al torace e al petto con difficoltà a respirare, intorpidimento,palpitazioni, ansia, paure legate a situazioni particolari (viaggi, luoghi troppo frequentati, solitudine), insofferenza eccessiva. So benissimo che questa situazione non è direttamente collegata a me, che non mi appartiene, ma penso che il mio "compito" o per meglio dire il mio DESIDERIO, sia quello di voler, per quanto possibile, aiutare la donna che amo, facendo quanto nelle mie possibilità e "responsabilità" e, se sarà opportuno, anche stare da parte. Già da oggi, con serenità, ho scelto di continuare questa relazione che, spero, in seguito alla sua guarigione, sarà sicuramente migliore e più felice. Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Gentile utente,

mi perdoni, forse ho semplificato il tutto nello scrivere.
Volevo intendere che la sintomatologia espressa come attacchi di panico potrebbe rappresentare un interessamento somatico a problematiche psichiche che si manifestano con i sintomi da lei descritti.
Inoltre, come sempre, in seguito alla presenza di tali sintomi escluderei una patologia organica responsabile degli stessi.
la scelta di continuare o terminare la relazione appartiene solo a Lei.
Puo' essere che il suo aiuto possa anche essere quello di starle momentaneamente lontana.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it
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Attivo dal 2006 al 2008
Ex utente
Ringraziandovi ancora, vorrei dirvi che mi faro' da parte. Le vostre risposte sono state avallate anche dal medico (psichiatra e psicoterapeuta) che da ieri ha in cura la mia compagna. E' vero, non sarà una passeggiata nè per lei nè per me. Dunque se non è una patologia organica si potrebbe escludere l'utilizzo di farmaci per la cura?
Spero tanto di poter presto vivere questa storia d'amore, iniziata sei anni fa e mai, mai felicemente vissuta.
Se starle momentaneamente lontana la può aiutare lo farò, ma quando mi ricercherà, come farò a sapere che potrò starle accanto?
Grazie.
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Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 340 10
Gentile Signora,
da quel che si comprende dai messaggi, gli attacchi di panico non sembrano proprio originati da una patologia organica, questo però non esclude l'eventuale utilizzo di farmaci ansiolitici per attenuare l'acuzie dei sintomi. Sia chiaro che gli ansiolitici non sono idonei, da soli, a risolvere un quadro del genere, ma potrebbero essere utili se integrati all'interno di una buona psicoterapia (la cognitivo comportamentale è indicata in casi del genere). La scelta di usare i farmaci và concordata con il terapeuta, tenendo presente che: 1) vanno usati per un periodo limitato; 2) non possono arrivare da soli alla radice del problema, ma sono utili strumenti in mano ad un buon terapeuta.
Cordiali Saluti
Dr Giovanni Ronzani

Cordiali Saluti

dr Giovanni Ronzani

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Attivo dal 2006 al 2008
Ex utente
gentile Dr. Ronzani,
oggi a distanza di quasi un mese dalla prima volta che mi sono rivolta a voi, le cose vanno un pò meglio.
Allontanarmi da lei non è comunque stata una scelta positiva. Oggi la mia compagna ha intrapreso un percorso con uno psicoterapeuta e psichiatra diverso da quello di un mese fa. Era purtroppo incappata in una situazione davvero squallida. Se gli attacchi di panico non sono di origine organica spero allora che non lo siano tutta una serie di dolori a partire dal petto, il seno, la zona della cervicale. Fatti elettrocardiogramma, lastre, mammografie si sono escluse delle patologie vere e proprie. Vorrei chiedervi se però può accadere che un disturbo psicosomatico e non organico possa con il tempo trasformarsi in un vero e proprio problema organico ai vari organi (cuore, seno, cervicale...)Vi ringrazio per l'attenzione premurosa.
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Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 340 10
Gentile signora,
Le confermo che tale sintomatologia dolorosa si associa molto frequente nelle situazioni di stati d'ansia da lei descritte. Ha fatto bene ad eseguire gli accertamenti clinici che possano escluse eventuali patologie che occasionalmente possono incontrsi, è buona norma procedere in questo senso. Che la sintomatologia dolorosa descritta possa trasformarsi in patologia organica lo escluderei completamente.
Cordiali Saluti
Dr. Gianni Ronzani
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