Depressione e sessualita'
Salve,
Sono un uomo di 35 anni ed e' ormai 5 lunghi anni che sono precipitato, almeno per me, in un vero e proprio incubo, la vita non sembra piu' avere nessun sapore e tutti i giorni dal 21 Settembre 2003 ad oggi sono accompagnati dallo stesso dubbio al quale non riesco a dare risposta.
Io mi sono sempre considerato una persona molto sensibile, introversa e condizionata dall'esterno.
Durante l'estate del 2002, dopo 3 anni senza rapporti sessuali, decisi di uscire con un'ex collega, discretamente attraente, che sin da subito capii non essere la persona adatta a me. Incurante della cosa, vista la mia grande voglia di avere un rapporto dopo anni, continuai a frequantarla per i successivi 3 mesi. Dopo di che le cose precipitarono, compivo sforzi immensi per dedicarle anche solo 5 minuti di attenzioni e la mia psiche inizio' a risentirne, iniziai a svegliarmi la mattina con la paura di trovarmela accanto, quando la guardavo la vedevo scura, brutta, sciatta, piena di difetti, ma allo stesso tempo mi sentivo perso all'idea di non avere una relazione stabile. Lasciata, abbiamo continuato a frequantarci saltuariamente per i successivi mesi, durante i quali ogni tanto avevamo ancora dei rapporti sessuali.
All'inizio del Febbraio 2003 abbiamo troncato, la cosa era diventata francamente insostenibile. Fui contento, da un lato mi sentivo perso, ma dall'altro mi sentivo piu' libero, tanto che subito dopo iniziai ad interessarmi ad altre.
Nell'Aprile dello stesso anno pero', sono stato ahime licenziato ed ovviamente la prima cosa fatta e' stata telefonarle per cercare consolazione. Ricominciammo a frequentarci saltuariamente, stavolta pero', nonostante avessi una voglia matta di avere rapporti sessuali, non ci scambiammo altro che affettuosita', che a me assolutamente non bastavano. Passai tutta l'estate con in preda a voglie di ogni tipo, che ovvimante soddisfavo da solo. Pensavo di stare impazzendo, avrei voluto saltare addosso ad ogni ragazza che incontravo, anche a tutte quelle che in precedenza non avevo mai giudicato all'altezza. Passavo ore a pensarla ed ore ad odiarla profondamente. Ancora oggi a pensare a quei giorni mi viene un gran mal di testa.
Nell'Agosto di quell'anno lei ando' in ferie con suoi amici e si innamoro' di uno di questi. Passai diverse notti a non dormire, accompagnato pero' da momenti di sollievo per essermi finalmente liberato del problema.
Quando uscivo, passavo delle ore di assoluta spensieratezza, dopodiche' sentivo qualcosa penetrarmi il cervello ed allora stavo male per ore intere.
Nel Settembre di quell'anno decisi di andare da uno psicoterapeuta per analizzare i comportamenti tenuti ed i disturbi collegati. Intanto iniziavo a sentirmi meglio, non avendo piu' contatti con lei, le cose miglioravano di giorno in giorno, anche se io mantenevo sempre la speranza di riconquistarla. Al termine della seconda seduta, dopo aver raccontato al dottore gran parte delle mie avventure con l'altro sesso, il terapeuta se ne usci' dicendo che in realta' io fuggivo dalle donne. Li per li non ci feci molto caso, dissi semplicemente che per me non era vero, visto nei primi 30 anni della mia vita avevo investito tantissimo per questa cosa.
La domenica successiva andai al bar per vedere la partita. In sala erano presenti solo uomini, inizia a sentirmi a disangio. Il giorno dopo mi posi il dubbio, e corsi sul web alla ricerca di risposte. Razionalmente, le considerazioni a riguardo che leggevo avrebbero dovuto portarmi alla risposta che sono eterosessuale, mentre in me cresceva sempre piu' il dubbio.
Nei giorni successivi ebbi una profonda crisi, mi sentii il mondo crollare addosso, pensavo che le pressioni a cui avevo sottoposto la mia psiche avevano fatto crollare l'ipotetico muro che avevo inconsciamente costruito sin dall'infanzia.
Da allora le sensazioni sono accompagnate da fastidi in ogni angolo della testa. Mi sento fortemente a disagio in mezzo alla gente, con le persone che conosco da sempre faccio fatica a rimanere in compagnia. Se prima sette ore per notte erano sufficenti, adesso dormo piu' di nove ore ogni notte, visto che il sonno e' diventato il mio unico rifugio di tranquillita'.
Il terapeuta ha sempre sostenuto che tutto questo e' una reazione del mio io che m'accusa di non avere delle esperienze positive. Il lavoro del terapeuta e' sempre e solo stato esortarmi in tal senso, consigliandomi spesso di rivolgermi a donne a pagamento oppure a trasferte in zone facili.
Per alleviare il disagio prendevo degli antidepressivi, in particolare lo Zoloft, fino a 100mg al giorno. Le cose miglioravano, anche se ho sempre sostenuto che le pastiglie facessero venire solo un gran mal di testa.
Da allora ho avuto rapporti sessuali con altre due donne, una prima persona quasi estranea prima di incontrarla, una seconda persona invece molto vicina a me, con la quale ho avuto rapporti saltuari per oltre un anno e mezzo, quasi sempre rapporti piacevoli che avvenivano in un clima di gran complicita'. Con questa persona ho sempre avuto paura di impegnarmi sia a causa di tutto quanto era successo, sia perche' anche lei non l'ho mai reputata il mio ideale.
Dallo scorso giugno ho abbandonato il terapeuta. A seguito di una forte crisi nello scorso inverno, dovuta ancora al tentativo di avvicinare una ragazza sbagliata, mi sono rivolto ad una psicologa.
Sono una persona intelligente, laureata in ingegneria informatica, nei vari posti di lavoro cambiati sono sempre stato considerato uno in gamba, questo puo' far piacere da un lato, ma dall'altro mi deprime pensando a tutto quello che avrei potuto dare senza dover impegnare sempre parte della mia mente a controllare le sensazioni ed i disagi.
Negli ultimi 5 anni ho fatto comunque un sacco di cose, sono stato in diversi posti del mondo in cui volevo andare, organizzando spesso in prima persona i viaggi, ma tutto questo non e' stato sufficente, penso sempre che manchi qualcosa, manca il sentirsi una persona libera, manca la gioia indescrivibile che provavo prima di fronte al sorriso di una ragazza, le sensazioni piacevoli ogni volta che le incontravo, quando entravo in un locale ed eleggevo la mia miss della serata.
Il mio pensiero fisso e' di aver gettato alle ortiche la mia vita e l'unico desiderio che ho e' che tutto finisca al piu' presto, convinto che qualcuno o qualcosa mi offrira' poi la possibilita' di riprendere dal punto in cui ho sbagliato. E' un pensiero stupido, me ne rendo conto, ma e' l'unico che mi spinge a portare a termine questo inferno sino alla sua conclusione naturale.
Grazie per il tempo dedicato.....
Sono un uomo di 35 anni ed e' ormai 5 lunghi anni che sono precipitato, almeno per me, in un vero e proprio incubo, la vita non sembra piu' avere nessun sapore e tutti i giorni dal 21 Settembre 2003 ad oggi sono accompagnati dallo stesso dubbio al quale non riesco a dare risposta.
Io mi sono sempre considerato una persona molto sensibile, introversa e condizionata dall'esterno.
Durante l'estate del 2002, dopo 3 anni senza rapporti sessuali, decisi di uscire con un'ex collega, discretamente attraente, che sin da subito capii non essere la persona adatta a me. Incurante della cosa, vista la mia grande voglia di avere un rapporto dopo anni, continuai a frequantarla per i successivi 3 mesi. Dopo di che le cose precipitarono, compivo sforzi immensi per dedicarle anche solo 5 minuti di attenzioni e la mia psiche inizio' a risentirne, iniziai a svegliarmi la mattina con la paura di trovarmela accanto, quando la guardavo la vedevo scura, brutta, sciatta, piena di difetti, ma allo stesso tempo mi sentivo perso all'idea di non avere una relazione stabile. Lasciata, abbiamo continuato a frequantarci saltuariamente per i successivi mesi, durante i quali ogni tanto avevamo ancora dei rapporti sessuali.
All'inizio del Febbraio 2003 abbiamo troncato, la cosa era diventata francamente insostenibile. Fui contento, da un lato mi sentivo perso, ma dall'altro mi sentivo piu' libero, tanto che subito dopo iniziai ad interessarmi ad altre.
Nell'Aprile dello stesso anno pero', sono stato ahime licenziato ed ovviamente la prima cosa fatta e' stata telefonarle per cercare consolazione. Ricominciammo a frequentarci saltuariamente, stavolta pero', nonostante avessi una voglia matta di avere rapporti sessuali, non ci scambiammo altro che affettuosita', che a me assolutamente non bastavano. Passai tutta l'estate con in preda a voglie di ogni tipo, che ovvimante soddisfavo da solo. Pensavo di stare impazzendo, avrei voluto saltare addosso ad ogni ragazza che incontravo, anche a tutte quelle che in precedenza non avevo mai giudicato all'altezza. Passavo ore a pensarla ed ore ad odiarla profondamente. Ancora oggi a pensare a quei giorni mi viene un gran mal di testa.
Nell'Agosto di quell'anno lei ando' in ferie con suoi amici e si innamoro' di uno di questi. Passai diverse notti a non dormire, accompagnato pero' da momenti di sollievo per essermi finalmente liberato del problema.
Quando uscivo, passavo delle ore di assoluta spensieratezza, dopodiche' sentivo qualcosa penetrarmi il cervello ed allora stavo male per ore intere.
Nel Settembre di quell'anno decisi di andare da uno psicoterapeuta per analizzare i comportamenti tenuti ed i disturbi collegati. Intanto iniziavo a sentirmi meglio, non avendo piu' contatti con lei, le cose miglioravano di giorno in giorno, anche se io mantenevo sempre la speranza di riconquistarla. Al termine della seconda seduta, dopo aver raccontato al dottore gran parte delle mie avventure con l'altro sesso, il terapeuta se ne usci' dicendo che in realta' io fuggivo dalle donne. Li per li non ci feci molto caso, dissi semplicemente che per me non era vero, visto nei primi 30 anni della mia vita avevo investito tantissimo per questa cosa.
La domenica successiva andai al bar per vedere la partita. In sala erano presenti solo uomini, inizia a sentirmi a disangio. Il giorno dopo mi posi il dubbio, e corsi sul web alla ricerca di risposte. Razionalmente, le considerazioni a riguardo che leggevo avrebbero dovuto portarmi alla risposta che sono eterosessuale, mentre in me cresceva sempre piu' il dubbio.
Nei giorni successivi ebbi una profonda crisi, mi sentii il mondo crollare addosso, pensavo che le pressioni a cui avevo sottoposto la mia psiche avevano fatto crollare l'ipotetico muro che avevo inconsciamente costruito sin dall'infanzia.
Da allora le sensazioni sono accompagnate da fastidi in ogni angolo della testa. Mi sento fortemente a disagio in mezzo alla gente, con le persone che conosco da sempre faccio fatica a rimanere in compagnia. Se prima sette ore per notte erano sufficenti, adesso dormo piu' di nove ore ogni notte, visto che il sonno e' diventato il mio unico rifugio di tranquillita'.
Il terapeuta ha sempre sostenuto che tutto questo e' una reazione del mio io che m'accusa di non avere delle esperienze positive. Il lavoro del terapeuta e' sempre e solo stato esortarmi in tal senso, consigliandomi spesso di rivolgermi a donne a pagamento oppure a trasferte in zone facili.
Per alleviare il disagio prendevo degli antidepressivi, in particolare lo Zoloft, fino a 100mg al giorno. Le cose miglioravano, anche se ho sempre sostenuto che le pastiglie facessero venire solo un gran mal di testa.
Da allora ho avuto rapporti sessuali con altre due donne, una prima persona quasi estranea prima di incontrarla, una seconda persona invece molto vicina a me, con la quale ho avuto rapporti saltuari per oltre un anno e mezzo, quasi sempre rapporti piacevoli che avvenivano in un clima di gran complicita'. Con questa persona ho sempre avuto paura di impegnarmi sia a causa di tutto quanto era successo, sia perche' anche lei non l'ho mai reputata il mio ideale.
Dallo scorso giugno ho abbandonato il terapeuta. A seguito di una forte crisi nello scorso inverno, dovuta ancora al tentativo di avvicinare una ragazza sbagliata, mi sono rivolto ad una psicologa.
Sono una persona intelligente, laureata in ingegneria informatica, nei vari posti di lavoro cambiati sono sempre stato considerato uno in gamba, questo puo' far piacere da un lato, ma dall'altro mi deprime pensando a tutto quello che avrei potuto dare senza dover impegnare sempre parte della mia mente a controllare le sensazioni ed i disagi.
Negli ultimi 5 anni ho fatto comunque un sacco di cose, sono stato in diversi posti del mondo in cui volevo andare, organizzando spesso in prima persona i viaggi, ma tutto questo non e' stato sufficente, penso sempre che manchi qualcosa, manca il sentirsi una persona libera, manca la gioia indescrivibile che provavo prima di fronte al sorriso di una ragazza, le sensazioni piacevoli ogni volta che le incontravo, quando entravo in un locale ed eleggevo la mia miss della serata.
Il mio pensiero fisso e' di aver gettato alle ortiche la mia vita e l'unico desiderio che ho e' che tutto finisca al piu' presto, convinto che qualcuno o qualcosa mi offrira' poi la possibilita' di riprendere dal punto in cui ho sbagliato. E' un pensiero stupido, me ne rendo conto, ma e' l'unico che mi spinge a portare a termine questo inferno sino alla sua conclusione naturale.
Grazie per il tempo dedicato.....
[#1]
Gentile Utente, la Sua mi sembra una situazione piuttosto complessa, ricca di sfaccettature. La mia impressione è che Lei possa avere inconsciamente strutturato un legame fortemente sbilanciato con il primo terapeuta. Ciò appare avere comportato, a fronte di una interpretazione forniteLe dal medesimo, la sua assunzione a dato normativo ed incontrovertibile. Cosa che non è. Sulla base di tale assunto, infatti, se non ho compreso male Lei ha messo in discussione alcuni aspetti della Sua vita relazionale, cosa che avrebbe comportato i successivi disagi.
Forse dovrebbe riconsiderare la cosa, partendo dal presupposto che le interpretazioni offerte dal psicoterapeuta costituiscono delle mere ipotesi, aproffittando anche del fatto di essere tutt'ora in corso di trattamento.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Forse dovrebbe riconsiderare la cosa, partendo dal presupposto che le interpretazioni offerte dal psicoterapeuta costituiscono delle mere ipotesi, aproffittando anche del fatto di essere tutt'ora in corso di trattamento.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.
[#2]
Utente
Grazie per la risposta,
Il legame di cui parla potrebbe anche essere, visto che sono molto suscettibile ahime' al giudizio altrui, ed essendo la prima volta che andavo da un terapeuta, potrei esserci tra virgolette cascato. Con questo non voglio assolutamente incolpare nessuno per quanto successo, al massimo l'unico con cui potrei e dovrei prendermela per tutta questa situazione sono io.
Com'e' andata o no, le sensazioni di essere inadatto alla vita, la sensazione di essere a volte attratto da altri uomini, il disagio nel frequentare altre persone al di fuori del mio cerchio amicale, tra alti e bassi sono peggiorate sempre di piu'. Le sensazioni poi sono sempre accompagnate da fastidiosi mal di testa, che rendono il tutto ancor meno sopportabile.
Ho sempre pensato che i sogni e la speranza nel futuro aiutano a vivere, ma da quel giorno io non riesco piu' ad immaginare la vita che immaginavo solo il giorno prima.
Il legame di cui parla potrebbe anche essere, visto che sono molto suscettibile ahime' al giudizio altrui, ed essendo la prima volta che andavo da un terapeuta, potrei esserci tra virgolette cascato. Con questo non voglio assolutamente incolpare nessuno per quanto successo, al massimo l'unico con cui potrei e dovrei prendermela per tutta questa situazione sono io.
Com'e' andata o no, le sensazioni di essere inadatto alla vita, la sensazione di essere a volte attratto da altri uomini, il disagio nel frequentare altre persone al di fuori del mio cerchio amicale, tra alti e bassi sono peggiorate sempre di piu'. Le sensazioni poi sono sempre accompagnate da fastidiosi mal di testa, che rendono il tutto ancor meno sopportabile.
Ho sempre pensato che i sogni e la speranza nel futuro aiutano a vivere, ma da quel giorno io non riesco piu' ad immaginare la vita che immaginavo solo il giorno prima.
[#3]
Caro utente,
la sua lunga esposizione la dice lunga su "come" e "quanto" lei si "aggrappi" alle persone con cui viene in rapporto, considerandole dei "salvavita".
Non ho dubbi che lei soffra, ho dubbi sulla sua partecipazione attiva, "adulta" e responsabile, nel cercare vie di uscita dal "SUO" tunnel.
Credo fermamente che i suoi tentativi di impostare relazioni prevalentemente su base sessuale, non provengano da una parte di lei che crede di poter gestire le normali difficoltà di una relazione durevole nel tempo, credo invece che lei si ponga in relazione da una posizione "adolescenziale" che non porta a nulla, perché impegnata solo a colmare dei vuoti affettivi ancora più antichi(il bisogno di sesso è spesso confuso con il bisogno di contatto affettuoso non sessuale).
Se, come dice il suo ex terapeuta, lei fugge dalle donne, non è perché è omosessuale, ma perché ha paura di una relazione stabile adulto-adulta, fatta di convivenza concreta e "bollette da pagare".
Allora il lavoro che l'aspetta è quello di ricongiungersi a quello che lei era, fino ai suoi trenta anni, e riconquistare la fiducia nelle sue capacità di essere cresciuto e responsabile di sé (il lavoro in questo aiuta molto: perché è stato licenziato?).
Le auguro buona riflessione e buon lavoro.
antonio ficarola
la sua lunga esposizione la dice lunga su "come" e "quanto" lei si "aggrappi" alle persone con cui viene in rapporto, considerandole dei "salvavita".
Non ho dubbi che lei soffra, ho dubbi sulla sua partecipazione attiva, "adulta" e responsabile, nel cercare vie di uscita dal "SUO" tunnel.
Credo fermamente che i suoi tentativi di impostare relazioni prevalentemente su base sessuale, non provengano da una parte di lei che crede di poter gestire le normali difficoltà di una relazione durevole nel tempo, credo invece che lei si ponga in relazione da una posizione "adolescenziale" che non porta a nulla, perché impegnata solo a colmare dei vuoti affettivi ancora più antichi(il bisogno di sesso è spesso confuso con il bisogno di contatto affettuoso non sessuale).
Se, come dice il suo ex terapeuta, lei fugge dalle donne, non è perché è omosessuale, ma perché ha paura di una relazione stabile adulto-adulta, fatta di convivenza concreta e "bollette da pagare".
Allora il lavoro che l'aspetta è quello di ricongiungersi a quello che lei era, fino ai suoi trenta anni, e riconquistare la fiducia nelle sue capacità di essere cresciuto e responsabile di sé (il lavoro in questo aiuta molto: perché è stato licenziato?).
Le auguro buona riflessione e buon lavoro.
antonio ficarola
Dr. antonio ficarola
[#4]
Gentile utente,
il mio consiglio non può che essere quello di intraprendere una nuova, proficua relazione terapeutica che possa aiutarla a dissipare i dubbi che la attanagliano. Non mi cimento in interpretazioni che potrebbero avere l'effetto di confonderla e distoglierla dall'intraprendere un attento lavoro di introspezione coadiuvato da un terapeuta competente.
cordiali saluti
il mio consiglio non può che essere quello di intraprendere una nuova, proficua relazione terapeutica che possa aiutarla a dissipare i dubbi che la attanagliano. Non mi cimento in interpretazioni che potrebbero avere l'effetto di confonderla e distoglierla dall'intraprendere un attento lavoro di introspezione coadiuvato da un terapeuta competente.
cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#5]
Gentile utente, considerate le caratteristiche delle Sue problematiche valuti anche se è il caso di farsi seguire da uno/a psicoterapeuta specializzato/a in Sessuologia Clinica. L'Albo lo trova eventualmente in www.fissonline.it/Albo.
Cordialità
Cordialità
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 8.8k visite dal 03/04/2008.
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