Dipendenza cocaina
Gentile Dott/Dottssa,
chi vi scrive è una ragazza di 26 anni che sta cercando un aiuto per capire come affrontare una situazione delicata.
Circa una settimana fa ho scoperto che mio cugino di 2 anni più piccolo di me fa uso di cocaina e molto probabilmente si è anche inserito nel commercio della stessa. Premetto che non abitiamo nella stessa città e sono venuta a scoprire questa cosa dopo aver passato alcuni giorni di vacanza insieme.
Lui non mi ha detto nè mostrato nulla ma sono arrivata a capirlo facilmente vedendo la gente che frequenta, alcuni suoi stati emotivi spesso alterati, il continuo andare in bagno tornando fortemente "eccitato", il fatto che improvvisamente si possa permettere lussi eccessivi nonostante venga da una famiglia molto umile e abbia un lavoro che dà poche possibilità economiche.
La cosa mi ha profondamente colpito inutile dirlo anche perchè è un mio parente a cui voglio bene. Più i giorni passano più domando come e se sia giusto intervenire.
Non riesco a darmi pace pensando che un domani possa capitargli qualcosa di brutto e che lui stia sprecando la sua vita così. Allo stesso tempo però non so se e come agire e quale sia il modo migliore per affrontare l'argomento..anche perchè questo suo stile di vita mi sembra fortemente radicato; frequenta una fidanzata e amici che vivono la stessa situazione e abita in una piccola città di provincia dove l'apparire vale più dell'essere.
Chiedo quindi un vostro aiuto/consulto per sapere come ci si debba comportare in questi casi. Sarei pronta e non avrei alcun tipo di problema ad affrontare un discorso con lui apertamente, ma vorrei farlo nel migliore dei modi senza correre il rischio di ottenere l'effetto contrario sprecando una possibilità.
Nei giorni trascorsi insieme ho avuto spesso l'impressione che si nasconda dietro a questo mondo di "sballo" e "lusso" una persona molto fragile, angosciata e abbondonata dalla sua famiglia.
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra risposta e per quanto potrete consigliarmi,
Cordiali Saluti
Francesca
purtroppo non è semplice darle un consiglio in una situazione come questa, poichè vi fanno parte diversi fattori, tra cui il tipo di confidenza tra voi due e tra le vostre famiglie, le Sue paure ed i timori nel caso il cugino non reagisca tanto positivamente ad un eventuale discorso, ecc.
Capisco altresì il senso di impotenza che a volte si prova in situazioni come quelle da Lei descritta, dove sotto sotto si sente l'urgenza del tempo ed una spinta interna a "fare qualcosa prima che sia troppo tardi".
Lei potrebbe fare diverse cose, tipo parlare apertamente col cugino dicendogli che il suo comportamento non Le piace per niente, e appunto perchè tiene a lui ha deciso di parlarne: questo potrebbe creare un iniziale allontanamento del cugino, ma in questi casi la franchezza potrebbe essere premiata più avanti, se e quando suo cugino si troverà in difficoltà saprà che Lei è una persona tosta alla quale appoggiarsi.
Ma quello che le dico non è tanto semplice da attuare, un'alternativa potrebbe essere parlarne con un genitore o altro cugino, ecc, ma qui dipende molto dal rapporto che intercorre tra le vostre famiglie.
Mi sembra che i fattori, come le dicevo, siano tanti da prendersi in considerazione, per cui credo che se fossi in Lei aspetterei ancora un po' prima di fare qualcosa (anche perchè le sue sono supposizioni, per quanto attendibili).
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
E' indubbiamente una situazione difficile la sua, in più tenga presente che per suo cugino dalla cocaina, in questo momento, non vengono che vantaggi: la ragazza, i soldi, gli amici, lo sballo etc. Dubito che se lei gli descivesse la sua situazione in termini catastrofici lui la prenderebbe in seria considerazione perché la sua realtà è un'altra. Non prenda l'argomento di petto, per quanto difficile, cerchi di entrarci piano piano, senza forzare, ci vorrà tempo. Inoltre cerchi vicino a casa sua un punto d'ascolto, una struttura che si occupi di queste problematiche e parli con loro, anche lei, se decide di aiutarlo avrà bisogno di sostegno.
La saluto facendole i miei auguri.
dott. Cristiano Pacetti
Dott. Cristiano Pacetti
Psicologo - psicoterapeuta
Consulente Tecnico d'Ufficio presso il Tribunale di Prato
vi ringrazio per la vostra cortese risposta. Condivido quanto da voi espresso. Penso anch'io che sia difficile aiutare chi in realtà non sente il bisogno di essere aiutato. Non vi nascondo che la voglia di essergli vicino viene dal fatto che dentro di me vivo un dispiacere grande, e questo dispiacere mi spinge a provare a fare qualcosa per lui. So che le possibilità di riuscita sono quasi nulle e che la sua vita non cambierà certo per un mio discorso, però essendo parte della sua famiglia, credo di dover perlomeno tentare. Sicuramente cercherò di farlo in un modo morbido, senza correre e senza cercare un'ammissione di colpa, ma piuttosto offrendo un aiuto. Non so nenach'io come,ma sicuramente farò del mio meglio per risultargli vicina.
Ho valutato quanto proposto, ma parlare con i suoi genitori non credo possa essere una strada percorribile. Ho avuto l'impressione che molto spesso sia proprio la sua famiglia ad averlo "abbandonato" accorgendosi che il figlio è in difficoltà ma senza però volerlo aiutare. Credo preferiscano "non vedere". Con tutto il rispetto per una famiglia umile, ma penso che il loro livello culturale li porti a non cercare rimedio, ovvero meglio tacere che far sapere in giro cosa fa il figlio.
Sapreste indicarmi dei centri d'ascolto a cui potermi rivolgere, nella mia città (Genova) che mi possano sostenere in questo percorso che vorrei seguire?
Vi ringrazio ancora per il tempo che dedicherete alla mia richiesta e mi congratulo con voi per questo servizio che offrite,
Cordiali Saluti
Francesca
Cercare di aiutare persone in difficoltà non è facile, dipende da molti fattori, come hanno detto i colleghi, ma è utile tentare. Come ha ben compreso dietro l'abuso di tali sostanze spesso si celano una serie di complessi problemi, quali per esempio, disturbi di personalità, nevrosi severe o altro. Cercare un approccio basato sul "comprendere" che lasci da parte gli argomenti su accuse e colpe può esserer utile. Come può essere utile cercare di indurlo a riflettere sulla fragilità che c'è dietro a tale comportamento e fargli capire che i problemi più o meno grossi che si presentano vanno affrontati seriamente e non con un pizzico di coca.
Cordiali saluti
dr G. Ronzani
Cordiali Saluti
dr Giovanni Ronzani
esistono centri specializzati per il trattamento della dipendenza da cocaina. Anche a Genova ve ne sono e li trova nell'elenco della sua ASL sotto la denominazione di Servizi per le Tossicodipendenze.
Cordialmente.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
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