Dal 2004 sono in cura da un neurologo per attacchi di panico con psicofarmaci
Salve, sono una donna di 42 anni, sposata da 18 e con un figlio di 17 anni. Dal 2004 sono in cura da un neurologo per attacchi di panico con psicofarmaci (ho provato vari farmaci, prima laroxil,e alla fine Cipralex, sempre accompagnati da Alprazolam). Prima di rivolgermi al neurologo, ho sofferto per 1 anno e mezzo in silenzio (senza confidare a nessuno i miei problemi), poi sono arrivata ad un punto che avevo una forte depressione e non riuscivo neppure a mangiare come prima (avicinandomi al tavolo sentivo un rifiuto, una forte nausea e capogiro). Avevo anche difficoltà di deglutizione. Non riuscivo a stare in coda, ad esempio all'ufficio postale, o negli spazi aperti. Guidando, se avevo davanti a me una lunga strada dritta, mi girava la testa e avevo vampate di sudorazione (succedeva molto meno in strade più piccole e in mezzo al paese). Dopo quasi tre anni di cure con spicofarmaci, il neurologo mi ha sospeso tutto il trattamento tranne l'Alprazolam (0,25 al mattino e 0,25 al pomeriggio). Ero migliorata molto, ma non guarita del tutto: non posso a tutt'oggi andare al mercato da sola, nei supermercati ecc. A volte mi sforzo e riesco ad andare, ma non sempre trovo la forza... Ho sempre paura di svenire (i miei occhi cercano sempre un posto adatto a sedermi in caso mi sentissi male...), mi gira la testa e mi assalgono sempre vampate di sudorazione. Alcuni mesi fa ho sentito un acuirsi dei sintomi, e il neurologo mi ha consigliato di aumentare di nuovo la dose di Alprazolam (0,50 al mattino e 0,50 al pomeriggio). Mi sono sentita un po' meglio, ma "mai" senza sintomi. Ora sto cercando di diminuire poco per volta l'alprazolam, prendendo solo mezza compressa al pomeriggio anzichè una, dato che il neurologo mi dice che non posso prendere psicofarmaci per tutta la vita, e coadiuvando con medicinali omeopatici e fitoterapici (Homeogene 46 e Relax Erbe), ma specialmente alla sera sento una specie di angoscia e paura (ingiustificate...) che non se ne vanno se non aumento nuovamente la dose di alprazolam a una compressa. Dietro consiglio del neurologo, mi sono anche rivolta ad una psicolga, ma dopo due incontri mi ha detto che non posso fare psicoterapia, perchè dovrei parlare liberamete "a ruota libera", ma io non ci riesco, dato che ho sempre avuto un carattere timido e chiuso (se sono stimolata mi apro maggiormente, ma se chi ho davanti si aspetta che sia io a iniziare un discorso qualsiasi, mi è molto difficile se non impossibile). Quindi ha rifiutato di farmi psicoterapia, dicendomi anche che se non prendessi più psicofarmaci, starei peggio e forse riuscirei finalmente ad aprirmi. Oppure che un giorno mi aprirò, quando magari succederà qualcosa che mi indurrà a farlo (come ad esempio la partenza di una persona cara). E' corretto questo atteggiamento della psicologa? Nessuno può aiutarmi? Non ce la faccio più a sopportare quest'ansia continua e a non poter uscire di casa tranquillamente come succedeva fino a circa 5 anni fa!!! Ero timida e insicura,ma non avevo problemi ad uscire; addirittura da ragazzina mi piaceva ballare e facevo gare di ballo. Cosa posso fare? Vi prego aiutatemi!!!
Grazie!
Grazie!
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Gentile utente,
il trattamento psicoterapeutico per il tipo di disturbo lamentato, in esattezza della diagnosi, e' quello di tipo cognitivo-comportamentale.
Il trattamento e la possibilita' a farlo deve essere valutato dal terapeuta.
Mi permetto pero' di dissentire dalla affermazione in merito al non uso dei farmaci, ma anche di considerare che l'orientamento cognitivo non prevede il parlare a ruota libera.
il trattamento psicoterapeutico per il tipo di disturbo lamentato, in esattezza della diagnosi, e' quello di tipo cognitivo-comportamentale.
Il trattamento e la possibilita' a farlo deve essere valutato dal terapeuta.
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[#3]
Gentile utente,
certamente deve far riferimento ad un terapeuta che possa indirizzarla per la valutazione del suo disturbo.
Inoltre, credo che la valutazione psichiatrica sia precedente ad una valutazione psicoterapeutica e devono essere presi in considerazione tutti i motivi di insuccesso delle precedenti terapie farmacologiche.
certamente deve far riferimento ad un terapeuta che possa indirizzarla per la valutazione del suo disturbo.
Inoltre, credo che la valutazione psichiatrica sia precedente ad una valutazione psicoterapeutica e devono essere presi in considerazione tutti i motivi di insuccesso delle precedenti terapie farmacologiche.
[#4]
Gentile utente,
ovviamente la necessità di non assumere farmaci è una responsabile quanto meno da discutere con un Medico e non con uno Psicologo. Inoltre tenga presente che, in particolare per gli attacchi di panico, esistono terapie psicologiche che non hanno la necessità di un approccio psicoanalitico (come pare le sia stato consigliato nelle sedute che ha effettuato): per esempio le cito il metodo EMDR che in assoluta associazione con un trattamento farmacologico ha evidenze scientifiche di efficacia assolutamente provate.
Ne parli con l'attuale curante neurologo.
Cordialmente
ovviamente la necessità di non assumere farmaci è una responsabile quanto meno da discutere con un Medico e non con uno Psicologo. Inoltre tenga presente che, in particolare per gli attacchi di panico, esistono terapie psicologiche che non hanno la necessità di un approccio psicoanalitico (come pare le sia stato consigliato nelle sedute che ha effettuato): per esempio le cito il metodo EMDR che in assoluta associazione con un trattamento farmacologico ha evidenze scientifiche di efficacia assolutamente provate.
Ne parli con l'attuale curante neurologo.
Cordialmente
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www.psichiatriasessuologia.com
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Utente
Grazie anche a Lei per la cortese risposta. La psicologa da cui sono stata, intendeva sottopormi a psicoterapia, ma pare che "non sia sembrata adatta" a questo tipo di sedute... Può spiegarmi brevemente cosa significa il metodo EMDR e in cosa consiste? Sento proprio di aver bisogno di un aiuto concreto... Preciso che i medicinali che ho assunto fino ad ora mi hanno aiutato molto, ma non hanno risolto del tutto il problema. Principalmente mi è rimasta la "paura della paura", che mi fa temere (e impedisce) di affrontare le situazioni "di pericolo". Recentemente però si aggiunta anche una forma di leggera depressione e ansia (forse dovuta a situazioni familiari spiacevoli, che hanno acuito i miei problemi)
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
[#6]
Gentile utente,
in estrema sintesi il metodo EMDR è basato su un costrutto neurofisiologico di connessione tra i due emisferi cerebrali che ha precise indicazioni in particolare nei disturbi post traumatici da stress ma che vede interessanti applicazioni anche in diverse altre situazioni psicologiche (quali per esempio gli attacchi di panico).
Il metodo è l'equivalente all'esposizione e ad altri trattamenti cognitivo comportamentali.
Per maggiori dettagli la invito a visitare il sito EMDR italiano.
Cordialmente
in estrema sintesi il metodo EMDR è basato su un costrutto neurofisiologico di connessione tra i due emisferi cerebrali che ha precise indicazioni in particolare nei disturbi post traumatici da stress ma che vede interessanti applicazioni anche in diverse altre situazioni psicologiche (quali per esempio gli attacchi di panico).
Il metodo è l'equivalente all'esposizione e ad altri trattamenti cognitivo comportamentali.
Per maggiori dettagli la invito a visitare il sito EMDR italiano.
Cordialmente
[#8]
Gentile utente,
proprio sul sito EMDR italiano troverà gli specialisti che operano nella sua zona. D'altra parte tenga presente che una valutazione del suo caso deve prevedere comunque una diagnosi che permetta di escludere in modo chiaro la necessità di un intervento psichiatrico e psicofarmacologico.
Cordialmente
proprio sul sito EMDR italiano troverà gli specialisti che operano nella sua zona. D'altra parte tenga presente che una valutazione del suo caso deve prevedere comunque una diagnosi che permetta di escludere in modo chiaro la necessità di un intervento psichiatrico e psicofarmacologico.
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Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 44.4k visite dal 04/02/2008.
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