Un anno ritornò

Salve,
Si tratta del mio ragazzo. Ha 32 anni, ha preso la patente solo a 27 anni, perché prima non aveva la possibilità economica di frequentare la scuola guida, poi, pur avendola, ha preferito altre priorità. Diciamo che l'ha presa solo quando si è sentito "costretto". I problemi sono cominciati da subito: andava benissimo nella teoria (tant'è che ha superato la prova teorica con 0 errori) ma non riusciva proprio a guidare: era nervoso, teso, non sapeva fare le manovre. Per di più, la prima volta che ha fatto una guida con suo padre si sono schiantati contro un muro, e lui si è bloccato ancora di più. Alla fine ha preso la patente, per così dire, "dietro pagamento", e il problema non si è ancora risolto: dopo un anno ritornò a scuola guida, ma con scarsi risultati, poi mio padre ha cominciato ad aiutarlo e si sono avuti dei progressi, ma lui diceva sempre di avere paura e si rifiutava di guidare da solo. Adesso sta facendo delle guide con suo padre, ma continua a dire che si blocca, che gli viene il panico quando vede le macchine dietro di lui, che non riesce a fare le manovre. Sto scrivendo adesso perché è un periodo in cui si sente molto giù, un "handicappato" - come dice lui - e il fatto che sia un uomo non lo aiuta certo, perché in questa società è più vergognoso un uomo che non sa giudare che una donna. Lui ha senza dubbio un carattere ansioso e nervoso, e quando ha un problema passa più tempo a disperarsi ed a incolpare che a voltare pagina e a reagire. In passato anche io mi sono arrabbiata con lui ma non perché non sapesse guidare, ma perché non lo vedevo reagire veramente e mettercela tutta per superare il problema. Questo ovviamente ci crea anche molti disagi come coppia, perché la sera usciamo con la mia macchina, ma abitiamo in due città diverse, seppur vicine, e io non me la sento la sera tardi di accompagnarlo a casa e ritornare da sola. Così lui prende il pullman sotto casa mia per rincasare, ma l'ultima corsa è alle 21.50, e questo significa che dobbiamo uscire presto, cenare di corsa in un locale e tornare a casa all'ora in cui tutti stanno uscendo...
Il punto è: da un lato lui è veramente bloccato e teso quando guida, dall'altro a volte sembra che non capisca proprio come fare le manovre, anche se ormai glielo spieghiamo da una vita, insomma, ad un certo punto diventa quasi istintivo girare lo sterzo a destra o sinistra ecc. Non so se è questo blocco enorme che non gli consente di apprendere, o se invece ha problemi di altra natura (non so quale) per cui non riesce a guidare perché non riesce a capire come si fa, e il blocco è una conseguenza di questa incompetenza. Insomma, si può essere intelligenti, laureati, persone normalissime, ma essere incapaci di guidare? O è solo un problema psicologico? Grazie mille
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza,

>>> Insomma, si può essere intelligenti, laureati, persone normalissime, ma essere incapaci di guidare?
>>>

Certamente. Se lei considera l'ansia come una malattia, può rendersi conto perfettamente che chiunque si può ammalare, anche il laureato o l'intelligente.

>>> O è solo un problema psicologico?
>>>

Ecco, il punto è tutto qui. Generalmente si tende a considerare i problemi psicologici come problemi di serie B. "Se è psicologico, devi riuscire a risolverlo anche da solo". Invece spesso non è così. E nel caso del suo ragazzo mi pare si possa parlare di un problema che, se non è riuscito a risolvere da solo finora, è probabile che abbia bisogno dello specialista.

Le suggerisco uno psicologo/psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia. Nel frattempo può leggere quest'articolo, che mi pare abbia qualche attinenza con ciò di cui stiamo parlando:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/125-l-evitamento-nei-disturbi-d-ansia-e-nelle-fobie.html

Cordiali saluti
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,
in totale accordo con il collega, il suggerimento è di rivolgersi ad un professionista.
Tenga presente che alcuni blocchi emotivi, legati a situazioni specifiche e contingenti, hanno spesso risoluzione non necessariamente con sedute di lunga durata (veda a tale proposito l'approccio ai problemi d'ansia definito EMDR, visitando il sito www.emdritalia.it).
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#3]
Utente
Utente
Ringrazio entrambi per la gentile risposta. Penso anche io che, se il problema non si è risolto finora, ci sia bisogno di uno specialista. Spero di riuscire a trovare qualche medico in gamba, perché al momento non conosco proprio nessuno. Grazie ancora
[#4]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Gentile utente,

dovrebbe chiedere al suo ragazzo cosa ne pensa della sua iniziativa e se ritiene anche lui di dover chiedere aiuto.

Sarebbe anche interessante sapere se si "blocca" solamente nella guida o anche in altre situazioni di performance.

Mettergli pressione perché non "reagisce" mi sembra controproducente perché si sentirà non compreso, non all'altezza e ancora più depresso.

Gli consigli di rivolgersi a un professionista

cordiali saluti
Massimo Lai

Massimo Lai, MD

[#5]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
mi rendo conto che questa situazione si ripercuote in modo molto negativo sulla vostra relazione, e quindi capisco perfettamente il suo sfogo.

Il suo ragazzo non è il solo ad aver questo problema: probabilmente non è la macchina in sé il problema, ma il fatto che in macchina lui sente di perdere il controllo su troppe variabili contemporaneamente (reazioni del veicolo, reazioni degli altri automobilisti, ecc.).

Inoltre in macchina si fanno incidenti e si può anche perdere la vita: l'ansioso per definizione vuole correre meno rischi possibili, e quindi quando può evita di guidare.

Il problema qui è mantenuto proprio dal fatto che il suo ragazzo "può" evitare guidare, poichè per ora un escamotage l'avete trovato.

Detto questo, io le consiglio di:

1- dire al ragazzo che ha scritto su questo sito per chiedere informazioni

2- se è disposto a farsi aiutare, come ha consigliato il Collega Lai, contattare uno psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia, meglio se ad indirizzo cognitivo-comportamentale. Inoltre una valutazione dell'umore andrebbe fatta, e per questo vi consiglio una visita psichiatrica

3- cerchi di capire come reagisce il padre del suo ragazzo quando lo porta a guidare: si arrabbia molto?

4- contattate un'autoscuola: esse forniscono un servizio di guide aggiuntive, rivolto a chi ha già la patente ma ha paura di guidare. Attualmente una mia paziente di Milano sta seguendo questo iter e dopo 3 settimane ha iniziato a guidare in tangenziale (il che le assicuro non è poco)

Troppa roba?

Se state davvero così male, tutto questo non sarà troppo

Infine: faccia leggere al suo ragazzo questo articolo sull'ansia https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html

Se lo ama adesso è il momento di tenere duro, coraggio!
[#6]
Utente
Utente
Ringrazio ancora tutti. Il mio ragazzo è al corrente di questa mia iniziativa ed in teoria anche lui è d'accordo sul fatto che gli servirebbe un aiuto psicologico. Non so poi in pratica se vorrà veramente intraprendere questo percorso perché, conoscendolo, porrà problemi su problemi (del tipo: ritorno troppo tardi dal lavoro, come ci arrivo, quanti soldi ci vorranno...). Per rispondere al dottor Lai, lui si "blocca" realmente solo alla guida, anche se ha un carattere molto ansioso, nervoso e insicuro in generale. Inoltre, cerca sempre di far credere agli altri di valere meno di quello che vale in realtà, per paura di deludere o di creare aspettative troppo gravose per lui. Faccio un esempio tra molti: quando cominciammo a frequentarci lui mi disse che agli esami universitari fatti fino ad allora aveva tutti 18. Mesi dopo mi disse che non era vero (ovviamente i voti erano più alti) ma che, facendomelo credere, io non mi sarei potuta mai aspettare voti alti da lui e quindi non mi avrebbe mai potuta deludere in caso di reale voto basso. Come se avesse una specie di "ansia da aspettative" in tutte le sue performances.
Per rispondere al dottor Bulla, effettivamente lui ha molta paura degli incidenti, e quando io insistevo perché cominciasse a guidare lui diceva sempre frasi del tipo "se poi faccio un incidente e muoio mi porterai sulla coscienza...". Suo padre ha un carattere nervosissimo e urla facilmente, per questo si è rivolto a lui solo negli ultimi tempi (prima faceva le guide con mio padre che è più calmo), poiché dice sempre che gli mette addosso ancora più agitazione. Comunque tengo duro, non ci sono problemi, stiamo insieme da 8 anni (e da 8 anni viviamo così...), è solo che a volte, forse un po' immaturamente, guardo con invidia alle mie amiche che la sera salgono nelle macchine dei fidanzati; a lui non dico niente per non farglielo pesare, ma purtroppo poi il nervosismo trova sempre il modo di venire fuori. Grazie ancora!
[#7]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Ecco, mi raccomando però che "tenere duro" non deve significare "sopportare" e stop, altrimenti col tempo rischia di "scoppiare" proprio Lei che sta cercando un aiuto per il suo fidanzato.

E' chiaro che il comportamento di questi crea problemi alla vostra relazione, per questo non dovete fare finta di niente, altrimenti perchè mai il suo ragazzo dovrebbe decidersi a curarsi?